C’è un caso sulla valutazione del rischio sismico per il ponte sullo Stretto
L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia non è stato incaricato delle rilevazioni, e l’opposizione ha chiesto al governo di fermare il progetto

Nel fine settimana Repubblica ha pubblicato parti di due lettere scritte dal presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), Carlo Doglioni, che hanno generato nuove polemiche politiche sul ponte sullo Stretto di Messina. Doglioni ha scritto che l’INGV non è stato coinvolto nel progetto definitivo del ponte per quanto riguarda l’analisi del rischio sismico e di possibili faglie attive, e che sarebbe necessario fare alcuni approfondimenti. La società Stretto di Messina, che gestisce il progetto del ponte, ha replicato che il progetto è invece completo e dotato di tutte le certificazioni necessarie, aggiungendo che il ponte sarà «una delle strutture sismicamente più sicure in Italia e nel mondo». Dopo la pubblicazione dell’articolo, però, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico hanno chiesto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di fermare l’opera e di riferire in parlamento.
Il caso è iniziato dalla documentazione allegata al progetto definitivo del ponte sullo Stretto, una delle opere più complesse e costose della storia italiana e di cui si discute da almeno 50 anni. La commissione VIA (valutazione di impatto ambientale) del ministero dell’Ambiente aveva chiesto alla società Stretto di Messina di chiarire alcuni aspetti sul rischio sismico e sugli studi geofisici dell’area dove verrà costruito il ponte. Nella risposta la società Stretto di Messina aveva fatto riferimento a una relazione del dipartimento di Scienze della terra della Sapienza di Roma e dell’INGV. A quel punto il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli aveva chiesto a Doglioni quali studi erano stati fatti dall’INGV sulla «presenza di faglie attive nell’area del ponte».
Doglioni ha risposto che l’INGV «non ha avuto incarico da parte dello Stretto di Messina a svolgere indagini sulla presenza di faglie attive». Ha inoltre aggiunto che a svolgere le analisi citate dalla società Stretto di Messina sarebbero stati due ricercatori dell’INGV autorizzati a fare studi bibliografici «a esclusivo titolo personale», e sulla base di dati già in possesso dell’INGV. Doglioni ha detto che l’INGV non è in possesso di queste analisi, che pertanto non possono rappresentare l’opinione ufficiale dell’istituto.
Nelle lettere citate da Repubblica Doglioni parla anche della faglia Cannitello, su cui dovrebbe poggiare il pilone del ponte dalla parte della Calabria. Una faglia è una frattura della crosta terrestre che mette a contatto due porzioni di roccia, che scorrono l’una rispetto all’altra. Il movimento lungo una faglia può avvenire in modo lento e continuo, oppure in modo istantaneo, generando terremoti. Nelle mappe del progetto del ponte sullo Stretto, scrive sempre Repubblica, si dice che la faglia Cannitello non è più attiva in base alla bibliografia esistente. Secondo Doglioni servirebbero però altri studi specifici per valutarne l’attività potenziale.
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Dopo aver ricevuto le risposte di Doglioni, Bonelli ha scritto al CIPESS (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), l’organismo statale che dovrà autorizzare il progetto in via definitiva. Bonelli ha inviato le risposte di Doglioni anche alla commissione VIA, che martedì dovrebbe dare un parere sul progetto definitivo, e alla commissione Grandi rischi della Protezione Civile.
L’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha scritto a Repubblica che il progetto definitivo «non manca di alcun “via libera sismico” o “certificazione”». Ciucci ha spiegato che sono stati svolti rilievi e analisi tecniche nell’area dove verrà costruito il ponte sullo Stretto e ha detto che di recente la società Stretto di Messina ha fatto un accordo di collaborazione tecnico-scientifica con l’INGV. Ha inoltre ribadito che la faglia di Cannitello non è “sismogenetica”, cioè non può produrre scuotimento sismico del suolo: anche se dovesse esserci un terremoto, per Ciucci comunque il Ponte sullo Stretto «non subirebbe alcun danno» per com’è stato progettato.
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Il progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina era stato approvato a febbraio. Prevede la costruzione del ponte a campata unica più lungo del mondo: la lunghezza complessiva sarebbe di 3.660 metri, con una campata sospesa di 3.300 metri. In base al progetto le due torri che lo sosterranno dovrebbero essere alte 399 metri e formate da due piloni collegati tra loro da tre grandi travi orizzontali. Secondo le stime i cantieri costeranno 13,5 miliardi di euro, ai quali va aggiunto circa un miliardo di euro per le opere accessorie. Da tempo le associazioni ambientaliste e l’opposizione al governo criticano il progetto, dicendo che è dannoso, anacronistico e troppo costoso. Poche settimane fa anche la sindaca di Villa San Giovanni, in Calabria, e il sindaco di Messina, in Sicilia, hanno espresso i propri dubbi sulla fattibilità dell’opera. I lavori dovrebbero partire nel 2025.