• Mondo
  • Venerdì 21 marzo 2014

Ora è ufficiale, la Crimea è della Russia

Per il governo russo, almeno: il trattato di annessione è stato firmato da Putin, mentre l'Ucraina ha concluso un accordo politico con l'Unione Europea

Russian soldiers patrol the area surrounding the Ukrainian military unit in Perevalnoye, outside Simferopol, on March 20, 2014. Kiev will never recognise Russia's annexation of Crimea and will fight for the "liberation" of the strategic Black Sea peninsula, Ukraine's parliament said in a resolution adopted on March 20. AFP PHOTO/ Filippo MONTEFORTE (Photo credit should read FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)
Russian soldiers patrol the area surrounding the Ukrainian military unit in Perevalnoye, outside Simferopol, on March 20, 2014. Kiev will never recognise Russia's annexation of Crimea and will fight for the "liberation" of the strategic Black Sea peninsula, Ukraine's parliament said in a resolution adopted on March 20. AFP PHOTO/ Filippo MONTEFORTE (Photo credit should read FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato il trattato di annessione della Crimea alla Russia, ultimo passaggio previsto dalla legge russa per renderlo effettivo. Da ora, dunque, per il governo russo la Crimea non è più né un’entità indipendente né una repubblica autonoma sotto la sovranità dell’Ucraina: è diventata una delle repubbliche della Federazione Russa, status che è stato riconosciuto anche alla città di Sebastopoli, dove è di stanza la flotta russa sul Mar Nero.

Il trattato di annessione della Crimea alla Russia era stato firmato una prima volta dal presidente Vladimir Putin e dai leader locali crimeani il 18 marzo a Mosca, al termine di un discorso molto duro di Putin contro l’Occidente e il mondo cosiddetto “unipolare”. Prima della firma di Putin, il trattato era già stato ratificato dalla camera alta del parlamento russo, il Consiglio Federale, che l’aveva votato all’unanimità. Nei giorni scorsi il trattato era stato ratificato anche dalla camera bassa, la Duma, con un solo voto contrario, e approvato dalla Corte Costituzionale di San Pietroburgo.

Per ora sembra che l’Occidente non abbia intenzione di riconoscere la legalità dell’annessione della Crimea alla Russia. Le ritorsioni contro il governo russo stanno diventando al contrario sempre più dure, anche se limitate solo all’imposizione di sanzioni “mirate” contro cittadini russi, ucraini e crimeani ritenuti responsabili dell’annessione della Crimea. Ieri il presidente statunitense Barack Obama ha approvato altre sanzioni a 20 persone considerate vicinissime a Putin, oltre che a Bank Rossiya «che dà loro sostegno». Giovedì sera tardi anche i leader dell’Unione Europea, riuniti a Bruxelles, hanno annunciato l’estensione delle precedenti sanzioni ad altri 12 individui. Venerdì pomeriggio il Telegraph ha pubblicato la lista ottenuta in esclusiva dei 12 individui – russi e crimeani – verso cui l’Unione Europea ha esteso le sue sanzioni: tra le persone colpite, ci sono Dmitry Olegovich Rogozin (viceprimo ministro russo), Sergey Glazyev (consigliere del presidente Putin), Valentina Ivanova Matviyenko (speaker della camera alta del parlamento russo), Igor Turchenyuk (comandante delle forze russe in Crimea) e Vladislav Yurievich (stretto consigliere del presidente Putin).

Nemmeno il governo di Kiev sembra voler riconoscere l’annessione della Crimea alla Russia, anche se di fatto sta preparando un piano per ritirare i suoi soldati rimasti bloccati nelle basi militari della Crimea. Venerdì il primo ministro ucraino Arseniy Yatsenyuk ha firmato un accordo politico con l’Unione Europea, che di fatto avvicina le due parti e vuole mostrare il sostegno dei paesi europei alla nuova leadership ucraina.