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  • Martedì 23 gennaio 2024

Sono stati chiesti 500 milioni di euro per i danni dell’alluvione in Toscana

Di cui quasi 200 milioni per le case e quasi 300 per le aziende: finora però dallo Stato ne sono arrivati 30 e solo per le urgenze

Persone che spalano il fango in una strada di Campi Bisenzio
Persone che spalano il fango in una strada di Campi Bisenzio (ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI)
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La Regione Toscana ha ricevuto quasi 14mila domande di risarcimento per i danni causati dall’alluvione del 2 e 3 novembre, quando le forti piogge hanno fatto straripare fiumi e torrenti, allagato case e aziende causando la morte di nove persone. I più colpiti sono stati i paesi vicino al corso del fiume Bisenzio, esondato in più punti, tra le province di Prato e Firenze. In questa zona c’è un’alta concentrazione di aziende tessili: sono circa 7.000 di cui poco più di 2.000 che realizzano o trattano tessuti. L’acqua ne ha invase centinaia, distruggendo macchinari, impianti e magazzini.

Dopo la fase dell’emergenza, in cui la Protezione civile e i vigili del fuoco sono stati impegnati a far defluire l’acqua dalle strade, sono iniziate le ricognizioni per quantificare i danni e i possibili risarcimenti. Secondo Alia, la società che gestisce i servizi ambientali in 58 comuni della Toscana centrale, l’alluvione ha colpito circa 45mila abitazioni, distribuite su 900 strade, producendo 100mila tonnellate di rifiuti e 350mila metri cubi di materiale da rimuovere. Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana e commissario delegato alla gestione dell’emergenza, ha emesso due ordinanze per rendere più rapide le operazioni di ritiro e smaltimento. Molti imprenditori, tuttavia, hanno deciso di tenere i macchinari per dimostrare di aver subìto danni ingenti e ottenere un risarcimento.

Il 23 novembre la Regione aveva messo online il portale per la segnalazione dei danni, sia quelli relativi alle case che ai cosiddetti beni mobili come gli elettrodomestici. L’1 dicembre invece era stato messo online il portale dedicato alle aziende. Inizialmente la scadenza per la presentazione delle domande era stata prevista alla fine di dicembre, poi era stata spostata al 19 gennaio per dare più tempo soprattutto alle aziende.

Secondo i dati diffusi da Giani, in totale sono state presentate richieste di rimborsi per quasi 500 milioni di euro. Le famiglie hanno presentato circa 11mila domande per quasi 200 milioni di euro, le aziende 2.600 domande per quasi 300 milioni di euro. A queste vanno aggiunte le richieste inviate per posta, comunque un numero limitato, e i contributi che spettano alle persone ancora fuori casa: sono 320, la maggior parte abitanti di Campi Bisenzio.

Il presidente Giani ha detto che per ora i soldi verranno messi dalla Regione per dare una prima risposta a chi ha subito danni, perché dallo Stato sono arrivati soltanto 30 milioni di euro dei 110 chiesti per gestire la fase di emergenza. Sono stati stanziati 25 milioni di euro del bilancio regionale e 1,2 milioni di euro da un fondo istituito dalla Protezione civile: anche se sono solo una piccola parte dei 500 milioni richiesti, questi soldi serviranno a coprire un contributo di 3.000 euro agli alluvionati per affrontare le prime spese. Per le aziende il contributo iniziale sarà di 20mila euro. Le stesse somme sono state previste per chi ha subito danni nell’alluvione che a maggio aveva colpito l’Emilia-Romagna.

Serviranno invece altri 700 milioni di euro circa per sistemare strade, argini e mettere in sicurezza i versanti delle montagne da possibili nuove frane. Come è successo per l’Emilia-Romagna, il governo sta valutando di riservare alla ricostruzione parte delle risorse del PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza. In totale tra la fase dell’emergenza e la gestione dei risarcimenti sono stati stimati danni per un miliardo e 890 milioni di euro.

L’assessora regionale alla Protezione civile Monia Monni ha detto che la fase della ricostruzione sarà molto lunga e trasformerà profondamente i territori. «Pensate a cosa può voler dire riaprire e riportare alla luce un fiume tombato (cioè che passa sotto case e strade, ndr)», ha detto. «In grande parte il problema di questo evento sono stati proprio i fiumi tombati, che soprattutto nella valle del Bisenzio caratterizzano l’urbanizzazione di inizio secolo scorso». La Regione ha assicurato che tutti i progetti saranno discussi con le amministrazioni locali e gli abitanti in assemblee che partiranno all’inizio di febbraio, in particolare a Campi Bisenzio.