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  • Martedì 4 marzo 2025

C’è stata una violenta protesta dentro al parlamento serbo

Alcuni membri dell'opposizione hanno acceso dei fumogeni ed è scoppiata una rissa: almeno due persone sono state ferite

Dei fumogeni neri, bianchi e rossi vengono accessi nel parlamento serbo, creando molto fumo
Fermoimmagine della protesta da una diretta del parlamento della rete televisiva pubblica RTS, il 4 marzo 2025 (RTS Serbia via AP)
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Martedì in Serbia c’è stata una grande protesta antigovernativa in parlamento durante la sessione in cui era prevista la formalizzazione delle dimissioni del primo ministro Miloš Vučević, annunciate a fine gennaio dopo tre mesi di estese proteste in tutto il paese. Alcuni parlamentari dell’opposizione hanno acceso torce (come quelle usate allo stadio) e granate fumogene, è scoppiata una rissa ed è stata tirata dell’acqua contro la presidente del parlamento Ana Brnabić. Gli agenti della sicurezza hanno ristabilito l’ordine, ma almeno due parlamentari sono state ferite: Brnabić ha detto che una di loro, Jasmina Obradović, ha avuto un infarto ed è ricoverata in condizioni critiche.

La protesta è scoppiata dopo che la maggioranza aveva approvato l’agenda della giornata, secondo cui la formalizzazione delle dimissioni di Vučević sarebbe avvenuta come ultima cosa. L’opposizione aveva criticato questa scelta, ma la maggioranza aveva proceduto comunque: a quel punto è iniziata la protesta dentro all’aula. La sessione è poi ricominciata, ma intanto una folla di manifestanti si era riunita davanti al parlamento.

Una donna che sembra svenuta o molto provata e che sta su una sedia a rotelle viene portata giù dalle scale del parlamento da alcune persone e da due soccorritori

Una parlamentare portata via dai soccorritori dopo la protesta in parlamento, il 4 marzo 2025 (AP Photo/Darko Vojinovic)

Le proteste che si stanno svolgendo da quattro mesi in Serbia sono considerate le più grandi contestazioni al governo nazionale degli ultimi trent’anni: sono iniziate a novembre del 2024 dopo il crollo di una tettoia nella stazione ferroviaria di Novi Sad, una città a circa 60 chilometri dalla capitale Belgrado, che ha causato la morte di 15 persone. L’incidente è stato ritenuto emblematico della diffusa corruzione nel sistema di potere del presidente nazionalista Aleksandar Vučić, del Partito Progressista Serbo (SNS), che governa il paese dal 2012.

Le manifestazioni sono cominciate come proteste studentesche anticorruzione, ma si sono via via allargate ad altre fasce della popolazione, diventando più in generale antigovernative. Ancora oggi avvengono quasi ogni giorno in diverse città serbe, e decine di facoltà universitarie sono occupate dagli studenti che manifestano.

Le principali richieste dei manifestanti sono quattro: la pubblicazione dei documenti relativi alla ristrutturazione della stazione di Novi Sad, che al momento sono stati secretati (l’amministrazione di Vučić è spesso accusata di scarsa trasparenza e di una corruzione endemica); l’identificazione e incriminazione delle persone accusate di aver attaccato professori e studenti durante le proteste; l’annullamento delle accuse nei confronti degli studenti arrestati nelle proteste; e l’aumento dei fondi per l’istruzione.

– Leggi anche: Nelle proteste in Serbia decidono tutto gli studenti