La Germania vuole cambiare la sua Costituzione per aumentare la spesa militare
È una proposta dei due partiti che formeranno il nuovo governo e riguarda la discussa norma del cosiddetto "freno al debito"

I due partiti che comporranno il prossimo governo della Germania hanno annunciato un piano per allentare notevolmente la legge costituzionale che impedisce al paese di fare debito, e per investire centinaia di miliardi di euro nelle spese militari e nelle infrastrutture. Il piano, che è appoggiato anche da Friedrich Merz, leader dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU, centrodestra) e con ogni probabilità prossimo cancelliere, rientra nei tentativi dell’Europa di riarmarsi, ora che gli Stati Uniti di Donald Trump non sono più ritenuti un alleato affidabile.
Martedì anche la Commissione Europea aveva presentato un piano da centinaia di miliardi di euro per aumentare le spese militari, e lo stesso stanno facendo vari paesi, come la Francia.
La proposta tedesca è però considerata particolare e di enorme importanza perché nel paese esiste una legge costituzionale chiamata “freno al debito” che fu approvata nel 2009, quando era cancelliera Angela Merkel, e che di fatto costringe la Germania a mantenere il pareggio di bilancio, rendendo quasi impossibile fare debito per investimenti. La legge impone un limite di disavanzo annuo dello 0,35 per cento del PIL. Per fare alcuni paragoni, il disavanzo degli Stati Uniti è di oltre il 6 per cento del PIL, quello della Francia di oltre il 5 per cento.
Il “freno al debito” è criticato da tempo e considerato un grosso problema per l’economia tedesca, che è in recessione da due anni e non può fare debito per stimolare la propria crescita, pur avendo teoricamente il margine fiscale per farlo. Finora tuttavia nessun partito aveva avuto la volontà e la forza politica di cambiare la Costituzione per modificare la norma.

Una manifestazione a Berlino a favore dell’Ucraina nel febbraio 2025 (AP Photo/Ebrahim Noroozi)
Ma il recente scontro tra il presidente americano Donald Trump e quello ucraino Volodymyr Zelensky, e la decisione americana di bloccare gli aiuti militari all’Ucraina, hanno convinto i leader politici in Germania e nel resto del continente che l’Europa non può più dipendere dagli Stati Uniti per la propria difesa. Merz ha citato tra le motivazioni della riforma anche «le decisioni più recenti del governo americano», senza specificare quali.
Annunciando il piano, Merz ha anche usato (in inglese) la famosa formula «Whatever it takes», «tutto il necessario», pronunciata dall’allora presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi in un momento di estrema difficoltà dell’economia dell’Unione. In questo caso Merz faceva riferimento alla difesa della Germania e dell’Europa.
Il piano di Merz e dell’altro partito che comporrà il prossimo governo, il Partito Socialdemocratico (SPD, centrosinistra), prevede un’esenzione al “freno al debito” per le spese militari che superano l’1 per cento del PIL all’anno. Vista la dimensione attuale dell’economia tedesca, l’1 per cento del PIL è circa 45 miliardi l’anno. Inoltre la coalizione ha annunciato che intende costituire un fondo da 500 miliardi di euro (anche questo esente dal “freno al debito”) da spendere nei prossimi 10 anni per rinnovare e potenziare le infrastrutture civili del paese. In Germania molte infrastrutture, per esempio quelle legate ai trasporti, sono obsolete e generano un notevole malcontento tra la popolazione.
Un elemento fondamentale di questo piano è che CDU e SPD devono fare in fretta: per modificare il “freno al debito”, che è una legge costituzionale, serve la maggioranza dei due terzi del parlamento tedesco. Nel prossimo parlamento, quello uscito dalle elezioni dello scorso mese, i due partiti non avranno i voti necessari per far passare la riforma: il partito di estrema destra AfD, da tempo contrario a ogni cambiamento del “freno al debito”, ha più di 150 deputati e la capacità di bloccare le riforme costituzionali. Ma il prossimo parlamento si insedierà soltanto a fine marzo.
Per questo, CDU e SPD vogliono far passare la riforma costituzionale finché è ancora attivo il vecchio parlamento, dove la loro percentuale di voto è molto più alta. Anche in questo caso, tuttavia, avranno bisogno del sostegno dei Verdi, che hanno già cominciato le trattative per raggiungere un compromesso.
– Ascolta Globo: Perché la Germania non vuole spendere



