Il caotico aggiornamento dei siti governativi statunitensi
Per via di un ordine di Trump, in pochi giorni hanno dovuto rimuovere tutti i riferimenti a identità di genere, orientamento sessuale e non solo

Tra venerdì e sabato molti database pubblici e pagine di siti internet legati alle agenzie federali statunitensi sono stati rimossi dal web: alcuni temporaneamente, altri definitivamente. In base a un ordine fatto circolare mercoledì dall’Ufficio per la gestione del personale dell’amministrazione di Trump, infatti, entro le 17 di venerdì tutte le agenzie dovevano rimuovere dai propri siti ogni riferimento a orientamenti sessuali e identità di genere, per conformarsi alle posizioni del nuovo governo sulle persone transgender. L’ordine indicava inoltre di cambiare la parola “genere” con “sesso” in tutti i moduli governativi, anche online.
In alcuni casi, la scadenza è stata considerata troppo imminente, e le pagine sono state rimosse per un po’ in modo da dare il tempo ai dipendenti delle agenzie di aggiornarle per seguire l’ordine esecutivo. In altri casi le agenzie hanno rimosso intere pagine che contenevano dati, informazioni o servizi importanti per le persone LGBTQ+, e non si sa se verranno pubblicate in una nuova versione in futuro.
Per esempio, sul sito dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l’organismo federale di controllo della salute pubblica, sono scomparse le pagine che davano indicazioni sulla contraccezione, schede informative sull’HIV e sull’accesso alla sanità per le persone transgender, materiali pedagogici per insegnare alle scuole come sostenere i propri studenti trans o non binari, e una serie di indagini governative che mostravano come gli studenti trans soffrano di tassi più elevati di depressione, uso di droghe, bullismo e altri problemi.
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L’agenzia ha anche rimosso il suo archivio di dati, data.cdc.gov: al suo posto ora c’è un messaggio che dice che «il sito web riprenderà a funzionare quando sarà conforme all’ordine esecutivo di Trump». L’eliminazione di informazioni sanitarie e risorse – come quelle sull’HIV, sulla contraccezione e sulla transizione di genere – è particolarmente preoccupante, dato che potrebbe avere effetti concreti sulla salute sessuale e mentale di milioni di persone anche molto vulnerabili. Negli Stati Uniti le persone sopra i 13 anni che si identificano come trans sono circa 1,6 milioni; quelle che hanno ottenuto una diagnosi di HIV sono 1,2 milioni.
L’intero sito dell’Ufficio del censimento federale è stato inaccessibile per varie ore venerdì: quando è tornato a essere visitabile, erano scomparse varie pagine, database e sezioni, tra cui quella che forniva informazioni sulla suddivisione della popolazione in base all’identità di genere e all’orientamento sessuale secondo il più recente censimento e quella dedicata agli studi sull’incidenza dei problemi di salute mentale tra i cittadini LGBTQ+.
Dal sito dell’Ufficio federale delle prigioni sono scomparsi i dati che indicavano la percentuale di detenuti trans nelle carceri federali, e la pagina “Genere dei detenuti” ha cambiato nome in “Sesso dei detenuti”. Il dipartimento di Stato ha rimosso la possibilità di selezionare “X” come genere sul passaporto al posto di “F” o “M” per i richiedenti non binari, sia per le richieste online che offline, e ha sostituito la parola “genere” con “sesso”: in generale, la pagina su cui fare richiesta per i passaporti online è stata offline per molte ore venerdì: al suo posto è apparsa una schermata che diceva «in fase di manutenzione». La pagina dedicata ai consigli di viaggio per le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali che vogliano visitare paesi dove potrebbero non essere al sicuro ha cambiato nome da “LGBTQIA+ Travelers” a “LGB Travelers”.
Rispondendo a una domanda riguardo alla rimozione delle pagine web governative che parlavano di identità di genere, diversità, equità e inclusione, Trump ha detto che personalmente non ne sapeva nulla, ma che «non gli sembra una cattiva idea».
I cambiamenti ai siti web sono stati resi necessari dall’introduzione di un ordine esecutivo che Trump ha emesso nel suo primo giorno da presidente: al suo interno, il presidente chiedeva a tutte le agenzie di riconoscere soltanto il genere maschile e quello femminile, e di riflettere questa posizione su tutti i documenti federali, tutte le politiche (incluse quelle sull’assegnazione dei detenuti nelle prigioni federali) e tutti i contratti. Questo è stato un problema in particolare per agenzie come USAID, l’Agenzia per lo sviluppo internazionale, perché quasi tutti i suoi contratti e bandi sottolineavano che l’agenzia è impegnata a combattere la discriminazione basata sul genere.
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L’ordine esecutivo e le sue conseguenze sono state criticate fortemente da molte organizzazioni per i diritti umani non solo per l’impatto che avranno sulla salute pubblica, ma anche perché hanno l’intento piuttosto esplicito di marginalizzare ulteriormente le persone trans, che sono una delle comunità più vulnerabili dal punto di vista economico e sociale.
«L’ordine intende cancellare decenni di progressi verso una società inclusiva, in cui tutti abbiano la libertà di vivere una vita autentica e di seguire i propri sogni senza discriminazioni», ha commentato Noreen Farrell, direttrice esecutiva dell’organizzazione Equal Rights Advocates. «Questo ordine esecutivo non vuole proteggere le donne [come ha detto Trump, ndr], ma controllarle e contemporaneamente attaccare alcuni dei membri più vulnerabili della nostra comunità».
Oltre alle pagine che facevano in qualche modo riferimento all’identità di genere, dall’insediamento della nuova amministrazione sono stati cancellati più di 2mila dataset da data.gov, il più grande archivio di dati accessibili al pubblico del paese: la maggior parte provenivano dal dipartimento dell’Energia, dal dipartimento dell’Interno, dalla NASA, dall’Agenzia per la protezione ambientale e dalla National Oceanic and Atmospheric Administration, che si occupa di previsioni meteorologiche, monitoraggio delle condizioni oceaniche e atmosferiche e tracciamento di mappe dei mari.
«L’amministrazione di Trump aveva già cancellato enormi quantità di dati sul clima durante il suo primo mandato», ha segnalato 404 Media. «Oltre ad aver cancellato dataset, in alcuni casi cancellò i link che portavano ad altri dataset, rendendoli più difficili da trovare. Per esempio, durante il primo mandato di Trump il dipartimento dei Trasporti cancellò informazioni sul cambiamento climatico, le ripubblicò sotto forma diversa e poi le cancellò di nuovo». Questo non vuol dire sempre che i dataset siano stati cancellati del tutto: alcuni possono essere trovati altrove su internet, e c’è già chi sta lavorando per salvarli indipendentemente per assicurarsi che ne rimangano delle copie, benché sia un lavoro molto impegnativo.