La Spagna chiederà di unirsi al Sudafrica nella causa contro Israele per genocidio

Giovedì il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares ha detto che la Spagna chiederà alla Corte internazionale di giustizia (ICJ), il più importante tribunale delle Nazioni Unite, di unirsi al Sudafrica nel caso in cui accusa Israele di star violando la Convenzione sul genocidio nella guerra nella Striscia di Gaza. La Spagna è il primo paese europeo a dire formalmente di volersi unire al Sudafrica in questo caso da quando quest’ultimo l’ha presentato davanti all’ICJ a dicembre del 2023: in questi mesi hanno fatto la stessa richiesta il Messico, la Colombia, il Nicaragua, la Libia e l’Autorità palestinese. Se verranno ammessi al caso, questi paesi, inclusa la Spagna, potranno presentare osservazioni scritte e intervenire in udienze sul caso.
La richiesta del ministro spagnolo è stata presentata una settimana dopo che Spagna, Irlanda e Norvegia hanno formalmente riconosciuto lo Stato di Palestina, aggiungendosi agli oltre 140 paesi (che rappresentano tre quarti degli stati membri delle Nazioni Unite) che già lo riconoscevano. Riconoscere uno Stato significa avviare relazioni diplomatiche ufficiali che in genere prevedono lo scambio di ambasciatori o personale diplomatico: nel caso della Palestina tuttavia il riconoscimento internazionale ha un altissimo valore simbolico e politico, soprattutto nel contesto della guerra in corso nella Striscia di Gaza tra Israele e Hamas.
I giudici dell’ICJ potrebbero impiegare anni per raggiungere una decisione sul caso presentato dal Sudafrica, le cui accuse Israele nega completamente. La Corte ha però già emesso diverse misure provvisorie a riguardo, ossia provvedimenti urgenti emessi all’interno di una causa più lunga e ampia: nell’ultima ha ordinato a Israele di fermare l’attacco a Rafah, l’ultima città ancora non completamente conquistata dall’esercito israeliano. Israele ha ignorato la maggior parte di queste richieste, che però hanno un forte valore politico.