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  • Giovedì 7 dicembre 2023

La crisi del Santos, un anno dopo la morte di Pelé

Una delle più grandi squadre brasiliane è retrocessa per la prima volta nella sua storia, dopo anni difficili dentro e fuori dal campo

I tifosi del Santos a Vila Belmiro (Photo by Ricardo Moreira/Getty Images)
I tifosi del Santos a Vila Belmiro (Photo by Ricardo Moreira/Getty Images)
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Poco meno di un anno fa morì a San Paolo Pelé, uno dei migliori giocatori della storia del calcio e simbolo del Santos, club brasiliano che negli anni Cinquanta e Sessanta aveva reso uno dei più importanti del paese e del Sudamerica. Mercoledì si è chiuso il campionato brasiliano del 2023, vinto dal Palmeiras e chiamato in questa edizione “Brasileirao Rei” proprio in suo omaggio (Pelé era conosciuto come O Rei, Il Re): ma nell’ultima giornata, perdendo 2-1 in casa con il Fortaleza, il Santos è retrocesso per la prima volta nella sua storia lunga 111 anni.

Il Santos era una delle tre squadre brasiliane a non essere mai scesa di categoria: ora rimangono solo Flamengo e San Paolo. L’esito del campionato è stato accolto con rabbia dai tifosi, che prima hanno cercato di invadere il campo, poi nella notte hanno dato fuoco ad alcune auto e alcuni autobus.

Il Santos visse la sua epoca d’oro in corrispondenza della carriera di Pelé, quando anche grazie a un programma di gare di esibizione era diventato la squadra che tutti nel mondo volevano vedere. Ma anche in epoche successive è rimasto ai vertici del calcio brasiliano, soprattutto grazie ai talenti cresciuti nel suo settore giovanile. Prima Diego e Robinho, poi Neymar contribuirono a stagioni vincenti del Santos, in Brasile ma anche nella coppa Libertadores, equivalente della nostra Champions League. L’attuale attaccante del Real Madrid e della nazionale brasiliana Rodrygo è un altro dei cosiddetti meninos da Vila, i ragazzi di Vila Belmiro (nome dello stadio del Santos): nel 2019 fu venduto per 45 milioni di euro.

(Photo by Ricardo Moreira/Getty Images)

Da alcuni anni però il Santos vive una profonda crisi finanziaria e di risultati: l’ultima vittoria, nel campionato dello stato di San Paolo, risale al 2016, l’ultimo titolo nazionale invece al 2004. Quella appena conclusa è stata la peggiore annata della sua storia: è iniziata con le eliminazioni molto precoci nel campionato paulista (il torneo dello stato di San Paolo che affianca quello nazionale), nella coppa del Brasile e nella Sudamericana (corrispondente dell’Europa League). Anche in campionato i risultati sono stati deludenti quasi da subito, e dopo il girone d’andata il Santos era già negli ultimi posti in classifica.

Nonostante qualche rinforzo arrivato dal mercato e quattro diversi allenatori che si sono succeduti in stagione, la situazione non è cambiata e ad agosto è arrivata una clamorosa sconfitta per 7 a 1 contro l’Internacional di Porto Alegre.

Il Santos ha comunque iniziato l’ultima giornata di campionato al quint’ultimo posto (in Brasile retrocedono le ultime quattro) e sarebbe bastata una vittoria con il Fortaleza per non dipendere dai risultati delle altre squadre impegnate nella lotta per la salvezza: è invece andato in svantaggio e ha pareggiato solo dopo un’ora di gioco. Le contemporanee vittorie di Vasco e Bahia lo obbligavano a vincere, ma all’ultimo minuto è arrivato un gol del Fortaleza, peraltro quasi da centrocampo. Sono quindi cominciate le invasioni di campo dei tifosi e la partita è stata chiusa dall’arbitro.

Ma i problemi del Santos non sono legati solo ai risultati: il club ha accumulato l’equivalente di quasi 150 milioni di euro di debiti e la gestione del presidente Andres Rueda, iniziata nel 2021, era considerata fallimentare già prima della retrocessione. Durante il suo mandato si sono alternati sulla panchina del Santos nove allenatori e il club è stato al centro anche di alcuni scandali. A giugno licenziò il difensore Eduardo Bauermann, coinvolto in una inchiesta di scommesse sulle partite: erano emerse alcune registrazioni di telefonate in cui concordava di rimediare un’ammonizione o un’espulsione in cambio di denaro (peraltro senza riuscirci appieno).

Ad agosto Paulo Roberto Falcao, che da quasi un anno era uno dei dirigenti più importanti della società, diede invece le dimissioni anche in seguito a una denuncia per molestie sessuali da parte di una dipendente di un hotel dove era ospitato (il caso è stato poi archiviato per mancanza di prove).

La retrocessione sarà l’ultimo atto della gestione sportiva di Rueda: sabato 9 dicembre sono previste le elezioni del nuovo presidente (votano i soci, come succede per molte squadre di calcio del Sudamerica e alcune spagnole). Il nuovo presidente dovrà anche decidere se procedere con la prevista ristrutturazione dello stadio Vila Belmiro, che doveva iniziare nel 2024 e che costerà l’equivalente di almeno 60 milioni di euro. La retrocessione in serie B, con il ridimensionamento delle entrate, potrebbe rimetterla in discussione.

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