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  • Giovedì 6 marzo 2025

L’Europa discute se usare i soldi della Russia per aiutare l’Ucraina

Ha a disposizione centinaia di miliardi di euro congelati alla Banca centrale russa: potrebbe confiscarli, nonostante i rischi

Keir Starmer, Emmanuel Macron e Volodymyr Zelensky il 3 marzo 2025 a Londra
Keir Starmer, Emmanuel Macron e Volodymyr Zelensky il 3 marzo 2025 a Londra (Justin Tallis/Pool via AP)
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In Europa si sta tornando a parlare della possibilità di usare i beni finanziari russi congelati dalle sanzioni internazionali per sostenere economicamente l’Ucraina, in un momento in cui gli Stati Uniti hanno bloccato i propri aiuti economici e militari. Finora, per aiutare l’Ucraina, l’Europa aveva utilizzato soltanto i profitti generati da questi beni, senza toccare i beni stessi. Ma adesso vari leader, tra cui il presidente francese Emmanuel Macron e il futuro cancelliere tedesco Friedrich Merz, stanno valutando l’idea di usare l’intera somma, visto il modo in cui nelle ultime settimane la situazione si è aggravata.

Quando nel febbraio del 2022 la Russia invase l’Ucraina, i paesi del G7 congelarono rapidamente tutti i beni finanziari che la Banca centrale russa conservava come riserva in Occidente. In tutto si stima che furono congelati tra i 300 e i 350 miliardi di dollari. Di questi circa 200 si trovavano in Europa e in particolare 191 miliardi sono tuttora detenuti da Euroclear, una società finanziaria belga che fa da deposito di sicurezza in casi del genere.

Fin dai primi mesi di guerra si cominciò a parlare di come usare le centinaia di miliardi della Banca centrale russa congelate in Occidente, ma per più di due anni i soldi rimasero inutilizzati. Alcuni paesi, tra cui la Polonia e i paesi baltici, spingevano per espropriare i beni russi congelati, ma tutti i paesi più grossi, come la Francia, la Germania e l’Italia, temevano che una decisione del genere sarebbe stata illegale (formalmente i beni appartengono alla Banca centrale russa) e avrebbe rovinato la reputazione finanziaria dell’Unione Europea.

Se gli europei avessero sequestrato i beni congelati della Russia, era il ragionamento, le relazioni finanziarie con altri paesi come la Cina sarebbero state messe in difficoltà.

Dopo due anni di discussione, nel 2024 si arrivò a un compromesso: sarebbero stati utilizzati soltanto i profitti generati da questi beni (che sono in parte composti da titoli di stato, e generano appunto rendimenti periodici) e non i beni stessi per sostenere l’Ucraina. Da allora, alcune decine di miliardi di euro di profitti sono state usate per sostenere economicamente lo sforzo bellico ucraino.

Fino a pochi giorni fa questo compromesso era ancora giudicato il migliore da quasi tutti. Ancora alla fine di febbraio il presidente francese Emmanuel Macron diceva che sequestrare tutti i beni e non soltanto i profitti avrebbe significato violare la legge internazionale, «e noi rispettiamo la legge internazionale».

Il disastroso incontro tra Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca, e la decisione americana di sospendere gli aiuti militari all’Ucraina, hanno cambiato il contesto. L’Europa ha capito che gli Stati Uniti non possono più essere considerati un alleato affidabile, e ha iniziato a cercare nuovi fondi e finanziamenti per aiutare l’Ucraina e armare se stessa. Da un giorno all’altro, molti leader europei hanno cominciato a guardare ai beni russi congelati in maniera diversa.

Droni a lungo raggio ucraini fotografati nel febbraio 2025

Droni a lungo raggio ucraini fotografati nel febbraio 2025 (AP Photo/Evgeniy Maloletka)

Martedì il ministro francese per l’Europa, Benjamin Haddad, ha detto che la Francia era pronta a considerare un qualche tipo di utilizzo per i beni russi congelati. Anche il futuro cancelliere tedesco Merz sta prendendo in considerazione questa ipotesi, secondo fonti del Financial Times. Il primo ministro britannico Keir Starmer ha detto pubblicamente che il Regno Unito e vari paesi europei stanno «quanto meno valutando quali sono le possibilità» di utilizzare i beni russi nella loro interezza per sostenere l’Ucraina.

Secondo Politico, ci sono ancora delle differenze. I paesi nordici, i paesi baltici e la Polonia, che sono direttamente esposti alla minaccia russa, vorrebbero prendere i beni russi e consegnarli direttamente all’Ucraina. La Francia, invece, vorrebbe proporre un nuovo compromesso, e usare i beni russi come garanzia per nuovi prestiti all’Ucraina. In pratica, i beni russi non sarebbero utilizzati nell’immediato, ma sarebbero dati agli eventuali creditori nel caso in cui l’Ucraina non fosse in grado di ripagare il proprio prestito.