A Santorini si preparano a un possibile terremoto
Dopo un aumento dell’attività sismica, sull’isola greca le scuole sono state chiuse e le autorità stanno allestendo dei ripari d’emergenza

Tra venerdì e domenica intorno all’isola greca di Santorini ci sono state più di 200 scosse sismiche sottomarine, le più intense con magnitudo tra 4 e 4.6. Il governo greco e l’amministrazione locale dell’isola hanno preso alcune misure d’emergenza: fino a venerdì sono state chiuse le scuole non solo a Santorini ma anche in altre isole del mar Egeo tra cui Anafi, Ios, Amorgos, Paros, Antiparos e Naxos. Le autorità hanno spiegato che le misure sono precauzionali e servono a prepararsi all’eventualità di un terremoto più forte.
Le autorità hanno vietato gli eventi pubblici al chiuso e raccomandato ai residenti di non guidare nei pressi delle scogliere. Domenica a Santorini sono arrivate alcune squadre speciali dei vigili del fuoco, che hanno allestito tende in luoghi elevati rispetto al livello del mare, campi sportivi e parcheggi. Servono ad accogliere gli sfollati in caso di evacuazione.
I vigili del fuoco hanno portato dei droni, e sull’isola è arrivata anche un’unità cinofila specializzata nell’individuare le persone sotto le macerie (nel caso in cui dovesse servire). Ai gestori degli alberghi è stato ordinato di svuotare le piscine, sempre nell’ottica di limitare i danni.

L’imbarco su un traghetto per il porto ateniese del Pireo, il 3 febbraio a Santorini (AP Photo/Petros Giannakouris)
Su richiesta del governo, la compagnia aerea Aegean ha aumentato i collegamenti con la terraferma, aggiungendo due voli lunedì e uno martedì, da e per Santorini, oltre ai quattro regolarmente previsti. Anche un’altra compagnia, la SKY express, ha aggiunto sei voli. È stato potenziato anche il servizio di traghetti. I biglietti di questi collegamenti speciali sono andati subito esauriti. Il giornale greco Kathīmerinī ha scritto che molti turisti hanno deciso di lasciare Santorini in anticipo, e che diversi operatori hanno chiesto informazioni sulla situazione sull’isola prospettando la possibilità di cancellare prenotazioni.
Il ministro della Protezione civile, Vasilīs Kikilias, e il sindaco del capoluogo di Santorini, Nikolaos-Anastasios Zorzos, hanno insistito sul fatto che i provvedimenti sono parte di un piano di prevenzione, finalizzato a minimizzare i rischi. «Siamo obbligati a fare preparativi. Ma farsi trovare pronti per qualcosa non significa che accadrà», ha detto Zorzos, invitando i 15mila abitanti alla calma. Sempre Zorzos ha detto ai media locali che non è in corso una fuga dall’isola. In ogni caso lunedì i vigili del fuoco dell’Egeo sono stati messi in stato d’allerta generale.

Alcuni turisti a Santorini, il 3 febbraio (AP Photo/Petros Giannakouris)
Santorini si trova in una zona a rischio sismico, è un’isola di origine vulcanica e ha un vulcano inattivo. Il più rovinoso terremoto nella storia moderna dell’isola avvenne nel 1956: ebbe magnitudo 7.1, causò la morte di 53 persone e distrusse un terzo degli edifici dell’isola. Il direttore dell’Istituto di Geodinamica greco, Vassilis Karastathi, ritiene che qualsiasi paragone tra il 1956 e la situazione attuale sarebbe forzato: all’epoca c’erano strumentazioni meno precise, e sono ancora dibattuti la posizione e la profondità dell’epicentro.

Gli eventi sismici nelle ultime 24 ore nella zona di Santorini (Γεωδυναμικό Ινστιτούτο)
L’Istituto greco di Geodinamica ipotizza che l’epicentro delle scosse di questi giorni si trovi nella zona dell’isolotto disabitato di Anydros, a nord di Santorini, da cui si sta progressivamente allontanando. Lunedì una squadra dell’Istituto raggiungerà le isole per installare nuovi sismografi. Dallo scorso 24 gennaio (circa una settimana fa) in questo tratto di mare ci sono state più di 380 scosse.



