Il progetto di Google per controllare le perdite di metano dallo Spazio

A marzo sarà lanciato in orbita un satellite pensato per rilevarle: i dati che raccoglierà finiranno su una piattaforma a disposizione degli studiosi

Come saranno mostrati i dati sulle perdite di metano raccolti dal satellite MethaneSAT (Google)
Come saranno mostrati i dati sulle perdite di metano raccolti dal satellite MethaneSAT (Google)
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Dal mese prossimo attorno alla Terra orbiterà un satellite che avrà lo scopo di rilevare tutte le perdite di metano delle infrastrutture che estraggono e trasportano combustibili fossili, e i dati che raccoglierà saranno accessibili attraverso una piattaforma online di Google. Le emissioni di metano, il principale componente del gas naturale, sono tra quelle che contribuiscono al riscaldamento globale e con questo progetto Google vuole aiutare ricercatori, attivisti e giornalisti a scoprire dove se ne diffonde di più nell’atmosfera.

Il satellite che raccoglierà i dati si chiama MethaneSAT e sarà mandato in orbita all’inizio di marzo da un razzo SpaceX Falcon 9. Appartiene all’Environmental Defense Fund (EDF), la prima organizzazione ambientalista ad aver organizzato e finanziato il lancio di un satellite.

In un giorno MethaneSAT farà il giro del pianeta 15 volte a più di 560 chilometri di altezza e osserverà prima di tutto le regioni del mondo in cui si producono maggiori quantità di petrolio e gas naturale. Per registrare la presenza di perdite di metano, che è incolore, MethaneSAT userà delle telecamere a infrarossi. Negli ultimi anni vari satelliti sono stati usati per fare qualcosa di analogo, ma nelle intenzioni di Google e di EDF questo progetto sarà il più completo tra quelli disponibili.

Il metano resta nell’atmosfera solo per 12 anni, contro i più di 500 dell’anidride carbonica, ma il suo Global Warming Potential, cioè quanto contribuisce all’effetto serra rispetto alla CO2, è circa 25 volte. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (AIEA) si deve al metano il 30 per cento dell’aumento della temperatura media terrestre rispetto all’epoca preindustriale. Circa tre quinti delle emissioni mondiali di metano sono dovute ad attività umane: una buona parte proviene dagli allevamenti intensivi, perché questo gas è contenuto nei rutti e nelle flatulenze dei bovini, ma c’è anche il contributo delle attività di estrazione dei combustibili fossili.

Le aziende del settore sono solite bruciare il metano che fuoriesce dai giacimenti in lavorazione (cosa che produce anidride carbonica, il principale gas serra) o disperderlo nell’ambiente. Altre perdite avvengono lungo i gasdotti che trasportano il metano e, soprattutto in alcune zone del mondo, come l’Asia centrale, in caso di grandi incidenti: secondo i risultati di un’analisi diffusa venerdì, un’esplosione in un pozzo di esplorazione petrolifera nel sud-ovest del Kazakistan ha causato la dispersione nell’atmosfera di 127mila tonnellate di metano in sei mesi. Solo i sabotaggi dei gasdotti Nord Stream del 2022 ne avevano disperso di più da una sola fonte non naturale (in quel caso è stato stimato furono diffuse 230mila tonnellate di metano).

I dati raccolti da MethaneSAT saranno poi gestiti dalle tecnologie di Google per creare una mappa delle perdite di metano nel mondo, quantificarle e identificarne la fonte. Infatti le rilevazioni del satellite saranno incrociate da un sistema di intelligenza artificiale di Google in grado di distinguere i vari componenti delle infrastrutture di produzione e trasporto dei combustibili fossili, come i pozzi petroliferi, i serbatoi di gas e i gasdotti.

«Con queste informazioni le aziende del settore energetico, i ricercatori e gli stati potranno intervenire per ridurre le emissioni in modo più veloce ed efficace», ha detto Google in un comunicato dedicato al progetto. Google ha però fatto sapere che non avviserà direttamente le aziende proprietarie delle infrastrutture di cui saranno rilevate perdite, ma ha specificato che i dati raccolti saranno accessibili anche alle autorità statali.

La mappa di Google dedicata alle perdite di metano sarà disponibile su Earth Engine, una piattaforma di immagini e altri dati raccolti dai satelliti che l’azienda mette a disposizione gratuitamente agli studiosi. Non sarà in tempo reale, ma mostrerà informazioni rilevate qualche settimana prima.