Perché nei trailer dei musical non canta nessuno?

L'ultimo esempio è quello di “Wonka” ma non è l'unico, e si nota soprattutto se li si paragona a quelli di un po' di anni fa

("Wonka", 2023)
("Wonka", 2023)

Il 14 dicembre uscirà al cinema Wonka, film che racconta la storia del personaggio principale del celebre libro di Roald Dahl La fabbrica di cioccolato, interpretato da Timothée Chalamet. Anche se il regista Paul King ha spiegato in qualche occasione di trovare limitante questa definizione, Wonka è essenzialmente un musical, quindi ricco di scene coreografiche di canto e ballo. Nei due trailer di Wonka pubblicati finora però non ci sono sequenze cantate e ballate: l’unica scena che potrebbe assomigliare a una coreografia viene mostrata nel primo trailer e molto velocemente nel secondo, quando si vede Wonka al centro di una piazza, circondato da persone che volteggiano reggendo ombrelli aperti. Ma a una persona che li guarda senza sapere niente del film non c’è quasi niente che faccia pensare che possa essere un musical.

Quello di Wonka non è il primo trailer di un musical che non contiene accenni al fatto che ciò che gli spettatori guarderanno al cinema o sulle piattaforme sarà, per l’appunto, un musical: l’ha notato il giornalista e critico cinematografico statunitense Matt Singer in un articolo pubblicato su ScreenCrush, un popolare sito che parla di cinema e cultura pop.

Singer ha spiegato che per esempio la scorsa estate i suoi figli avevano mostrato un certo entusiasmo dopo avere visto per la prima volta il trailer di Miraculous – Le storie di Ladybug e Chat Noir, un film animato diretto dal regista francese Jeremy Zag e distribuito da Netflix, tratto dall’omonima serie di animazione. Durante la visione del film, però, erano rimasti spiazzati dalla grande quantità di sequenze cantate e ballate presenti nel film; dal fatto che si trattasse di un musical, insomma. Ha scritto Singer che «dopo circa 20 minuti mia figlia è avvicinata e mi ha sussurrato: “Papà, perché cantano così tanto?”».

Un altro esempio citato da Singer è quello di Il colore viola, film diretto dal regista e produttore discografico ghanese Samuel Bazawule che uscirà al cinema il 25 dicembre. Anche se Il colore viola è l’adattamento cinematografico di un famoso musical teatrale scritto da Marsha Norman nel 2005, il trailer «nasconde tutti i suoi elementi musicali», ha evidenziato.

Anche il trailer di Mean Girls, adattamento cinematografico di un popolare musical di Broadway e remake dell’omonimo film del 2004 che uscirà al cinema nel 2024, nasconde tutti i suoi riferimenti musicali: è stato reso noto che si tratta di un musical, eppure nel trailer non canta nessuno e non viene anticipata nessuna canzone della colonna sonora.

Singer ha spiegato che in realtà questa tendenza va avanti da un po’ di anni: ad esempio i due trailer pubblicati nel 2019 per pubblicizzare l’uscita di Frozen II, sequel del film di animazione Disney Frozen, non contenevano riferimenti alle canzoni presenti nel film. Fino a qualche decennio fa, invece, i trailer dei musical erano molto diversi: rimarcavano le caratteristiche tipiche del genere e cercavano di coinvolgere il pubblico soprattutto attraverso canzoni e danze. Per questo motivo erano incentrati soprattutto sulle canzoni, come accade in quelli di Singin’ in the Rain e Grease, per citarne due famosi.

A questo proposito, Singer ha suggerito che, forse, oggigiorno i produttori ritengono che il pubblico contemporaneo sia poco interessato ai musical, e di conseguenza preferiscono realizzare dei trailer privi di sequenze ballate o cantate per attrarre più persone. «Ma se gli studi cinematografici non credono che il pubblico generalista li voglia [i musical], perché continuano a produrne così tanti per poi cercare di indurre gli spettatori a vederli con dei trailer fuorvianti?», si è chiesto.