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  • Lunedì 9 settembre 2024

La storia del leader religioso filippino arrestato per stupro e tratta di esseri umani

È Apollo Quiboloy, fondatore del Kingdom of Jesus Christ: dice di essere discendente di Dio ed è molto vicino all'ex presidente Rodrigo Duterte

Apollo Quiboloy durante una conferenza stampa il giorno dopo il suo arresto, lunedì 9 settembre (AP Photo/Aaron Favila)
Apollo Quiboloy durante una conferenza stampa il giorno dopo il suo arresto, lunedì 9 settembre (AP Photo/Aaron Favila)
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Domenica a Davao, una delle più importanti città delle Filippine, la polizia ha arrestato Apollo Carreon Quiboloy, un pastore evangelico con milioni di seguaci in tutto il mondo e consigliere spirituale dell’ex presidente filippino Rodrigo Duterte: era ricercato dalle autorità filippine e statunitensi con accuse che includono tratta di esseri umani, violenza sessuale su minori, contrabbando di denaro e frode, che lui nega.

Da due settimane la polizia filippina era appostata fuori dalla sede del Kingdom of Jesus Christ, la Chiesa fondata da Quiboloy a Davao: il 24 agosto circa 2mila poliziotti avevano circondato il complesso di edifici di circa 300mila metri quadrati (poco meno di Città del Vaticano) dove Quiboloy si stava nascondendo, e da allora avevano cercato di tirarlo fuori con delle incursioni, scontrandosi quotidianamente con centinaia di suoi seguaci che si opponevano all’arresto.

Nella prima giornata di scontri uno dei seguaci è morto per un arresto cardiaco e nei giorni successivi decine di persone, fra cui anche molti agenti, sono state ferite e portate in ospedale. Quiboloy è stato infine arrestato l’8 settembre in una delle aule della scuola per studi della Bibbia che fa parte del complesso. Il suo avvocato, Israelito Torreon, ha detto che il suo cliente si è arreso «perché non vuole che la violenza continui». Dopo l’arresto il ministro dell’Interno filippino Benhur Abalos ha pubblicato su Facebook una foto di Quiboloy e Torreon.

Quiboloy, che oggi ha 74 anni, fondò il Kingdom of Jesus Christ (KOJC) a metà degli anni Ottanta sostenendo di essere discendente di Dio. Oggi la Chiesa dice di avere sette milioni di seguaci ed è molto popolare sia nelle Filippine che tra le comunità di espatriati filippini all’estero. Negli anni Quiboloy si è avvicinato all’ex presidente Rodrigo Duterte, che dal 1988 al 2013 è stato quasi ininterrottamente sindaco di Davao. Nel 2015 Quiboloy sostenne la sua candidatura a presidente, permettendogli anche di spostarsi per alcuni comizi con i suoi elicotteri.

Duterte fu eletto presidente nel 2016 e governò fino al 2022 con metodi autoritari: in quegli anni Quiboloy fu il suo “consigliere spirituale” e continuò a fare sermoni dall’enorme complesso edilizio di Davao, che oggi include decine di edifici fra cui un’arena ancora in costruzione con una capienza di 75mila posti, una cattedrale, una scuola di studi biblici, un’università, un piccolo aeroporto di una compagnia aerea di sua proprietà e un fast food, chiamato Waxi’s e che in precedenza era un McDonald’s. La polizia ha detto al New York Times di ritenere che sotto uno degli edifici ci sia un bunker che Quiboloy ha usato di recente per nascondersi, dato che attraverso l’uso di apparecchiature apposite era stato rilevato sottoterra quello che sembrava essere il calore e il battito cardiaco di un essere umano.

Il complesso del Kingdom of Jesus Christ a Davao, nelle Filippine (Google Maps)

Nel 2020 il Federal Bureau of Investigation degli Stati Uniti (l’FBI) aprì un’indagine contro di lui, che si concluse l’anno successivo con l’incriminazione di Quiboloy per moltissime accuse, fra cui principalmente associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani a scopo sessuale e frode. Il dipartimento di Giustizia statunitense emise un mandato di arresto nei suoi confronti, che però fu ignorato dal governo filippino di Duterte: Quiboloy fu quindi inserito nella lista dei ricercati dell’FBI.

La situazione cambiò nel 2022 quando nelle Filippine fu eletto presidente Ferdinand Marcos Jr., il figlio dell’ex dittatore Ferdinand Marcos. In seguito al cambio di governo anche il dipartimento di Giustizia filippino aprì un’indagine contro Quiboloy e altri quattro leader del Kingdom of Jesus Christ, nonostante Quiboloy goda del sostegno pubblico di Sara Duterte, figlia di Rodrigo Duterte e attuale vicepresidente del paese.

Non a caso il 1° settembre, il giorno del 39esimo anniversario della fondazione del Kingdom of Jesus Christ, Sara Duterte è andata a Davao per sostenere Quiboloy e ha detto che la polizia aveva usato contro i manifestanti chiusi nel complesso una forza «discutibile».

Agenti di polizia filippina in tenuta antisommossa davanti all’entrata della sede del Kingdom of Jesus Christ durante l’operazione di arresto di Quiboloy ad agosto del 2024 (ANSA/EPA/CERILO EBRANO)

L’indagine del dipartimento di Giustizia delle Filippine è separata da quella dell’FBI, ma il mese scorso è giunta alle stesse conclusioni: per questo sono stati emessi cinque mandati di arresto contro Quiboloy e quattro altri leader della sua Chiesa. Già da marzo Quiboloy era però latitante per un altro mandato di arresto emesso dopo che si era rifiutato di comparire davanti al Senato filippino per un’interrogazione parlamentare sulle accuse di violenza sessuale e tratta di esseri umani nei suoi confronti.

Quiboloy è accusato principalmente di due cose. La prima è di essere a capo di una rete di operazioni fraudolente e riciclaggio di denaro che secondo l’FBI serve a «finanziare le operazioni della Chiesa e lo stile di vita sfarzoso dei suoi leader», fra cui il suo, che viaggiava regolarmente con un jet privato. Secondo i procuratori statunitensi migliaia di seguaci di Quiboloy in giro per il mondo raccoglievano donazioni per un’associazione che diceva di aiutare i bambini in difficoltà, ma che sarebbe stata in realtà solo una copertura per finanziare la Chiesa.

Secondo i procuratori statunitensi e filippini la Chiesa chiedeva ai suoi seguaci di pagare quote sempre più onerose, un circolo che portava alcuni fedeli a donare tutto il loro stipendio, e i dipendenti della Chiesa a dover raccogliere sempre più donazioni. Alcuni dipendenti residenti nelle Filippine sarebbero stati mandati negli Stati Uniti attraverso dei matrimoni fittizi con altri seguaci: una volta lì molti hanno raccontato di aver dovuto dormire in macchina, altri hanno detto che se non raggiungevano la quota prefissata per le donazioni veniva negato loro il cibo.

L’altra parte dell’accusa riguarda la tratta di esseri umani a scopo sessuale e le violenze sessuali, anche contro minori. Quiboloy è accusato sia dai procuratori filippini che da quelli statunitensi di avere delle assistenti personali, chiamate “pastorali”, che ufficialmente pulivano la sua casa e preparavano i suoi pasti ma che sarebbero state costrette anche ad avere rapporti sessuali con lui: alcune di loro avevano 14 anni al tempo degli abusi. Le “pastorali” venivano reclutate sia nelle Filippine che in altri paesi, fra cui principalmente l’Ucraina.

Due ex “pastorali” hanno detto al New York Times che le donne ritenute peccatrici venivano mandate in una proprietà della Chiesa nella periferia di Davao, chiamata Prayer Mountain. Una di loro ha raccontato di essere stata rasata e fatta vestire con abiti arancioni come quelli dei carcerati, e poi picchiata. Molti seguaci e dipendenti di Quiboloy l’hanno difeso, negando che queste violenze avvenissero.