Il successore di Sinwar a Gaza è un altro Sinwar
Mohammed Sinwar, il fratello minore di Yahya, è di fatto diventato il capo militare di Hamas, e sta reclutando molto velocemente nuovi miliziani

Mohammed Sinwar, il nuovo capo di fatto dell’ala militare di Hamas, sta portando avanti la guerra contro Israele nella Striscia di Gaza e sta parzialmente ricostituendo le forze militari del gruppo. Mohammed Sinwar è il fratello minore di Yahya Sinwar, il capo militare di Hamas ucciso da Israele lo scorso ottobre.
Mohammed, che ha circa 50 anni (la sua età non è nota con precisione), non è formalmente il capo militare: dopo l’uccisione di gran parte dei suoi comandanti, lo scorso autunno Hamas aveva deciso di nominare una leadership collettiva di cinque dirigenti, tutti residenti in Qatar, di cui Sinwar non fa parte. Secondo varie fonti, Sinwar esercita però una leadership di fatto sulle forze militari di Hamas nella Striscia, e molti lo definiscono ancora più estremista di suo fratello maggiore.
Come suo fratello Yahya, Mohammed Sinwar è nato nella Striscia di Gaza e si è unito a Hamas da giovane. Ma se Yahya trascorse 23 anni in una prigione israeliana, imparò l’ebraico e divenne piuttosto noto all’apparato di sicurezza israeliano, Mohammed ha trascorso in prigione soltanto brevi periodi, e di lui si sa molto poco. Il suo soprannome in arabo è al Thel, che significa “l’ombra”. Mohammed partecipò nel 2005 all’attacco contro una postazione dell’esercito israeliano che portò alla cattura del soldato Gilad Shalit: nel 2011 Shalit fu liberato in cambio di 1.027 prigionieri palestinesi, tra cui Yahya Sinwar.
Mohammed Sinwar è stato tra gli organizzatori dell’attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele, e ora che Israele ha ucciso gran parte della leadership di Hamas è il comandante militare di grado più alto presente nella Striscia. L’anno scorso Israele diffuse un video che sosteneva raffigurasse Mohammed Sinwar a bordo di un’auto dentro a un tunnel sotterraneo nella Striscia. Non è chiaro però a quando risalga.
Hamas, benché indebolito, in quest’anno e mezzo di guerra non è stato distrutto da Israele. Da mesi soprattutto nel nord della Striscia – che Israele ha di fatto messo sotto assedio – sono in corso combattimenti molto duri, che mostrano come Hamas abbia ancora capacità militari rilevanti: soltanto nella settimana scorsa sono stati uccisi in combattimento dieci soldati israeliani.
Prima dell’inizio della guerra, si stimava che Hamas avesse a disposizione circa 30 mila miliziani. Israele sostiene di averne uccisi 17 mila e di averne detenute altre migliaia, ma in questi mesi Hamas è riuscito a reclutare centinaia se non migliaia di nuovi combattenti. Hamas recluta giovani uomini in parte promettendo cibo e trattamento medico alle loro famiglie, e a volte approfittando della rabbia della popolazione contro i bombardamenti israeliani. Secondo il Wall Street Journal uno dei momenti migliori per il reclutamento sono i funerali delle vittime civili.
Negli scorsi giorni sono usciti sui media israeliani alcuni report secondo cui nella Striscia di Gaza ci sarebbero in totale ancora tra i 20 e i 23 mila miliziani, tra quelli di Hamas e quelli di altri gruppi come il Jihad Islamico. «Siamo in una situazione in cui il ritmo a cui Hamas si sta ricostituendo è più rapido di quello con cui le forze armate israeliane lo stanno distruggendo. Mohammed Sinwar è a capo di tutto questo», ha detto al Wall Street Journal Amir Avivi, un brigadier generale dell’esercito israeliano in pensione.

Una manifestazione per Yahya Sinwar in Yemen, ottobre 2024 (AP Photo/Osamah Abdulrahman)
Mohammed Sinwar sta anche partecipando – indirettamente, come aveva fatto prima di lui suo fratello – ai negoziati per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, e secondo varie fonti sarebbe «ancora più ostinato di suo fratello».
Il Wall Street Journal ha potuto vedere alcuni messaggi che Sinwar ha inviato ai negoziatori alla fine dell’anno scorso. In uno c’è scritto «Hamas è in una posizione molto forte e può dettare le sue condizioni». In un altro: «Se non si trova un accordo complessivo che ponga fine alle sofferenze di tutti gli abitanti di Gaza e che giustifichi il loro sangue e i loro sacrifici, Hamas continuerà a combattere».
I negoziati sono ripresi nella seconda settimana di gennaio, e benché siano stati fatti alcuni progressi soprattutto per quanto riguarda un possibile scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi, ancora non è stato possibile arrivare a un accordo.