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  • Venerdì 26 gennaio 2024

C’è una grossa frana di terreno inquinato in Danimarca

Viene da un impianto di trattamento, minaccia di provocare un disastro ambientale e di colpire un paese di 400 abitanti: l’azienda responsabile ha dichiarato fallimento

L'area interessata dalla frana (Bo Amstrup/Ritzau Scanpix via AP)
L'area interessata dalla frana (Bo Amstrup/Ritzau Scanpix via AP)
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Da alcune settimane i circa 400 abitanti di un piccolo paesino della Danimarca temono di essere colpiti da un disastro ambientale. A Olst, nello Jutland centrale, vicino a Randers, da dicembre è stata segnalata la frana di una grande quantità di terreno contaminato che era depositato in un impianto di smaltimento. Lo smottamento procede alla velocità di due metri al giorno e minaccia il vicino fiume Alling, oltre che la cittadina. Il governo danese ha imposto all’azienda Nordic Waste, proprietaria dell’impianto, di occuparsene, ma questa ha dichiarato fallimento pochi giorni dopo, il 19 gennaio. I 27 milioni di euro necessari per ripulire l’area potrebbero quindi ricadere sui conti pubblici danesi.

La Nordic Waste è un’azienda di trattamento del suolo: riceve terreno contaminato e lo tratta all’interno di una vecchia cava di argilla. I rifiuti tossici vengono separati e stoccati secondo le leggi, il terreno “ripulito” può essere riutilizzato. Lo slogan dell’azienda è “Diamo alla terra una nuova vita”. Il proprietario è Torben Ostergaard-Nielsen, diventato uno degli uomini più ricchi della Danimarca nel settore dei trasporti marittimi e del rifornimento di carburante delle navi.

L’impianto di Olst può contenere fino a 8 milioni di tonnellate di suolo contaminato. Uno studio del Servizio Geologico di Danimarca e Groenlandia (GEUS) ha mostrato come una massa di circa 2 milioni di tonnellate stesse scivolando verso est, inizialmente con una velocità di 9 metri al giorno (che poi si è ridotta a 2). In un primo momento erano indicate come possibili cause le piogge intense e poi le forti nevicate. Indagini successive sono arrivate alla conclusione che probabilmente lo smottamento è iniziato molto prima, in tarda estate, e che è da imputarsi a errori di stoccaggio e deposito (secondo alcuni i primi movimenti di terra potrebbero risalire anche a due anni fa).

La massa di terreno contaminato ha iniziato a minacciare la strada, il paese di Olst e il fiume Alling: se entrasse a contatto con le acque comprometterebbe l’ecosistema anche dei vicini fiordi Grund, Randers e Kattegat.

Gli impianti della Nordic Waste (Bo Amstrup/Ritzau Scanpix via AP)

La soluzione trovata inizialmente era stata quella di rimuovere e trasportare in altre discariche attrezzate una parte dei 2 milioni di tonnellate di suolo contaminato. Per questo era stata individuata la discarica di Fasterholt, vicino a Herning, ma il 19 gennaio la Nordic Waste aveva annunciato ufficialmente il fallimento, dichiarandosi impossibilitata a risolvere il problema. Nel comunicato scriveva: «Sfortunatamente la frana ha raggiunto dimensioni che rendono impossibile all’azienda provare a fermarla».

A quel punto lo stato danese era dovuto subentrare nell’operazione, facendosi carico dei costi. Il ministro dell’Ambiente, Magnus Heunicke, aveva detto comunque che il governo avrebbe agito per vie legali per far sì che il responsabile dell’inquinamento sostenesse «la maggior parte» delle spese per la gestione dei danni.

Negli ultimi giorni le polemiche intorno all’azienda e al suo proprietario sono aumentate quando alcuni media danesi, fra cui la televisione TV 2, hanno segnalato che un’altra compagnia di proprietà di Ostergaard-Nielsen, la SDK Shipping, aveva ottenuto un contratto da circa 50mila euro per spostare parte del suolo contaminato.