La cooperativa che in Umbria riapre vecchi cinema

L'Anonima Impresa Sociale gestisce il Post-Modernissimo a Perugia e altre due sale in provincia che avevano chiuso, e che oggi sono centri culturali assai frequentati

di Angelo Mastrandrea

Il cinema Metropolis di Umbertide, in provincia di Perugia (Giorgia Fanelli)
Il cinema Metropolis di Umbertide, in provincia di Perugia (Giorgia Fanelli)
Caricamento player

A San Giustino, un comune di 11mila abitanti nell’alta valle del Tevere in Umbria, il pomeriggio del 15 dicembre una piccola folla ha riempito il cinema teatro Astra, che riapriva dopo trentacinque anni con la proiezione di Ferrari, il film sulla vita del fondatore della celebre azienda automobilistica presentato all’ultimo Festival del cinema di Venezia. L’associazione Astra, che ha riaperto la sala, lo definisce un «cinema di comunità», cioè un luogo in cui si va non solo per vedere un film ma per incontrarsi, discutere e decidere la programmazione partecipando alle «assemblee degli spettatori». Oltre alle proiezioni, all’interno si svolgono dibattiti, concerti e spettacoli teatrali, si può frequentare un corso di yoga o prendere lezioni di acquarello, c’è un coworking e anche una bottega in cui si possono acquistare prodotti locali, o di aziende che aderiscono al commercio equo e solidale.

Una foto dell'ingresso del cinema Astra a San Giustino

L’ingresso del cinema Astra a San Giustino (Eros Pacini)

Il cinema fu costruito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, quando la cooperativa Sangiustinese, nata da una società di mutuo soccorso sciolta dal fascismo, decise di acquistare un terreno nel centro del paese per farci una sala da ballo per i soci. In seguito fu trasformato in un cinema che fino alla chiusura, alla metà degli anni Ottanta, fu un luogo di incontro e un punto di riferimento culturale per i cittadini di San Giustino. Nel 2017 un gruppo di giovani del posto costituì un’associazione chiamata Astra e chiese alla cooperativa Sangiustinese, proprietaria dello stabile, di poterlo utilizzare per svolgerci attività culturali. Furono organizzate decine di assemblee e alla fine i consiglieri della Cooperativa decisero di ristrutturarlo, utilizzando proprie risorse e stipulando dei mutui con due banche locali.

Una volta conclusi i lavori, però, i volontari dell’associazione Astra non avevano gli strumenti per avviare un cinema. Si rivolsero quindi all’Anonima Impresa Sociale, un’altra cooperativa di ex studenti universitari di Perugia. L’Anonima Impresa Sociale aiuta a riaprire i cinema chiusi e ha come obiettivo di costruire una rete di «cinema di comunità» in tutta l’Umbria, occupandosi della gestione e della programmazione.

«Avevamo appena comprato alcuni proiettori nuovi per il nostro Post-Modernissimo a Perugia e così abbiamo deciso di dargli quelli che abbiamo sostituito, proponendogli di gestire insieme il cinema», racconta Giacomo Caldarelli, uno dei fondatori della cooperativa. I giovani dell’Astra hanno accettato, due di loro sono stati assunti nell’Anonima mentre gli altri si impegnano come volontari nell’organizzazione delle attività. A dicembre sono ripartiti e subito il cinema si è riempito, facendo qualche volta persino il tutto esaurito. All’Anonima Impresa Sociale non hanno ancora dati precisi sulle vendite di biglietti, ma con i ricavi hanno cominciato a ripagare le rate dei mutui per la ristrutturazione.

Una foto della locandina del cinema Astra a San Giustino

Una locandina del cinema Astra a San Giustino (Eros Pacini)

La programmazione è molto varia: a gennaio sono stati proiettati Wonka, Kissing Gorbaciov (un documentario che racconta la storia dell’incontro tra band musicali punk italiane e sovietiche avvenuto nel 1988 a Melpignano, in Salento), e Il ragazzo e l’airone del regista di animazione giapponese Hayao Miyazaki. Il primo febbraio la regista palermitana Emma Dante ha presentato in videocollegamento il suo ultimo film Misericordia ed è in programma Povere creature! del regista greco Yorgos Lanthimos, che ha vinto il Leone d’oro al Festival di Venezia e ha ricevuto 11 nomination agli Oscar.

Foto dell'esterno del cinema Metropolis

Il cinema Metropolis a Umbertide (Eros Pacini)

In tutta l’Umbria, una regione che ha poco più di 850mila abitanti, sono aperti ancora sedici cinema tradizionali, vale a dire che hanno da una a tre sale e proiettano ogni genere di film, e che hanno resistito alla concorrenza dei multisala, che invece hanno fino a dieci sale, e delle piattaforme di streaming come Amazon Prime, Apple tv, Disney+ o Netflix. Di questi, tre sono stati recuperati dall’Anonima Impresa Sociale: oltre all’Astra di San Giustino, ci sono il PostModernissimo a Perugia e il Metropolis a Umbertide, una cittadina di 17mila abitanti non lontana da Perugia.

Lì nel 2017 un’associazione locale ha riaperto un vecchio cinema abbandonato che si trovava all’interno di una chiesa sconsacrata in piazza Carlo Marx che il Comune, che ne era il proprietario, aveva fatto ristrutturare con fondi europei. Come a San Giustino, i volontari contattarono l’Anonima, che pagò una parte dei lavori di ristrutturazione, in particolare la copertura di una sala in cui venne realizzato un museo di ceramiche d’arte di una storica azienda locale, la Ceramiche Rometti, dove hanno ricavato una seconda sala da 30 posti in cui è possibile vedere film di distributori indipendenti. Due attivisti dell’associazione, Luca Benni e Matteo Cesarini, sono diventati soci della cooperativa. L’edificio, conosciuto come Fabbrica Moderna (FA.MO.), ospita anche la biblioteca comunale.

L’Anonima Impresa Sociale venne fondata da quattro ex studenti universitari perugini, Giacomo Caldarelli, Andrea Frenguelli, Ivan Frenguelli – non sono parenti – e Andrea Mincigrucci, che nel frattempo ha lasciato la cooperativa perché si è trasferito in Germania. I fondatori dicono che dai tempi dell’università sognavano di avere un luogo dove incontrarsi, bere qualcosa insieme e vedere un bel film o un documentario, magari discutendone con l’autore o con un critico cinematografico. Lungo la scalinata del Carmine, in una zona del centro storico in cui ci sono laboratori artistici, vinerie e osterie, c’era un vecchio cinema chiuso dalla fine degli anni Novanta. All’inizio si chiamava Sala Carmine, poi cambiò nome in Moderno.

Nel 1978 fu rinominato Modernissimo e fu trasformato in un cinema d’essai, vale a dire che programmava solo film d’autore, di impegno politico e sociale e non commerciali: «Siamo cresciuti con il mito del Modernissimo, era stato un cinema molto frequentato e poi era stato abbandonato».

Una foto dell'esterno del cinema Post-Modernissimo a Perugia

Il cinema PostModernissimo a Perugia (Angelo Mastrandrea/Il Post)

Per questo nel 2014 chiesero ai vecchi proprietari, la famiglia Donati, di riaprirlo. I Donati diedero loro le chiavi e quando entrarono trovarono tutto com’era stato lasciato il giorno della chiusura. Costituirono la cooperativa e per sistemare il cinema avviarono una campagna di raccolta fondi. «Abbiamo chiesto un contributo da dieci euro per ogni sottoscrizione e ce ne siamo andati al Festival di Venezia, dopo qualche giorno siamo dovuti tornare perché davanti al cinema c’era la fila di giovani che venivano a sottoscrivere per la riapertura», ricorda Ivan Frenguelli. In totale raccolsero 40mila euro, ai quali aggiunsero due finanziamenti europei, uno da 50mila euro per l’imprenditoria giovanile e un secondo da 150mila euro per le cooperative, e un mutuo bancario, per un totale di 400mila euro.

Una foto dell'interno del cinema Post-Modernissimo a Perugia

All’interno del cinema PostModernissimo. (Angelo Mastrandrea/Il Post)

Con quei soldi riaprirono il bar e ristrutturarono le tre sale, che ora hanno rispettivamente 159, 59 e 30 posti a sedere. Un loro amico architetto riprogettò tutti gli interni, lasciando qualche ricordo del vecchio cinema come l’insegna sulla biglietteria. Oggi il cinema si chiama PostModernissimo. «Siamo partiti con 400mila euro di debiti, che abbiamo ripagato tutti nonostante la chiusura durante la pandemia di Covid, e oggi riusciamo anche a investire nel recupero di altri cinema in tutta la regione, che consideriamo come uno spazio metropolitano», dice Caldarelli. Nove anni dopo, l’Anonima Impresa Sociale ha sei soci, dieci dipendenti e tre collaboratori.

Una foto del bar del cinema Post-Modernissimo a Perugia

Il bar del PostModernissimo a Perugia. (Angelo Mastrandrea/Il Post)

Foto della sala Donati del cinema Post-Modernissimo a Perugia

Una sala del cinema PostModernissimo. (Angelo Mastrandrea/Il Post)

Il PostModernissimo in breve tempo è diventato un punto di riferimento soprattutto per gli studenti universitari, che sono la maggioranza degli abitanti del centro storico di Perugia, dove vivono 9mila studenti fuorisede, molti dei quali stranieri, e appena 7mila residenti. Il cinema è frequentato anche da artisti, creativi, fotografi e videomaker, tanto che ora l’Anonima sta cercando, sempre a Perugia, un altro luogo simbolico da ristrutturare per farne un laboratorio dove realizzare documentari e film. Ne hanno già prodotti due e un terzo è in programma. Tomica, un documentario sulla storia alpinistica dei Monti Sibillini realizzato in collaborazione con la Cineteca nazionale di Bologna, è stato proiettato al PostModernissimo e ha venduto tremila biglietti.

Quando è uscito Roma di Alfonso Cuaron, prodotto da Netflix, hanno deciso di non farlo vedere perché «il film non ci piaceva», invece con Irishman di Martin Scorsese, distribuito dalla Cineteca di Bologna, è andata in maniera diversa. «Lo abbiamo programmato in contemporanea con l’uscita su Netflix aumentando il biglietto a 10 euro e in maniera inaspettata ci siamo trovati con la sala piena, segno che cinema e piattaforme possono benissimo convivere perché si tratta di due modalità di fruizione diverse».

Foto dell'interno di una sala del cinema Post-Modernissimo a Perugia, sullo schermo la retrospettiva dedicata al regista Martin Scorsese

Una sala del cinema PostModernissimo (Eros Pacini)

Nel 2023 il PostModernissimo ha avuto 38mila ingressi e ha incassato 400mila euro. Di questi, 180mila sono arrivati da finanziamenti statali, tra sostegno diretto e credito d’imposta, ed europei, attraverso il circuito Europa Cinemas, una rete di 977 cinema e 2.350 schermi in tutta Europa finanziata dal programma Media della Commissione Europea, per far circolare le produzioni cinematografiche europee in tutto il continente. Da quando hanno assunto un barman premiato per i suoi cocktail analcolici, gli incassi del bistrot sono passati da 70mila a 150mila euro.

Una foto di persone in fila alla biglietteria del cinema Post-Modernissimo a Perugia

La fila alla biglietteria del PostModernissimo (Eros Pacini)

Foto di persone al bar del Post-Modernissimo a Perugia

Il bar del PostModernissimo(Eros Pacini)

I fondatori dell’Anonima Impresa Sociale ci tengono a sottolineare che il loro modello non è la riproposizione dei vecchi cinema d’essai, che sono riconosciuti come tali dal ministero della Cultura e ricevono un sostegno statale per proiettare film di qualità che non vanno nel circuito della grande distribuzione.

«Non abbiamo preclusioni, programmiamo di tutto, se un film ci piace lo mettiamo in programma, e in più cerchiamo di accontentare le richieste che arrivano dalle assemblee del pubblico», dice Ivan Frenguelli. «In genere una volta al mese, il lunedì, facciamo una retrospettiva su un autore, spesso su indicazione degli spettatori associati, proiettiamo anche i classici restaurati. A settembre abbiamo organizzato una serie di visioni eccentriche sul cinema erotico, intitolata Pornmod».

Di solito quando programmano un film «rifacciamo le locandine con il nostro stile e invitiamo il regista o gli attori, facciamo almeno uno o due eventi alla settimana e in genere le sale sono sempre piene» racconta Andrea Frenguelli. «All’inizio eravamo noi a chiedere agli autori di venire, ora invece sono gli uffici stampa a contattarci per chiederci se vogliamo organizzare un incontro con gli autori».

Foto dell'attore Valerio Mastandrea che firma la locandina del film diretto da Claudio Caligari prima della proiezione al Post-Modernissimo

L’attore Valerio Mastandrea al PostModernissimo mentre firma la locandina del suo film (Eros Pacini)

Foto della regista Alice Rohrwacher alla presentazione del suo film La chimera al cinema Post-Modernissimo di Perugia

La regista Alice Rohrwacher presenta il suo ultimo film La chimera al PostModernissimo (Eros Pacini)

Il nono anniversario dalla riapertura del PostModernissimo, il 16 dicembre, lo hanno festeggiato con l’attore Valerio Mastandrea, mentre al Metropolis di Umbertide i biglietti per gli incontri con il regista Nanni Moretti e un altro con la food blogger Monica Pannacci, invitata a presentare il film svedese Tuesday Club, sono andati esauriti. «Sono eventi importanti per paesi in cui non ci sono altri cinema e l’offerta culturale è quasi inesistente», dice Caldarelli.