“Povere creature!” è anche un romanzo
Scritto da Alasdair Gray, un autore scozzese molto stimato ma poco conosciuto, non racconta proprio la stessa storia del film di Yorgos Lanthimos
Povere creature!, il film di Yorgos Lanthimos da poco uscito al cinema, sta ottenendo un buon successo di pubblico dopo aver vinto il Leone d’oro all’ultima Mostra internazionale del cinema di Venezia. Questa popolarità sta facendo parlare anche del romanzo del 1992 da cui il film è stato tratto e del suo autore, lo scrittore, illustratore e pittore scozzese Alasdair Gray.
Gray è morto nel 2019 a 85 anni e sebbene sia stato definito «il più grande scrittore scozzese dopo Walter Scott», l’autore che per la città di Glasgow «è ciò che Charles Dickens è per Londra o James Joyce per Dublino», non è molto noto al di fuori della Scozia. Per questo ora molti suoi estimatori sono contenti che il film di Lanthimos faccia conoscere i suoi libri a un maggior numero di persone. C’è però anche chi ha criticato un aspetto dell’adattamento cinematografico: Glasgow, dove è ambientato il libro, non c’è nel film. In realtà nella trasposizione sono rimaste fuori anche altre cose, e il finale è stato cambiato, per cui leggere il romanzo è un’esperienza un po’ diversa.
Entrambe le versioni di Povere creature! sono ambientate alla fine dell’Ottocento e raccontano una storia fantastica: quella di Bella Baxter, una donna creata da uno scienziato in modo simile al mostro di Frankenstein, cioè partendo da un cadavere. È una vicenda di autodeterminazione femminile, e infatti il film viene descritto come femminista, perché “nascere” in un corpo già adulto permette alla protagonista di non subire le restrizioni moralistiche e maschiliste imposte alle donne dalla società dell’epoca. Per questo Bella Baxter ha un rapporto molto libero e disinibito con i propri desideri, sessuali e no, e non si sottomette in alcun modo alla volontà degli uomini che la circondano, diversamente dalle sue contemporanee. E sia nel film che nel romanzo il suo percorso di affermazione personale comprende la scelta di diventare medica.
Nel libro però la storia del personaggio non è presentata in maniera univoca come nel film. Gray era uno scrittore postmoderno, cioè che costruiva i suoi libri giocando con i punti di vista e i formati tra le altre cose, peraltro inserendo nei testi numerose illustrazioni fatte da lui stesso. Nel caso di Povere creature! la parte più corposa del romanzo viene presentata come un libro di memorie di un medico scozzese, Archibald McCandless, trovato un po’ per caso negli anni Settanta e curato per la pubblicazione dallo stesso Alasdair Gray. L’incipit ricorda quelli di tanti romanzi ottocenteschi che si propongono ai lettori come verosimili in quanto riproduzioni di manoscritti ritrovati:
Il medico che ha scritto questa cronaca delle proprie esperienze giovanili è morto nel 1911 e forse i lettori ignari della storia audacemente sperimentale della medicina scozzese scambieranno il libro per un romanzo grottesco. Chi esaminerà le prove fornite in fondo alla presente introduzione non nutrirà alcun dubbio sul fatto che nell’ultima settimana del febbraio 1881, al numero 18 di Park Circus a Glasgow, un chirurgo geniale utilizzò resti umani per creare una donna venticinquenne. Lo storico locale Michael Donnelly non è d’accordo con me. Fu lui a recuperare il testo che costituisce la maggior parte di questo volume, perciò sono costretto a riferire come questi lo trovò. [Traduzione di Sara Caraffini.]
Il film di Lanthimos si basa unicamente su questa parte del romanzo, anche se non ha McCandless (che peraltro ha un nome leggermente diverso, Max McCandles) come narratore. Il libro invece prosegue per una settantina di pagine, che fanno interpretare la storia di Bella Baxter in modo diverso e permettono di dare una lettura più sfaccettata anche al suo femminismo. Infatti – avvisiamo che di seguito si trovano alcuni dettagli della trama del film, ma soprattutto del libro, che alcune persone potrebbero giudicare spoiler – la versione della storia di McCandless è seguita da una più concisa versione di sua moglie, Victoria McCandless.
In una lettera indirizzata ai propri discendenti la donna, che è la stessa Bella Baxter, dice che il libro del marito è frutto della sua fantasia, un insieme di fatti reali mescolati e stravolti usando pezzi di romanzi come Frankenstein di Mary Shelley. Nella versione di Victoria/Bella non c’è nulla di fantastico, nessun cadavere torna in vita, e c’è una spiegazione più realistica dietro il suo percorso di emancipazione. Sintetizzando molto, la prima Victoria era fuggita da un marito violento grazie all’aiuto di un medico, Godwin Baxter, e grazie a lui era riuscita a farsi una nuova vita, prima con l’alter ego di Bella e poi col suo nome, arrivando a essere la prima medica della Scozia e la fondatrice di una clinica per donne in cui aiutava quelle che volevano interrompere una gravidanza non voluta.
In pratica il personaggio sembra dire che la prima versione della storia, quella in cui lei è una creatura fantastica, è il tentativo di un uomo di sminuire la sua esperienza e forse di attribuirne il merito al suo creatore. Gray poi complica ancora di più le cose, perché sia nell’introduzione che nelle note finali che mettono fine al libro si dichiara convinto che Victoria McCandless abbia mentito e che la storia vera sia quella del marito. Ma lo stesso Gray è un uomo.
Gli appassionati dell’opera di Gray che hanno commentato l’adattamento fatto da Lanthimos e Tony McNamara, lo sceneggiatore, non hanno contestato la riduzione della struttura del romanzo all’interno del film, considerando che provare a riprodurla per intero sarebbe stato complesso e forse poco efficace. Ci sono state invece alcune critiche, anche sui social network, per la scelta di spostare l’ambientazione principale della storia da Glasgow a Londra, per quanto si tratti di una Londra surreale, e di non coinvolgere nessun attore scozzese.
Quest’opinione è dovuta all’importanza che Glasgow e la Scozia hanno nell’opera di Gray, che era un sostenitore dell’indipendentismo scozzese dal Regno Unito. Un passaggio di Lanark, il romanzo che è considerato il suo capolavoro, dice:
Allora pensa a Firenze, Parigi, Londra, New York. Nessuno che ci finisca per la prima volta è uno straniero, perché c’è già stato grazie ai quadri, ai romanzi, ai libri di storia e ai film. Ma se una città non l’ha utilizzata alcun artista, neanche i suoi abitanti la vivono in senso immaginifico. Cos’è Glasgow per la maggioranza di noi? Una casa, un luogo di lavoro, un parco con un campo da calcio o uno da golf, qualche pub e le strade che s’intersecano. Tutto qua. No, mi sono sbagliato, c’è pure un cinema e una biblioteca. [Traduzione di Enrico Terrinoni]
Gray ha cercato di rimediare a quest’assenza di Glasgow dall’immaginario collettivo proprio attraverso i suoi libri. In Povere creature! vari luoghi della città sono citati e mostrati da illustrazioni, la casa in cui vive Bella Baxter corrisponde a un indirizzo reale e lo stesso personaggio è ritratto come rappresentazione della “Bella Caledonia”, una personificazione della Scozia (“Caledonia” era il nome latino della regione) analoga alla Britannia britannica, alla Marianna francese e all’Italia turrita.
Nel romanzo il fatto che il corpo da cui viene creata Bella Baxter sia inglese sembra in contraddizione con questa interpretazione del personaggio come personificazione della Scozia, ma secondo Joe Jackson, docente di Letteratura inglese novecentesca e contemporanea dell’Università di Nottingham ed esperto dell’opera di Gray, è in realtà coerente perché il nazionalismo dello scrittore non si basava sull’idea che la nazione scozzese fosse fatta da chi è nato in Scozia o da chi ha “sangue scozzese”, ma da chi collabora alla sua società civile.
Lanthimos ha spiegato di aver tolto la Scozia dal suo Povere creature!, la cui ambientazione è comunque surreale e dunque non rappresenta davvero nessuna vera città, perché essendo lui greco avrebbe ottenuto un risultato «del tutto artefatto». Da parte sua Andrew Gray, il figlio di Alasdair, ha detto che a suo parere la produzione del film ha trattato il libro di suo padre con rispetto (si era piacevolmente stupito scoprendo che molte persone del cast avevano letto il romanzo) e che suo padre non aveva imposto nessuna condizione sull’ambientazione al regista quando gli aveva ceduto i diritti per farci un film nel 2012.
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Qualcosa di scozzese comunque c’è nel film, perché si dice che Godwin Baxter, lo scienziato creatore di Bella, è di Glasgow e Willem Dafoe, l’attore statunitense che lo interpreta, parla con accento scozzese. «Ho ascoltato delle registrazioni dello stesso Gray», ha raccontato, «e anche se non volevo copiare il suo accento mi è piaciuto il suo modo di parlare e il suo perfido senso dell’umorismo. Penso che abbia messo molto di sé stesso nel personaggio di Baxter».
In Italia Povere creature! era stato pubblicato per la prima volta dalla casa editrice Marcos y Marcos nel 1994 con il titolo Poveracci!, successivamente cambiato in Vita e misteri della prima donna medico d’Inghilterra. Ora invece è in libreria nell’edizione di Safarà, un piccolo editore di Pordenone che ha cominciato a farsi conoscere nel 2015 pubblicando proprio i libri di Gray: nel suo catalogo ci sono anche Lanark, i romanzi 1982 Janine e La ballata del guerriero, e la raccolta di racconti Con un piede nella fossa.
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