C’è una proposta per proteggere metà dell’Ucraina con aerei da guerra europei
Abbatterebbero missili da crociera e droni russi: è una soluzione ritenuta da alcuni esperti più efficace dell’invio di 10mila soldati

Un gruppo di esperti militari e di politici europei ha proposto un’operazione militare che impegnerebbe 120 aerei da combattimento schierati da paesi europei per difendere le città e le infrastrutture dell’Ucraina occidentale dai bombardamenti russi. Gli esperti sostengono che i paesi europei potrebbero usare i loro aerei in questa operazione senza entrare in guerra con la Russia, e che sarebbe più utile che mandare diecimila soldati sul campo.
La proposta è stata chiamata Sky Shield e non c’entra con la Nato. Si basa su questo concetto: quando la Russia bombarda le città ucraine usa soprattutto droni esplosivi e missili da crociera, che possono essere inseguiti e abbattuti dai caccia da combattimento. Gli aerei dovrebbero decollare da basi in Europa, pattugliare lo spazio aereo della metà occidentale dell’Ucraina e distruggere droni e missili russi mentre sono in volo sopra il territorio ucraino. L’operazione potrebbe proteggere la capitale Kiev, la città di Leopoli vicino al confine polacco, Odessa nel sud, i siti di industrie importanti per far funzionare l’Ucraina e quattro centrali nucleari.
I piloti degli aerei da guerra russi non superano mai la linea del fronte, che passa nell’est dell’Ucraina attraverso la regione del Donbass e sulla sponda sinistra del fiume Dnipro. Non lo fanno per timore di essere abbattuti dai sistemi di difesa aerea ucraini e resterebbero a circa duecento chilometri di distanza dagli aerei europei. In teoria non dovrebbero incontrarsi. La Russia però potrebbe lo stesso opporsi, minacciare e reagire.
Sky Shield è un tentativo di rimediare alla sospensione degli aiuti militari all’Ucraina decisa lunedì dall’amministrazione statunitense di Donald Trump. Tra questi aiuti c’erano anche i missili intercettori che proteggono le città ucraine. Senza nuovi rifornimenti le scorte di missili intercettori in Ucraina finiranno presto. Inoltre l’intelligence americana era in grado di avvertire in anticipo gli ucraini dell’inizio dei bombardamenti russi, ma ha smesso di condividere le informazioni con l’Ucraina.
Giovedì l’inviato speciale per l’Ucraina dell’amministrazione Trump, Keith Kellogg, ha descritto così la sospensione degli aiuti militari statunitensi: «è come picchiare sul naso un mulo […]. Ottieni la sua attenzione».
I caccia mandati dall’Europa che fossero impegnati nell’operazione Sky Shield non potrebbero abbattere i missili balistici russi, perché sono ordigni progettati per essere difficili da fermare: prima volano verso gli strati esterni dell’atmosfera e poi puntano verso il suolo e questa traiettoria quasi verticale sarebbe imprendibile per i piloti europei. Ma ridurre la minaccia dei missili da crociera e dei droni, che invece volano a bassa quota seguendo il profilo del paesaggio, sarebbe già una mitigazione importante del rischio. Gli ucraini potrebbero usare le loro scorte ridotte di missili intercettori per tentare di fermare i missili balistici.
La metà occidentale dello spazio aereo dell’Ucraina protetta dai caccia europei sarebbe chiamata IAPZ, Integrated Air Protection Zone. La metà orientale dello spazio aereo sarebbe lasciata ai caccia ucraini, ma un eventuale scontro fra ucraini e russi farebbe parte della guerra già in corso.
Tra i sostenitori della proposta ci sono Philip Breedlove, ex generale dell’aeronautica statunitense e ex comandante della Nato in Europa, Sir Richard Shirreff, ex generale dell’esercito britannico e ex vice comandante della Nato, l’ex presidente polacco Aleksander Kwaśniewski e l’ex ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis.
Caccia europei hanno già partecipato due volte a operazioni simili nell’ultimo anno, per proteggere Israele dagli attacchi dei droni e dei missili lanciati dall’Iran il 13 aprile e il 1° ottobre del 2024. Si tratterebbe di fare la stessa cosa, ogni notte, su una parte dell’Ucraina.
Nella notte tra giovedì e venerdì i russi hanno lanciato quasi 70 missili e 200 droni contro le città e le centrali elettriche dell’Ucraina, secondo l’esercito ucraino. Alcuni dei droni erano cosiddetti “droni esca”, nel senso che erano apparecchi meno costosi e senza testata esplosiva lanciati dai russi per ingannare i sistemi di difesa aerea ucraini. Caccia F-16 e caccia Mirage, donati dagli alleati dell’Ucraina e pilotati da ucraini, hanno inseguito e abbattuto decine di missili e di droni.



