Fino al 5 maggio si può fare domanda per votare come fuori sede alle elezioni europee

Con un modulo da inviare al proprio comune di residenza, grazie a un nuovo sistema introdotto in via sperimentale e per ora valido solo per gli studenti

(ANSA/Massimo Percossi)
(ANSA/Massimo Percossi)
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Alle prossime elezioni europee, che si svolgeranno in Italia tra l’8 e il 9 giugno, per la prima volta gli studenti fuori sede potranno votare nel comune in cui vivono, senza necessariamente dover tornare in quello in cui formalmente risiedono. È una novità importante e il sistema che verrà utilizzato, introdotto per ora in via sperimentale, potrebbe risolvere un problema che da tempo costringe i fuori sede – studenti, ma anche lavoratori – a rinunciare a votare a causa del viaggio lungo e costoso che dovrebbero fare per raggiungere il seggio a loro assegnato.

Gli studenti fuori sede che vogliono avere la possibilità di votare in questo modo dovranno fare domanda al proprio comune di residenza entro il prossimo 5 maggio, usando un modulo fornito dal ministero dell’Interno in cui bisogna indicare l’indirizzo di residenza e quello temporaneo di domicilio, ossia dove si abita effettivamente. Il modulo può essere presentato di persona agli uffici del comune, oppure inviato via email. Entro il 4 giugno il comune di domicilio deve rilasciare allo studente che ha fatto domanda una “attestazione di ammissione al voto”, con la quale viene confermata la possibilità di votare nella città in cui si abita e viene indicato il seggio in cui farlo.

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Il seggio assegnato agli studenti fuori sede cambia in base all’organizzazione delle circoscrizioni elettorali, ossia le parti in cui viene diviso il territorio nazionale e in base alle quali verranno eletti gli europarlamentari. La legge italiana che regola il funzionamento delle elezioni europee, approvata nel 1979, divide il paese in cinque circoscrizioni elettorali: Nord-Est, Nord-Ovest, Centro, Sud e Isole.

Se l’indirizzo di residenza e quello di domicilio si trovano nella stessa circoscrizione (per esempio nel caso di uno studente che da Bari si sposta a Napoli) lo studente fuori sede potrà votare nelle sezioni ordinarie del suo comune di domicilio, insieme a tutti gli altri cittadini. Se invece l’indirizzo di domicilio è in una circoscrizione diversa rispetto a quello di residenza (come nel caso di una persona che da Bari va a studiare a Varese) lo studente dovrà votare in sezioni speciali istituite nel capoluogo di regione (quindi, nel caso dell’esempio, a Milano). Il nuovo sistema introdotto per le elezioni europee permetterà a tutti gli studenti fuori sede di votare per i candidati della propria circoscrizione elettorale di origine, indipendentemente da dove si trovano.

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La possibilità per gli studenti fuori sede di votare senza doversi spostare era stata introdotta con un emendamento al decreto-legge “Elezioni”, presentato da Fratelli d’Italia. La norma, approvata poi da tutti i partiti, è da intendersi come sperimentale e per ora riguarda esclusivamente le elezioni europee del prossimo giugno. Si applica inoltre solo agli studenti che vivono fuori sede da almeno tre mesi, e non anche ai lavoratori o alle persone che si trovano fuori dal comune di residenza per motivi di salute.

Dell’introduzione del voto ai fuori sede si discute da anni, con varie proposte che finora non avevano permesso di risolvere il problema in modo efficace. Il ministero dell’Interno è tradizionalmente contrario all’idea di una riforma sistematica e permanente, visto che lo costringerebbe a fare più controlli per garantire la correttezza delle procedure di voto fuori sede. C’è poi anche la questione economica, per quanto marginale, legata al fatto che le procedure per i fuori sede avrebbero un costo ulteriore, essendo necessario allestire altri seggi. Per permettere ai fuori sede di votare alle elezioni europee Fratelli d’Italia aveva stimato una spesa aggiuntiva di 615mila euro, una cifra irrisoria rispetto al costo complessivo di un’elezione.