La band russa che doveva suonare prima della strage a Mosca

I Picnic sono uno dei gruppi rock più famosi del paese fin dai tempi dell'Unione Sovietica, e nell'attacco di venerdì sera è stata uccisa anche una loro collaboratrice

Edmund Shklyarskiy, cantante e chitarrista dei Picnic, durante un concerto nel 2013
Edmund Shklyarskiy, cantante e chitarrista dei Picnic, durante un concerto nel 2013 (Vadim Kondratyev, CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons)
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Tra le persone che domenica hanno posato fiori al memoriale della strage compiuta venerdì sera a Mosca c’erano anche i membri dei Picnic (Пикник), la band rock russa che avrebbe dovuto esibirsi prima dell’attentato, che hanno una radicata fama in Russia. I Picnic sono un gruppo di culto attivo dalla fine degli anni Settanta e nel paese sono apprezzati ancora oggi: un po’ come era successo alla band rock californiana degli Eagles of Death Metal nell’attentato del 13 novembre 2015 al Bataclan di Parigi, anche loro si sono trovati al centro di uno degli attentati più gravi in Occidente rivendicati dall’ISIS, in cui sono state uccise almeno 137 persone.

Dalla loro fondazione nel 1978 a San Pietroburgo (allora Leningrado) a oggi i Picnic, il cui nome in cirillico viene traslitterato anche come Piknik o Piknic, hanno inciso oltre venti dischi, e sono una delle band con più seguito in Russia tra quelle che si affermarono tra l’epoca sovietica e il periodo successivo alla fine dell’URSS. Quello di venerdì alla Crocus City Hall, a nord-ovest di Mosca, doveva essere il primo di due loro concerti accompagnati da un’orchestra sinfonica, entrambi sold out. Prima dell’inizio dello spettacolo, tuttavia, alcuni uomini hanno cominciato a sparare nel teatro, che poteva ospitare fino a 6.200 persone.

Sabato sulla sua pagina del social network russo VKontakte e poi sul suo sito la band aveva scritto di essere «profondamente sconvolta da questa terribile tragedia», aggiungendo che una donna dell’entourage risultava ancora dispersa. Domenica, giornata di lutto nazionale, ha poi confermato la morte di Yekaterina Kushner, un’assistente del suo manager. Per l’attentato sono stati incriminati quattro cittadini del Tagikistan, un’ex repubblica sovietica dell’Asia centrale, che sono stati accusati di atti terroristici, un reato punibile con il carcere a vita. «Questa atrocità è di una crudeltà inimmaginabile e senza senso», ha detto il cantante della band, Edmund Shklyarsky, che suona la tastiera e la chitarra ed è l’unico membro originale rimasto.

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Il critico letterario Ilya Kukulin, esperto di cultura russa all’Amherst College nel Massachusetts, ha definito i Picnic tra «i mostri sacri del rock» dell’Unione Sovietica. All’inizio si ispiravano a celebri band e musicisti rock occidentali, come David Bowie e i Led Zeppelin, ma poi nei loro dischi cominciarono a incorporare elementi di generi popolari tradizionali e di musica sinfonica. Alcuni li considerano la prima band “goth rock” russa soprattutto per le loro sonorità originali e sperimentali e per i testi cupi e simbolici, che parlano tra le altre cose di vampiri, geroglifici e misticismo.

Come ha spiegato al New York Times Kukulin, buona parte del loro successo è dovuta alle loro esibizioni scenografiche, che in particolare dagli anni Novanta comprendono giochi di luci, effetti speciali e artifici che le rendono quasi delle performance artistiche: gli stessi che si vedono nel video della canzone traducibile come “Niente, non temere niente”, pubblicata due settimane fa.

In un’intervista del 2023, Shklyarsky aveva detto di credere che «una delle spinte principali per fare arte sia un certo senso di disagio o disaccordo con lo status quo» che, «volendo, si poteva definire una forma di protesta». Kukulin ha detto che comunque i Picnic non sono «mai stati una band politica», anche se inevitabilmente sono stati coinvolti nelle questioni politiche che riguardano il loro paese.

Negli anni Ottanta le autorità sovietiche impedirono alla band di usare gli studi di registrazione e i media controllati dal regime si lamentavano dei loro testi, sostenendo tra le altre cose che incoraggiassero l’uso di droghe. Più di recente, sempre secondo Kukulin, i Picnic hanno invece riguadagnato popolarità perché molti musicisti e artisti russi hanno lasciato il paese per via della sistematica repressione della libertà di espressione da parte dei governi del presidente Vladimir Putin, appena rieletto senza nessuna sorpresa per un quinto mandato. A differenza di altri cantanti russi, Shklyarsky non ha sostenuto esplicitamente l’invasione russa dell’Ucraina cominciata nel 2022. A ogni modo nel 2016 le autorità ucraine avevano vietato ai Picnic di esibirsi nel paese, perché avevano suonato più volte in Crimea dopo l’invasione illegale della Russia nel 2014.

In un messaggio condiviso sempre su VKontakte, i Picnic hanno ricordato che il loro prossimo concerto in programma è quello di mercoledì 27 marzo a San Pietroburgo, e hanno aggiunto che l’organizzazione sta cercando di trasformarlo in «una serata commemorativa dedicata alle vittime dell’attacco terroristico alla Crocus City Hall». Sempre secondo il messaggio, i fondi raccolti durante il concerto «verranno inviati ai feriti e alle famiglie delle persone uccise nell’attacco terroristico».

Una delle loro canzoni del 1994, il cui titolo può essere tradotto come “Per gli innocenti uccisi”, è sempre stata interpretata come un tributo alle persone oppresse durante il regime comunista: adesso secondo Kukulin ha cominciato a diventare una specie di tributo per le persone uccise nella strage di venerdì.

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