Chi è Gianluca Savoini

L'uomo registrato mentre parlava con i russi di fondi illeciti per la Lega è un vecchio amico e portavoce di Salvini con simpatie neonaziste, oltre che il suo attuale consigliere per la Russia

Gianluca Savoini con Vladimir Putin.
Gianluca Savoini con Vladimir Putin.

Nell’audio diffuso ieri dal giornale statunitense Buzzfeed, in cui si sentono tre italiani discutere di finanziamenti illegali alla Lega insieme a tre russi, l’unica persona che è stata identificata è Gianluca Savoini, un ex giornalista con un passato nell’estrema destra, oggi consigliere di Matteo Salvini per la Russia e suo ex portavoce. Nella conversazione registrata, Savoini parla apertamente di un piano illegale per far arrivare alla Lega poco meno di 60 milioni di euro dalla Russia, ma non è chiaro se quei soldi siano mai arrivati né se Savoini agisse per conto suo o se avesse ricevuto un mandato dai vertici della Lega.

Savoini ha 56 anni ed è nato ad Alassio, in Liguria. Secondo quanto ricostruito dal giornalista Claudio Gatti nel suo libro I demoni di Salvini, che si occupa delle infiltrazioni di gruppi neonazisti nella Lega, tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta Savoini si avvicinò ai gruppi di estrema destra; in particolare iniziò a frequentare il gruppo Orion, riunito intorno al militante neofascista Maurizio Murelli (condannato per aver ucciso un agente di polizia). Era lo stesso gruppo di cui all’epoca faceva parte Mario Borghezio, di una generazione più vecchio e all’epoca direttore dell’inserto economico del giornale del gruppo.

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Come altri militanti della destra estrema, sia Savoini che Borghezio si iscrissero ai movimenti politici autonomisti che stavano nascendo in quegli anni, un suggerimento fatto dallo stesso Murelli e da altri “grandi vecchi” dell’estremismo, che puntavano così a riciclare le loro istanze politiche all’interno di nuove formazioni, liberandosi dell’immagine neofascista considerata oramai ingombrante.

Savoini entrò nella Lega nel 1991 e, racconta lui stesso, conobbe Salvini due anni dopo, quando lo intervistò mentre lavorava per il quotidiano di destra L’Indipendente. All’epoca Salvini era candidato al consiglio comunale di Milano, dove poi sarebbe stato eletto a soli 20 anni. «Lì è iniziata la nostra amicizia», ha raccontato Savoini a Vanity Fair.

I due ebbero modo di approfondire la conoscenza a partire dal 1997, quando si trovarono entrambi a lavorare per il quotidiano di partito La Padania. Gatti ha intervistato due ex direttori e una ex caporedattrice del quotidiano, e tutti e tre confermano che all’epoca Savoini manifestava ancora le sue simpatie per l’estrema destra. «La definizione esatta di Savoini è nazista», ha detto per esempio l’ex direttore Gigi Moncalvo.

A quel punto Savoini sparì dalla scena per diversi anni. Si sposò con una cittadina russa di San Pietroburgo (lui però continua a non parlare una parola di russo), ma per il resto di lui non è facile trovare molte tracce. Il suo ritorno avvenne in grande stile nel 2013, quando Salvini, appena eletto segretario della Lega Nord, lo scelse come suo portavoce, un incarico che manterrà per un paio d’anni.

Quasi contemporaneamente, nei primi mesi del 2014, Savoini fondò – insieme a un altro gruppo di persone vicine alla Lega e alla Russia, come l’ex parlamentare Claudio d’Amico – l’Associazione Lombardia-Russia, definita nel suo sito un’associazione apartitica «con idee molto precise», come per esempio «Identità, Sovranità, Tradizione», che coincidono con «la visione del mondo enunciata dal Presidente della Federazione Russa», Vladimir Putin.

Cosa faccia questa associazione non è chiarissimo. Savoini, in varie interviste, ha spiegato che il suo obiettivo è migliorare le relazioni tra Italia e Russia e diffondere le idee politiche russe nel nostro paese tramite l’organizzazione di eventi culturali. Detta così, sembra che l’Associazione Lombardia-Russia si occupi essenzialmente di fare propaganda per il governo russo, e infatti nel suo sito specifica che nella sua attività utilizzerà «la collaborazione di media russi di provata serietà a partire da una fonte preziosa quale “La Voce della Russia”, ora “Sputnik News”», un’agenzia di stampa controllata dal governo russo e spesso accusata di fare propaganda e diffondere notizie false.

Il presidente onorario della sua associazione è Alexey Komov, uno degli organizzatori del Congresso Mondiale delle Famiglie, l’associazione di fondamentalisti cristiani accusata di omofobia e sessismo che ha organizzato il suo ultimo congresso a Verona. Komov è membro di numerose associazioni fondate e finanziate dall’oligarca russo Konstantin Malofeev, un miliardario nazionalista di estrema destra che opera spesso insieme al governo russo.

Tramite l’associazione, Savoini negli ultimi anni ha organizzato incontri tra esponenti leghisti e imprenditori interessati a fare affari in Russia e danneggiati dalle sanzioni economiche imposte alla Russia dall’Unione Europea nel 2014 in seguito all’invasione della Crimea e all’occupazione dell’Ucraina orientale: il che ha portato diversi giornalisti a ipotizzare – ma sono ipotesi che non hanno mai trovato conferme definitive – che uno dei ruoli dell’associazione fosse raccogliere finanziamenti per la Lega da società e aziende interessate a coltivare buoni rapporti con la Russia.

Savoini comunque ha da tempo frequenti e importanti contatti in Russia, in particolare con il partito di Putin Russia Unita. È ritenuto per esempio l’artefice dell’accordo formale di partnership tra la Lega e Russia Unita firmato nel marzo del 2017. Nel 2014 è stato invitato come osservatore internazionale al referendum sull’annessione della Crimea alla Russia, largamente boicottato dalla popolazione musulmana e di lingua ucraina e svoltosi sotto lo sguardo di militari russi senza insegne e miliziani locali con passamontagna. Nel 2018 è stato chiamato nuovamente a svolgere lo stesso ruolo nel corso delle elezioni politiche che hanno visto Putin rieletto per il suo quarto mandato presidenziale.

Salvini si fida molto di Savoini, e fino a oggi lo ha sempre utilizzato come guida e punto di contatto per tutti i cinque viaggi che ha compiuto in Russia da quando è stato eletto segretario della Lega. Savoini lo ha sempre accompagnato personalmente e, nei viaggi più recenti, Savoini stesso ha affermato di essere stato parte dello staff del ministro, una circostanza successivamente negata dallo staff stesso. Savoini era presente anche alla cena di gala avvenuta lo scorso 4 luglio a Roma alla presenza del presidente russo Vladimir Putin e dello stesso Salvini. A invitarlo è stato un membro dello staff di Salvini.

Nelle ultime ore Savoini ha dato molte interviste sulla registrazione pubblicata da Buzzfeed. Ha ammesso l’autenticità della conversazione ma ha detto che la registrazione potrebbe essere stata manomessa; ha aggiunto che non c’è stato alcun passaggio di denaro verso la Lega e che le accuse nei suoi confronti sono solo «fango», «una porcheria». Non ha spiegato invece chi fossero i suoi interlocutori e perché stesse parlando loro di come far arrivare dei soldi alla Lega in modo illegale, né cosa la Lega avrebbe dato in cambio al governo russo.