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  • Giovedì 20 febbraio 2025

Il carcere di Sollicciano non sta davvero trovando una soluzione ai suoi molti problemi

Chi presenta un reclamo per le condizioni disumane di detenzione viene semplicemente trasferito, e le celle vengono riempite con nuovi detenuti

una foto di archivio di un carcere in italia (ANSA)
(ANSA, Alessandro Di Meo)
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A partire dallo scorso autunno al tribunale di sorveglianza di Firenze, l’organo della magistratura che si occupa dei diritti delle persone detenute nelle carceri italiane, sono arrivati circa 120 reclami presentati dai detenuti del carcere di Sollicciano, noto per essere uno dei peggiori del sistema penitenziario italiano (tra le altre cose, il carcere è da mesi senza direttore e rischia di restarlo ancora a lungo). Nei reclami i detenuti denunciano la violazione dei loro diritti e chiedono che vengano prese delle iniziative per migliorare le condizioni di detenzione nel carcere, che si trova nella periferia ovest di Firenze.

Molti dei reclami esaminati sono stati accolti dal tribunale, che nelle ordinanze ha definito la condizione detentiva di alcune persone «particolarmente disumana» a causa delle «condizioni degradanti dell’istituto», che compromettono gravemente «il diritto alla salute e il diritto a una detenzione rispettosa del senso di umanità e della propria dignità». Di conseguenza il tribunale ha ordinato all’amministrazione penitenziaria tra le altre cose di provvedere a una sistemazione delle celle. L’amministrazione, però, invece di ristrutturare o ampliare gli spazi a disposizione dei detenuti si è limitata a trasferire le persone in altre carceri. E successivamente ha continuato a usare quelle stesse celle, ma per ospitare nuovi detenuti.

Il carcere di Sollicciano ha noti problemi di funzionamento, igienici e sanitari. I detenuti vivono in celle fatiscenti e sovraffollate, in molti reparti c’è un problema di cimici dei letti, nella struttura ci sono anche infiltrazioni, perdite d’acqua, umidità, topi e sporcizia. Secondo i dati del ministero della Giustizia aggiornati al 10 febbraio il carcere ospita 533 persone detenute, nonostante i 361 posti attualmente disponibili.

foto della protesta nel carcere di sollicciano

Un incendio appiccato durante una protesta dei detenuti del carcere di Sollicciano, a Firenze, a luglio 2024 (ANSA, CLAUDIO GIOVANNINI)

Per ora la magistratura di sorveglianza ha accolto una decina di reclami (la maggior parte è in corso di valutazione): le ordinanze hanno confermato la presenza di stanze con infiltrazioni in caso di pioggia e macchie visibili di umidità e muffa, in cui il riscaldamento non funziona, non è disponibile l’acqua calda e ci sono infestazioni di cimici dei letti.

Peraltro, nel caso in cui le celle non vengano sistemate entro 90 giorni, le ordinanze del tribunale prevedono che i detenuti vengano trasferiti in un altro carcere dove «siano garantite le minime condizioni di vivibilità». Molti detenuti però vorrebbero soltanto un miglioramento delle condizioni di vita a Sollicciano e non essere allontanati dal carcere, dove nel tempo hanno costruito rapporti e buona parte delle loro relazioni sociali, o semplicemente perché la loro famiglia vive nei dintorni e non potrebbe fargli visita in un carcere distante, perciò hanno vissuto il trasferimento come una punizione, più che come un accoglimento delle loro richieste. Anche per il timore di essere trasferiti, alcuni altri detenuti non hanno presentato un reclamo.

Finora le celle non sono mai state sistemate per diversi motivi. Per risolvere il problema e migliorare davvero le condizioni di detenzione l’istituto avrebbe bisogno di interventi strutturali, ma per farli bisognerebbe svuotare intere sezioni e non si sa dove potrebbero andare le centinaia di persone detenute, nel frattempo. I lavori già appaltati per sistemare le facciate degli edifici sono fermi per complicazioni burocratiche, mentre come si legge nelle ordinanze esaminate dal Post gli interventi dipendono dalle decisioni di organi diversi: la direzione dell’istituto, il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (DAP), il provveditorato interregionale alle opere pubbliche.

Una frammentazione che complica il coordinamento, anche perché l’ex direttrice Antonella Tuoni, che era assente da mesi per malattia, non è stata riconfermata e il suo mandato è scaduto a inizio febbraio. In attesa di una nomina, per la quale potrebbero volerci mesi, la gestione è passata in parte al direttore del carcere di Livorno e in parte alle vicedirettrici.

Visti i timori dei detenuti, le associazioni di volontari che li assistono hanno deciso di impugnare una delle ordinanze del tribunale di sorveglianza, e portare la vicenda in Corte di cassazione ed eventualmente alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU). Nel frattempo il tribunale di sorveglianza di Firenze ha smesso di inserire nelle proprie ordinanze la possibilità di trasferimento del detenuto reclamante.

Negli ultimi anni il tribunale di sorveglianza di Firenze ha ricevuto anche un altro tipo di istanze da parte dei detenuti, presentate con l’obiettivo di ottenere una riduzione dei giorni di detenzione previsti dalla loro pena. La legge prevede che i detenuti per i quali viene stabilita la violazione dell’articolo 3 della CEDU, che vieta la tortura e i trattamenti “inumani o degradanti”, possano accedere a uno sconto di pena pari a un giorno di detenzione ogni 10 giorni trascorsi in carcere in condizioni non a norma. Queste istanze vengono solitamente presentate dai detenuti a fine pena, in modo da ottenere uno sconto più grande possibile.

Il carcere di Sollicciano visto dall'esterno (ANSA)

Il carcere di Sollicciano visto dall’esterno (ANSA)

Nel 2023 i magistrati di sorveglianza avevano stabilito che le condizioni di detenzione di molte persone violavano le regole della CEDU, e lo scorso anno erano stati riconosciuti risarcimenti e sconti di pena a una decina di persone. Le pessime condizioni di detenzione sono state spesso denunciate dalle associazioni che si occupano del rispetto dei diritti umani nelle carceri italiane e da quelle che lavorano all’interno del carcere di Sollicciano.

A luglio del 2024 più di 80 persone detenute erano state trasferite in altre carceri dopo la chiusura delle sezioni dell’istituto in peggiori condizioni, dichiarate inagibili dall’amministrazione penitenziaria dopo la protesta organizzata dai detenuti in seguito al suicidio di una persona di origine tunisina, che aveva vent’anni. Nello stesso periodo l’amministrazione aveva emesso un provvedimento nei confronti dell’allora direttrice Tuoni, chiedendo che alcuni dei problemi più gravi fossero risolti entro 90 giorni.

A Sollicciano le condizioni sono pessime anche per le persone che lavorano nel carcere, circa 450 dipendenti. Molti arrivano e chiedono di farsi trasferire: in un documento pubblicato a gennaio da un sindacato della polizia penitenziaria si legge che a gennaio il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (DAP) ha deciso di assegnare al carcere di Sollicciano 50 nuovi agenti. Secondo il sindacato il numero di agenti mandati a Sollicciano sarebbe il più alto in assoluto tra tutte le carceri d’Italia, ed è probabilmente causato dal recente trasferimento di altri 44 agenti da Sollicciano ad altre carceri italiane.