La grande rivolta nel carcere minorile Beccaria di Milano
Quattro detenuti sono riusciti a fuggire, ma sono stati ritrovati, e otto sono rimasti feriti
Nella tarda serata di sabato c’è stata una grande rivolta al carcere Beccaria, l’istituto penale minorile di Milano. Secondo Gennarino De Fazio, il segretario generale del sindacato della polizia penitenziaria Uilpa, alcuni detenuti hanno dato fuoco ai materassi nelle loro celle, e una volta riuniti tutti in un’area comune alcuni hanno tentato di uscire dalla struttura approfittando di una porta aperta. Quattro sono riusciti a evadere: nella notte sono stati tutti ritrovati. Ci sono anche otto feriti tra i detenuti, di cui uno è stato portato in ospedale.
C’è stato un principio di incendio, che è stato contenuto dai vigili del fuoco, accorsi sul posto insieme a cinque ambulanze. La autorità hanno circondato il perimetro della struttura e chiuso le strade vicine per evitare altri tentativi di evasione. La rivolta domenica mattina è finita. Negli ultimi mesi le rivolte dentro al carcere sono state piuttosto frequenti: l’ultima era avvenuta solo dieci giorni fa, e anche in quel caso era stato dato fuoco a dei materassi; a inizio luglio c’era stato un altro incendio e a giugno una grossa rivolta a seguito della quale due detenuti erano riusciti a evadere, ma erano stati trovati nei giorni seguenti.
Di recente si è molto discusso dell’istituto perché ad aprile tredici agenti di polizia penitenziaria erano stati arrestati con l’accusa di aver commesso violenze e maltrattamenti nei confronti dei ragazzi detenuti. A peggiorare le condizioni del Beccaria c’è anche il sovraffolamento strutturale: secondo gli ultimi dati disponibili al 15 luglio nel carcere Beccaria, che è solo maschile, erano detenute 60 persone a fronte di 70 posti teoricamente disponibili; ad aprile però, quando è uscita la notizia delle indagini, i detenuti erano 81.
Questa diminuzione progressiva non si spiega con l’intenzione da parte dell’amministrazione del Beccaria di risolvere il problema del sovraffollamento. In realtà molti spazi del carcere sono diventati inagibili dopo le proteste dei detenuti: la capienza effettiva della struttura – cioè il numero di posti disponibili – è stata ridotta e decine di detenuti sono stati trasferiti in altre carceri minorili.
In Italia sono 17 le carceri minorili, o istituti penali per i minorenni (IPM). Si tratta di strutture in cui sono detenute persone tra i 14 e 18 anni, ma che possono ospitare anche giovani adulti fino ai 25 anni se il reato è stato commesso prima della maggiore età.
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