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  • Venerdì 22 dicembre 2023

La vedova di Jamal Khashoggi riceverà asilo politico negli Stati Uniti

Hanan Elatr era la moglie del giornalista saudita ucciso nel 2018, secondo molte inchieste per ordine del governo del suo paese

Un'agente di polizia davanti a un'immagine di Jamal Khashoggi
Un'agente di polizia davanti a un'immagine di Jamal Khashoggi (AP Photo/Lefteris Pitarakis, File)
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Gli Stati Uniti hanno concesso lo status di rifugiata politica a Hanan Elatr, vedova di Jamal Khashoggi, dissidente e giornalista saudita ucciso nel consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul nel 2018. Secondo diverse inchieste giornalistiche, indagini governative e ricostruzioni di organizzazioni internazionali, Khashoggi fu ucciso per decisione del regime saudita, probabilmente su ordine diretto del potente principe ereditario Mohammed bin Salman. Il suo assassinio attirò moltissime critiche sul governo e in particolare sul principe ereditario, che di fatto guida il paese da alcuni anni.

Elatr aveva fatto richiesta di asilo perché sosteneva di non poter più vivere nel suo paese d’origine, l’Egitto, o negli Emirati Arabi Uniti, dove visse per 26 anni prima di trasferirsi negli Stati Uniti. Elatr ha detto di temere per la propria incolumità, e che nel 2020 perse il suo lavoro come assistente di volo negli Emirati Arabi Uniti a causa delle interferenze dell’Arabia Saudita (i due paesi sono strettamente alleati).

Nella sua richiesta di asilo negli Stati Uniti, Elatr ha detto che l’Egitto ha imprigionato e maltrattato alcuni membri della sua famiglia a causa della sua relazione con Khashoggi. Afferma anche che nel 2018, prima del suo assassinio, gli Emirati Arabi Uniti l’hanno arrestata e interrogata, e installato programmi di sorveglianza sul suo telefono.

Jamal Khashoggi fu a lungo editorialista per il Washington Post, e i suoi articoli criticavano spesso le politiche di Mohammed bin Salman, chiedendo maggiori aperture democratiche. Conobbe Elatr negli Stati Uniti nel 2009 e si sposarono nel giugno del 2018. Poco dopo la coppia si trasferì in Turchia. Dopo essere entrato nel consolato saudita a Istanbul per ritirare dei documenti, Khashoggi fu ucciso da una squadra di agenti sauditi, che lo strangolarono e smembrarono il suo corpo per nasconderlo in una valigia.

In Arabia Saudita sono otto persone state condannate per il loro coinvolgimento nell’assassinio, di cui 5 alla pena di morte. Molte indagini, fra cui una condotta dalla CIA, la principale agenzia di intelligence statunitense per l’estero, concordano sul fatto che fu Mohammed bin Salman stesso a ordinare l’assassinio del suo oppositore. Le accuse contro di lui negli Stati Uniti furono però archiviate, perché il governo decise di garantirgli l’immunità diplomatica. Bin Salman ha sempre negato il suo coinvolgimento nella vicenda, ma in passato disse che si prendeva «tutta la responsabilità come leader dell’Arabia Saudita, specialmente perché l’omicidio era stato commesso da individui che lavoravano per il governo saudita».