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  • Domenica 3 marzo 2024

La cosiddetta Guardia costiera libica ha ostacolato il soccorso a 77 migranti

Ha disturbato il lavoro della Humanity 1 e causato l'annegamento di una persona nel mar Mediterraneo, secondo l'equipaggio della nave

Una motovedetta della cosiddetta Guardia costiera libica, in mare vicino a un'imbarcazione di migranti, fotografata dall'alto
Una motovedetta della cosiddetta Guardia costiera libica, in mare vicino a un'imbarcazione di migranti, fotografata dall'alto, il 2 marzo 2024 (Sea-Watch)
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Sabato la nave Humanity 1 ha soccorso decine di migranti che si trovavano a bordo di tre imbarcazioni in difficoltà nella zona SAR della Libia, nel mar Mediterraneo meridionale. È riuscita a caricarne a bordo 77, ma il suo intervento è stato ostacolato da una motovedetta della cosiddetta Guardia costiera libica, le milizie armate libiche finanziate e addestrate dall’Italia e dall’Unione Europea per fermare le partenze dei migranti.

Secondo l’equipaggio dell’Humanity 1, che appartiene alla ong SOS Humanity, la motovedetta è arrivata durante i soccorsi: i membri della Guardia costiera libica hanno sparato in acqua mentre alcune persone si trovavano in mare, hanno minacciato l’equipaggio della nave da soccorso e costretto alcuni migranti a salire a bordo della loro imbarcazione, per poi riportarli in Libia. «Almeno una persona è morta annegata nel caos che è seguito», ha fatto sapere SOS Humanity. Attualmente la Humanity 1 sta navigando con le persone soccorse verso il porto di Bari, che le è stato assegnato dal ministero dell’Interno.

La sequenza di eventi è stata riferita anche dall’equipaggio dell’aereo per l’avvistamento di imbarcazioni in difficoltà Seabird, che fa parte della ong tedesca Sea-Watch e ha documentato le operazioni di soccorso con una serie di fotografie dall’alto. Secondo questo secondo resoconto la motovedetta libica si è avvicinata alla Humanity 1 dopo aver già intercettato un gommone con circa 50 persone a bordo. «Ha effettuato manovre pericolose che hanno provocato caos e la caduta in acqua di varie persone», ha aggiunto Sea-Watch, e «sparato alcuni colpi in acqua».

La cosiddetta Guardia costiera libica soccorre chi vuole, quando vuole, e con i metodi che vuole, spesso violenti. Le persone che riporta in Libia sono spesso riconsegnate ai trafficanti di esseri umani e ai gestori dei centri per migranti, dove le torture e gli stupri sono sistematici.

– Leggi anche: I soccorsi in mare dei migranti, spiegati bene