I leghisti contro Roberto Vannacci

Nel partito ci sono da tempo critiche alla sua candidatura alle elezioni europee, e sabato sono aumentate dopo alcune contestate dichiarazioni del generale alla Stampa

(ANSA/FABIO FRUSTACI)
(ANSA/FABIO FRUSTACI)
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Negli ultimi giorni ci sono state grosse discussioni e polemiche dentro alla Lega, in seguito all’annuncio da parte del segretario Matteo Salvini della candidatura del generale Roberto Vannacci alle elezioni europee.

Già a inizio aprile diversi tra ex parlamentari e amministratori locali della Lega avevano contestato l’ipotesi di candidare il generale, e avevano criticato Salvini con una lettera aperta pubblicata sul quotidiano La Stampa. In seguito all’annuncio di giovedì, le critiche alla scelta di Salvini sono ricominciate, e sono diventate ancora più consistenti dopo alcune dichiarazioni fatte da Vannacci in un’intervista pubblicata sabato sulla Stampa.

Tra le varie cose Vannacci ha detto che «l’italiano ha la pelle bianca, lo dice la statistica», che l’aborto è «un’infelice necessità alla quale le donne sono costrette a ricorrere. Non credo che sia un diritto», e che nelle scuole sarebbe necessario istituire classi separate per gli studenti con disabilità. «Credo che classi con “caratteristiche separate” aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare. Un disabile non lo metterei di certo a correre con uno che fa il record dei 100 metri. Gli puoi far fare una lezione insieme, per spirito di appartenenza, ma poi ha bisogno di un aiuto specifico. Non sono un esperto di disabilità, ma sono convinto che la scuola debba essere dura e selettiva, perché così sarà poi la vita», ha detto.

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Vannacci era diventato molto noto la scorsa estate dopo la pubblicazione del suo libro Il mondo al contrario, che provocò grosse polemiche. Il libro era autopubblicato e conteneva passaggi omofobi, razzisti, sessisti e in generale ritenuti offensivi. Al termine di un’inchiesta formale avviata in seguito alla pubblicazione del libro, a fine febbraio il ministero della Difesa aveva deciso di sospenderlo per 11 mesi per aver dimostrato «carenza del senso di responsabilità», leso il «principio di neutralità/terzietà della forza armata» e compromesso «il prestigio e la reputazione» dell’esercito.

Già prima dell’annuncio della candidatura, Salvini da tempo aveva parlato della possibilità di candidare Vannacci alle elezioni europee (dove per il sistema elettorale contano le preferenze, a differenza delle elezioni politiche dove non ci sono, e la popolarità di un candidato come il generale può portare molti voti alla Lega). Ciononostante, dentro al partito ci sono stati molti politici che hanno contestato la scelta del segretario, in particolare quelli del Nord Italia più legati agli obiettivi programmatici della Lega delle origini, come il federalismo, ovvero il decentramento dei poteri dal governo agli enti locali, che da tempo è stato sostituito da temi di carattere più nazionale, come il contrasto all’immigrazione.

Dopo l’annuncio della sua candidatura, diversi importanti esponenti leghisti del Nord hanno detto che non hanno intenzione di votare Vannacci: il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha detto di sperare che il generale «possa contribuire a fare delle liste forti e ad ottenere un buon risultato per la Lega» ma che lui lavorerà per sostenere i tre candidati friulani. Anche in Veneto l’opposizione a Vannacci è stata simile: l’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato ha detto che«Vannacci non lo voterò mai e poi mai, manco morto», quello alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin, che «Vannacci non c’entra nulla con la Lega in cui sono entrato più di 30 anni fa. Fatico a capire questa scelta», e l’assessore all’Agricoltura Federico Caner che «non è un valore aggiunto per la Lega e a Nord Est non ci porterà voti».

Vannacci è candidato in tutti i collegi ed è stato scelto come capolista nella circoscrizione dell’Italia centrale.

Paolo Grimoldi, segretario della Lega in Lombardia tra il 2015 e il 2021, ha commentato la scelta di Salvini in un’intervista all’HuffPost, dicendo che «la Lega con Salvini non è più un partito politico ma è diventato un cartello elettorale che candida chiunque per mettere insieme tre voti in croce ed evitare di dover dire che le europee siano una débacle assoluta». E parlando di Vannacci ha aggiunto: «Come si fa a candidare uno che può dire una frase condivisibile, ma non sappiamo cosa pensa sulla riforma delle pensioni, sul fisco, sul federalismo, sull’agricoltura… Nella Lega c’è un dissenso che si allarga».

Un altro commento molto duro è arrivato da Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato, che alla trasmissione radiofonica Un giorno da pecora ha detto: «La mia opinione è nota, la Lega deve candidare leghisti, già uno che deve meditare se candidarsi o no non lo sceglierei mai. Se Vannacci sarà candidato nella mia circoscrizione non lo voterò, sceglierò uno della Lega che si è fatto il mazzo sul territorio». Anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha commentato la candidatura di Vannacci in senso critico dicendo che il generale «non è della Lega», e riguardo all’intervista data alla Stampa si è limitato a dire che non condivide le parole del generale.

Le dichiarazioni di sabato alla Stampa hanno fatto molto discutere anche al di fuori della Lega, soprattutto per via del passaggio riguardante le classi separate per gli studenti con disabilità. Il vicepresidente della Conferenza episcopale italiana (CEI), Francesco Savino, ha risposto a Vannacci che «queste affermazioni ci riportano ai periodi più bui della nostra storia. […] Le classi separate riproducono i ghetti. La separazione in classi diverse per i fratelli disabili significa che sono da emarginare o guardare con sospetto. E invece loro hanno tante abilità che noi non abbiamo». È stato molto critico anche il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, per cui «la separazione basata su una condizione fisica è discriminatoria. Lo dice la Costituzione, le leggi, le circolari».

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