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  • Venerdì 2 febbraio 2024

In Francia le proteste degli agricoltori potrebbero finire

Dopo le ultime promesse fatte dal primo ministro Gabriel Attal, che sembrano aver convinto i principali sindacati di categoria

Chilly-Mazarin, a sud di Parigi, 1 febbraio 2024 (AP Photo/Christophe Ena)
Chilly-Mazarin, a sud di Parigi, 1 febbraio 2024 (AP Photo/Christophe Ena)
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I due principali sindacati francesi degli agricoltori che ormai da una quindicina di giorni stanno organizzando le proteste antigovernative in varie zone del paese hanno chiesto di sospendere i blocchi stradali dopo che il primo ministro Gabriel Attal ha annunciato, giovedì 1° febbraio, nuove misure e concessioni per sostenere il settore.

La Federazione nazionale dei sindacati degli agricoltori (FNSEA) e i Giovani agricoltori (JA) hanno fatto sapere che dopo le misure annunciate a loro favore nelle ultime ore dal governo francese vanno modificate «le modalità di azione» e hanno dunque invitato le loro reti «a sospendere i blocchi» e a entrare «in una nuova forma di mobilitazione». L’obiettivo è che gli agricoltori presenti per le strade «si ritirino» e «che questo viaggio di ritorno avvenga nelle migliori condizioni». I leader sindacali hanno anche aggiunto che da lunedì cominceranno le trattative «su tutti i punti annunciati dal governo, per vedere come concretizzarli davvero»: «Al momento siamo stati ascoltati su un certo numero di richieste, con progressi tangibili. Ma ci sono anche cose che non sono state dette e che dovranno essere chiarite».

Nel tentativo di calmare la protesta, giovedì il primo ministro Attal, per la terza volta nel giro di pochi giorni, ha organizzato una conferenza stampa elencando una serie di nuove misure a sostegno degli agricoltori dimostrandosi di fatto favorevole ad accogliere gran parte delle loro rivendicazioni.

Qualche giorno fa Gabriel Attal aveva già annunciato di voler mantenere gli sgravi fiscali per acquistare carburante per i trattori, che l’anno prima lo stesso governo aveva annunciato di voler progressivamente cancellare. Aveva anche promesso lo snellimento di alcune procedure burocratiche per i proprietari di piccole aziende agricole, e maggiori fondi per l’agricoltura dal bilancio nazionale.

Dopodiché sulla questione era intervenuto anche il presidente Emmanuel Macron chiedendo una serie di riforme a livello europeo per «evitare» la «concorrenza sleale» tra gli stati membri, per verificare che le «regole» in vigore nell’UE venissero applicate ovunque allo stesso modo con «controlli omogenei» e per creare una «forza di controllo europea» per combattere le frodi, in particolare per quanto riguarda le norme sanitarie. Macron aveva anche proposto di limitare le importazioni di cibo dall’Ucraina e rallentare la finalizzazione di un accordo commerciale con i paesi del Sud America: tutti elementi che il presidente considera come necessari per tutelare il settore agricolo francese. L’insieme di queste promesse, però, non aveva soddisfatto le associazioni di categoria che avevano continuato a protestare.

Nel suo ultimo intervento Attal ha detto di voler approvare una legge a favore della sovranità alimentare spiegando che gli obiettivi del governo sono «ridare valore agli alimenti» e «aumentare il reddito degli agricoltori, proteggerli dalla concorrenza sleale e semplificare la loro vita quotidiana». Il primo ministro ha detto di voler rafforzare le leggi approvate nel 2018 che regolano i rapporti commerciali tra produttori e grande distribuzione con l’obiettivo di garantire prezzi equi: «La legge sarà applicata integralmente e con rigore», ha promesso a sua volta il ministro dell’Economia Bruno Le Maire.

Attal ha anche annunciato 150 milioni di euro di aiuti per gli allevatori e una diminuzione delle tasse sulle aziende agricole trasferite dalle vecchie generazioni a quelle più giovani, per facilitare il ricambio generazionale di un settore che sta invecchiando rapidamente. Inoltre, il primo ministro ha detto che la Francia vieterà le importazioni di frutta e verdura trattata con l’insetticida tiaclopride, attualmente vietato in Europa, aggiungendo anche che il piano Ecophyto, volto a ridurre l’uso di pesticidi, sarà «messo in pausa». Quest’ultima dichiarazione è stata fatta in risposta a una richiesta degli agricoltori che avevano denunciato l’esistenza, nel loro paese, di norme più severe sui pesticidi rispetto a quelle dei paesi vicini.

Gli ultimi annunci di Attal sembrano aver convinto i principali sindacati degli agricoltori francesi le cui proteste si sono aggiunte a quelle organizzate nelle ultime settimane in vari paesi europei fra cui GermaniaPaesi Bassi, Polonia, Spagna, Regno Unito e Serbia, oltre che in Italia. Al di là delle singole rivendicazioni nazionali, la motivazione comune della protesta è l’opposizione alle conseguenze dirette e indirette del Green Deal europeo, una serie di misure promosse dall’Unione Europea per rendere più sostenibili e meno dannosi per l’ambiente la produzione di energia e lo stile di vita di cittadini e cittadine. Queste misure hanno un grosso peso sull’agricoltura e sulla produzione di cibo.

I principali sindacati francesi hanno detto che se gli obiettivi annunciati non saranno raggiunti entro giugno la mobilitazione riprenderà. Giovedì sera diversi blocchi stradali hanno cominciato a essere rimossi, mentre alcuni agricoltori hanno deciso di prorogare la mobilitazione fino a venerdì 2 febbraio, in attesa che il governo metta per iscritto le proprie promesse.

Gli ambientalisti e la sinistra francese non hanno invece accolto con favore le proposte del governo: «Il movimento dei contadini chiedeva redditi dignitosi per tutti e il governo ha risposto con il diritto di inquinare (a scapito dei contadini, innanzitutto) per produrre sempre di più e sempre peggio. L’agrobusiness ha un futuro brillante davanti a sé. Anche il cibo spazzatura», ha commentato ad esempio il segretario generale del Partito socialista Olivier Faure. E la deputata ambientalista Sandrine Rousseau ha detto che in un momento in cui la biodiversità sta per essere «annientata» il governo presenta «gli standard ambientali come una seccatura amministrativa».