Hamas ha liberato altre quattro donne israeliane in ostaggio
Sono soldate catturate il 7 ottobre 2023: in cambio Israele ha rilasciato 200 prigionieri palestinesi

Sabato mattina Hamas ha liberato quattro soldate israeliane che erano tenute in ostaggio nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre del 2023. La loro liberazione era stata concordata con Israele in base all’accordo per il cessate il fuoco a Gaza entrato in vigore domenica scorsa. In cambio Israele ha fatto uscire dal carcere 200 persone palestinesi. Le soldate sono state consegnate da Hamas alla Croce Rossa Internazionale in piazza Palestina, nella città di Gaza, alle 10:10, ora italiana. Poi la Croce Rossa le ha portate dall’esercito israeliano con cui sono rientrate in Israele.
Successivamente 114 prigionieri palestinesi sono stati portati in Cisgiordania, 16 nella Striscia di Gaza, attraverso il varco di Khan Younis, e 70 in Egitto. Questi ultimi, molti dei quali erano stati condannati all’ergastolo, saranno espulsi verso altri paesi perché Israele ha vietato il loro ritorno in Cisgiordania: Tunisia, Algeria e Turchia, che hanno accettato di accoglierli. Il più giovane dei detenuti liberati ha 15 anni, il più vecchio 69.
Le quattro soldate israeliane sono Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy, che hanno 20 anni, e Liri Albag, che ne ha 19. Erano state catturate da Hamas mentre erano in servizio di guardia in una base militare di Nahal Oz, vicino al confine con la Striscia. Sono state consegnate alla Croce Rossa in mezzo a una folla di persone palestinesi che si erano radunate per assistere alla consegna. Prima del loro rilascio sono state fatte salire su un palco dove hanno salutato la folla. Sono state in ostaggio per 477 giorni.
Il fatto che le donne siano quattro soldate aveva complicato le trattative per la loro liberazione venerdì, dato che l’accordo per il cessate il fuoco prevede che prima di liberare le militari in ostaggio vengano liberate tutte le civili. Il governo israeliano aveva sottolineato con i negoziatori che la lista dei nomi diffusa da Hamas violava l’accordo, e Hamas, che ha riconosciuto la violazione, l’aveva motivata parlando di «complicazioni tecniche».
Non è chiaro cosa significhi concretamente, ma potrebbero entrarci i rapporti tra Hamas e il Movimento per il Jihad Islamico in Palestina, un gruppo armato palestinese diverso da Hamas. Si presume che Arbel Yehud, una delle ultime donne civili israeliane ancora in ostaggio e ritenute vive, sia in mano al Movimento per il Jihad Islamico. Dopo alcune consultazioni all’interno del governo il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva comunque accettato la liberazione delle quattro donne indicate da Hamas, anche se militari.
Sabato il governo israeliano ha detto che fino a che Yehud non sarà liberata l’esercito non permetterà agli abitanti di Gaza di spostarsi nel nord della Striscia, oltre il cosiddetto “corridoio di Netzarim”, come previsto dall’accordo per il cessate il fuoco in questa fase. Un membro di Hamas ha detto all’agenzia di stampa Reuters che i mediatori dell’accordo sono stati informati del fatto che la donna è viva e sarà liberata il prossimo sabato. La stessa informazione è stata data in modo non ufficiale anche ad Al Jazeera.
Quello di sabato è stato il secondo scambio di prigionieri tra Israele e Hamas concordato contestualmente al cessate il fuoco in corso. La scorsa settimana Hamas aveva liberato tre donne israeliane in cambio di 90 persone palestinesi detenute, in maggioranza donne.
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