Le cose da sapere sullo sciopero dei treni del 25 e del 26 gennaio
Inizia alle 21 di sabato e finirà domenica sera: non ci sono fasce garantite, ma alcuni treni a lunga percorrenza circoleranno comunque

Dalle 21 di oggi, sabato 25 gennaio, alle 21 di domani ci sarà uno sciopero del personale di Ferrovie dello Stato, Trenitalia, Tper e Trenord. Lo sciopero è stato proclamato dai sindacati Cub Trasporti, Sgb e Usb (per questi ultimi, la mobilitazione finirà alle 5 di domenica mattina), per chiedere un miglioramento delle condizioni di lavoro e della retribuzione, e denunciare i problemi strutturali che, secondo i ferrovieri, hanno causato i continui disservizi della rete in Italia. Lo sciopero potrebbe causare ritardi, rallentamenti e cancellazioni di treni.
Dal momento che domenica è un giorno festivo non sono previste fasce di garanzia, ma ci saranno comunque alcuni treni a lunga percorrenza garantiti (qui l’elenco pubblicato sul sito di Trenitalia). Per quanto riguarda i collegamenti con l’aeroporto di Milano Malpensa, Trenord fa sapere che in caso di cancellazioni ci saranno bus sostitutivi da Cadorna (via Paleocapa 1).
Nel comunicato sul sito di Trenitalia si spiega che lo sciopero potrebbe modificare il servizio anche prima dell’inizio della mobilitazione e dopo l’orario di fine. I treni che si trovano già in viaggio alle 21 di sabato arriveranno alla stazione finale se la destinazione può essere raggiunta entro un’ora dall’inizio dello sciopero, altrimenti si fermeranno nelle stazioni precedenti.
L’azienda fa sapere che chi vuole rinunciare al viaggio può chiedere il rimborso fino all’ora di partenza del treno prenotato, se si tratta di un Intercity o di una Freccia (per i treni regionali si poteva chiedere il rimborso entro la mezzanotte di venerdì). Oppure, si legge sempre nella nota di Trenitalia, è possibile programmare di nuovo il viaggio con condizioni di trasporto simili se ci sono posti disponibili.
In un comunicato Usb parla di uno «stato di degrado allarmante» del settore ferroviario, e definisce tragicomiche le discussioni sui sabotaggi della rete portate avanti tra gli altri dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Per il sindacato i ritardi e i continui problemi con i treni in Italia sono da ricondurre innanzitutto a «decenni di smantellamento occupazionale e dismissione di strutture produttive e di servizio».
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