C’è una rete di associazioni filorusse molto attiva in Italia

Si sono formate soprattutto dopo l'annessione della Crimea nel 2014, fanno propaganda a Putin e hanno spesso un legame con la Lega

Una manifestazione contro le sanzioni alla Russia e l'invio di armi in Ucraina a Milano, ottobre 2022 (ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)
Una manifestazione contro le sanzioni alla Russia e l'invio di armi in Ucraina a Milano, ottobre 2022 (ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)

Un convegno filorusso a cui il comune di Modena, guidato da un sindaco del Partito Democratico, aveva inizialmente concesso un locale di sua proprietà, ha causato di recente una certa tensione all’interno del PD stesso. A Bologna c’è stato invece trambusto intorno alla proiezione di un film esplicitamente favorevole al regime del presidente russo Vladimir Putin: il sindaco Matteo Lepore, sempre del PD, ha deciso di espellere dalla maggioranza un consigliere comunale dei Verdi. Iniziative analoghe a Lucca e a Milano hanno generato simili polemiche.

Questi eventi hanno innescato un dibattito che ha a che vedere, al di là delle specificità dei singoli casi, con l’esistenza di una rete abbastanza strutturata di associazioni e organizzazioni dichiaratamente filorusse, che soprattutto dal 2014 in poi, cioè a partire dall’annessione della Crimea da parte della Russia, hanno fatto sì che la propaganda russa nel nostro paese diventasse sempre più pervasiva.

La più celebre tra queste è l’associazione culturale Lombardia-Russia, fondata nel febbraio del 2014 da due esponenti lombardi della Lega (allora si chiamava ancora Lega Nord) di Matteo Salvini, Gianluca Savoini e Max Ferrari. L’associazione nacque come «apartitica», ma la sua affiliazione leghista fu evidente fin dalla sua presentazione ufficiale, che avvenne nella sede della Lega Nord di Varese, in piazza del Podestà. Per anni, poi, l’indirizzo di riferimento dell’associazione è stato in via Colombi 18 a Milano, cioè in un ingresso laterale della sede ufficiale della Lega di via Bellerio.

Del resto a guidarla furono fin dall’inizio persone chiaramente legate alla Lega. In particolare Savoini, che era in origine indicato come presidente dell’associazione e che col tempo ne è divenuto il principale responsabile, è un giornalista con un passato nell’estrema destra milanese, poi iscritto alla Lega dal 1991. Pochi anni dopo iniziò a lavorare per La Padania, il giornale di partito della Lega. Tra il 2003 e il 2006 ottenne incarichi di responsabilità sia da Roberto Maroni, allora ministro leghista del Welfare, che dal Consiglio regionale lombardo presieduto dal leghista Attilio Fontana.

Successivamente si avvicinò sempre più a Salvini, di cui divenne amico e consigliere, e poi portavoce tra il 2013 e il 2015: il periodo in cui la questione russo-ucraina aumentò la sua importanza nel dibattito politico italiano, in seguito all’annessione della Crimea.

Savoini e Salvini a Mosca, in occasione di una visita del segretario della Lega in Russia nel novembre del 2016 (Stefano Cavicchi/LaPresse)

La passione di Savoini per la Russia è antica, e ha a che vedere con i suoi esordi di militante politico come seguace di Maurizio Murelli, attivista dell’estrema destra milanese. Murelli fu condannato a 18 anni di carcere in seguito a degli scontri di piazza a Milano in cui morì un agente di polizia, nel 1973; a metà degli anni Ottanta fondò la rivista Orion, alla quale collaborarono anche altri personaggi dello stesso ambiente culturale e politico, come Claudio Mutti e Carlo Terracciano. Il loro attivismo negli anni Novanta, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, fu fondamentale per diffondere in Italia l’eurasiatismo, cioè quell’ideologia che sostiene ed esalta l’esistenza di una comune matrice culturale che va «dall’Atlantico agli Urali» e si fonda sui valori tradizionali del cristianesimo, ma non solo.

Un altro elemento importante dell’eurasiatismo è il connubio tra tesi di estrema destra e di estrema sinistra, di antiamericanismo e critica radicale alla globalizzazione, di oscurantismo religioso e nostalgie sovietiche: anche per questo viene spesso associata al cosiddetto rossobrunismo, come viene chiamato questo orientamento politico ibrido, ed è la ragione per cui è così frequente trovare tra i filorussi rappresentanti sia della destra sia della sinistra radicale. Uno dei principali teorici di questa dottrina è Aleksandr Dugin, pensatore molto influente in Russia, soprattutto negli ultimi anni e soprattutto in ambienti ultranazionalisti, i cui scritti furono pubblicati e diffusi in Italia proprio dal gruppo di Orion.

Al dibattito organizzato dall’associazione Vento dell’Est (su cui torneremo) per il 14 gennaio in una libreria di Milano, lo Spazio Ritter, è previsto un intervento proprio di Murelli per parlare della figlia di Dugin, uccisa in un attentato vicino a Mosca nell’agosto del 2022. Il 27 gennaio, a Lucca, è previsto un dibattito organizzato dalla stessa associazione e a cui prenderà parte direttamente Dugin in videocollegamento.

Tornando a Savoini: in concomitanza con la fondazione dell’associazione Lombardia-Russia maturò la svolta più apertamente filoputinana della Lega di Salvini. Da quel momento Salvini si schierò contro la politica delle sanzioni italiane ed europee alla Russia, fece diversi viaggi a Mosca ed esaltò in più occasioni Putin. Savoini ha curato in tutti questi anni le relazioni diplomatiche di Salvini con alcuni esponenti dell’establishment di Mosca e del partito di Putin, Russia Unita.

Nell’ottobre del 2018, in particolare, Savoini incontrò all’hotel Metropol di Mosca due faccendieri russi vicini ai consiglieri di Putin, e con loro parlò di nuovi equilibri politici in Europa e di una possibile compravendita di petrolio. Venne ipotizzato che fosse una trattativa per finanziare in maniera occulta la Lega, e intorno a questa ipotesi la procura di Milano aprì un’inchiesta che nell’aprile del 2023 è stata archiviata.

L’associazione Lombardia-Russia è stata per molti aspetti il modello di riferimento a cui poi anche altri gruppi di attivisti politici vicini alla Lega si sono ispirati in altre regioni per promuovere iniziative simili. Una piuttosto nota è per esempio l’Associazione culturale Veneto-Russia, fondata nel 2014 e presieduta da Palmarino Zoccatelli, storico militante leghista di Verona. Dal 2020 Zoccatelli si qualifica come responsabile dell’Ufficio territoriale veronese della Repubblica popolare di Donetsk, una delle due regioni separatiste del Donbass di cui la Russia rivendica il controllo territoriale dal 2014, in violazione del diritto internazionale.

Queste associazioni hanno tutte l’intento dichiarato di rafforzare i legami di amicizia tra l’Italia e la Russia, e promuovono incontri e dibattiti sulla cultura e la religione russe, ma anche su temi di attualità politica e militare quasi sempre ispirati dalla propaganda di Putin. Per anni, definire un confine netto tra le attività di queste associazioni e le iniziative politiche della Lega è stato complicato, e la commistione tra affari, ideologia e promozione culturale è rimasta a lungo assai ambigua. Solo dopo l’invasione dell’Ucraina nel febbraio del 2022 la Lega di Salvini ha preso maggiormente le distanze da queste associazioni.

Il caso veneto è rappresentativo in questo senso. I responsabili di queste associazioni, infatti, hanno a lungo sostenuto di finanziarsi tramite quote e donazioni dei soci. Tra i contributi economici dichiarati dall’associazione Veneto Russia, però, c’è quello di alcune aziende locali che avevano interessi commerciali in Russia e che poi hanno subìto l’effetto delle sanzioni. Nella pagina Facebook di Veneto Russia è ben presente il logo di Albrigi Tecnologie, che compare come «sponsor» dell’associazione e viene pubblicizzata in lingua italiana e russa come azienda «leader nella produzione di impianti per la lavorazione e lo stoccaggio di liquidi alimentari […]».

La Lega di Salvini si è battuta a lungo e in ogni sede – sia nel parlamento italiano che in quello europeo – contro le sanzioni alla Russia, lamentando del fatto che danneggiassero gli imprenditori italiani, e argomentando tutto con dati piuttosto distorti.

Oltre al caso veneto e a quello lombardo, in Emilia-Romagna c’è l’Associazione culturale Russia Emilia-Romagna, che ha organizzato a Modena per il 20 gennaio una conferenza per raccontare la «liberazione definitiva» di Mariupol, la città del sudest dell’Ucraina che è stata in realtà assediata, bombardata e in gran parte distrutta a seguito dell’invasione russa. Il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, aveva inizialmente accettato di affittare all’associazione una sala civica, salvo poi negarla in seguito alle polemiche nate all’interno del suo stesso partito, il PD.

L’associazione è stata fondata nel 2014 a Parma, poi ha trasferito la sua sede nel centro di Bologna. All’unico indirizzo reperibile online, però, non risultano esserci attività in corso. Al numero di cellulare collegato risponde un uomo che rifiuta di identificarsi e spiega che ora l’associazione svolge le sue principali attività proprio a Modena e che si finanzia tramite le quote dei circa 20 o 30 soci, che pagano intorno a 20 euro all’anno. Sul sito dell’associazione non ci sono contatti più precisi, né sono consultabili bilanci. C’è però l’indicazione di coordinate bancarie a cui effettuare donazioni.

Il presidente attuale dell’associazione è Luca Rossi, ex esponente della Lega di Modena che nel 2019 si candidò al consiglio comunale della città col partito di Salvini, ottenendo 76 preferenze e non risultando eletto. «Da quel che so, è uscito dalla Lega nel 2020, dopo l’adesione di Salvini al governo di Mario Draghi», si limita a dire di lui il consigliere provinciale Guglielmo Golinelli. Nel luglio del 2020 Rossi pubblicò un post su Facebook in cui elogiava l’Egitto per la scelta di prolungare la detenzione dello studente dell’Università di Bologna, Patrick Zaki. «Esistono paesi seri come l’Egitto che non si lasciano condizionare da ong. Bye bye Zaki», scrisse.

Anche un altro importante esponente della Lega modenese si è più volte espresso a  sostegno delle iniziative dell’Associazione Russia Emilia Romagna. È il consigliere regionale Stefano Bargi, che nel 2016 partecipò al viaggio di una delegazione di rappresentanti leghisti in Crimea. Fu una missione organizzata da alcune di queste associazioni col sostegno di società pubbliche russe e fu assai criticata, perché molti esponenti della Lega presenti si dissero a favore dell’annessione della Crimea alla Russia.

In quello stesso periodo, in alcuni consigli regionali del Centro-Nord la Lega presentò e votò risoluzioni per riconoscere la validità del contestatissimo referendum con cui il regime di Putin aveva sancito l’annessione. Ancora oggi esponenti della Lega in Emilia-Romagna rinnovano posizioni di sostegno a Putin e di condanna delle politiche di sanzioni alla Russia, come ha fatto il 19 dicembre del 2023 il consigliere regionale Matteo Montevecchi, che è stato un collaboratore del senatore leghista Simone Pillon.

Un’altra associazione attiva nel diffondere propaganda filorussa è Vento dell’Est, che abbiamo già citato. È una ong pistoiese fondata nel novembre del 2022 da Lorenzo Berti, un militante del movimento di estrema destra CasaPound entrato nella Lega nel 2021 e candidatosi alle elezioni comunali della sua città nel 2022, senza risultare eletto. Generò alcune polemiche un suo post su Instagram in cui definì il 25 aprile «il giorno più squallido dell’anno», con l’hashtag #luttonazionale. Nel 2016 alcune inchieste giornalistiche lo descrissero come il coordinatore di un gruppo di militanti di estrema destra dediti alla manipolazione sistematica delle pagine di Wikipedia su CasaPound, con l’obiettivo di rimuovere dall’enciclopedia online i riferimenti a fatti ed episodi sconvenienti per il movimento.

Nel febbraio del 2023 Berti venne intervistato anche dall’emittente russa Russia Today, e disse che la maggior parte degli italiani era contraria all’invio di armi all’Ucraina. Vento dell’Est ha organizzato tra l’altro una raccolta di fondi con cui afferma di aver finanziato la costruzione di un piccolo parco giochi nella città ucraina di Alchevsk, nella repubblica separatista e filorussa di Luhansk. Nell’agosto del 2023 Berti realizzò un video dalla Piazza Rossa di Mosca insieme a Fabio De Maio, altro rappresentante dell’associazione. Negli ultimi mesi l’associazione ha intensificato la sua attività, organizzando manifestazioni, dibattiti pubblici e nelle scuole.

Le varie associazioni si muovono in autonomia, ma tra loro fanno rete, mantenendo contatti e condividendo iniziative. Il coordinamento funziona soprattutto sui social network, ma non solo. Per esempio, il presidente di Vento dell’Est Berti ha partecipato a una manifestazione organizzata a Modena dall’Associazione Russia Emilia-Romagna nel marzo 2023. Le due organizzazioni hanno anche collaborato su alcuni dibattiti online per commentare le iniziative di Putin.

Anche l’impegno di Vento dell’Est in attività di sostegno umanitario, più o meno consistente, non è un fatto isolato. Molte associazioni che contribuiscono alla propaganda filorussa portano avanti progetti di sostegno alle popolazioni russofone nel Donbass. La realtà di maggiore successo in quest’ambito è probabilmente la AASIB (Aiutateci a salvare i bambini), un’organizzazione di volontariato fondata nel 2001 dall’attivista trentino Ennio Bordato.

L’associazione finanzia da anni diversi progetti per curare e aiutare bambini in difficoltà sia in Russia sia nel Donbass. Le attività dell’associazione si ispirano al diritto internazionale umanitario, e vengono presentate con toni e slogan molto apprezzati dai canali di propaganda filoputiniana presenti in Italia. Spesso infatti gli interventi sanitari che l’associazione compie vengono presentati come conseguenze delle azioni militari dell’Ucraina e dei bombardamenti fatti dagli ucraini, senza menzioni dirette dell’invasione russa e delle operazioni belliche dell’esercito russo.