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  • Mercoledì 15 novembre 2023

L’uccello del secolo della Nuova Zelanda l’ha deciso John Oliver

Il comico inglese ha mobilitato il suo pubblico per far eleggere il pūteketeke, un uccello con l'abitudine di vomitare

(AP Photo/Sergei Grits)
(AP Photo/Sergei Grits)

L’edizione del 2023 dell’annuale concorso organizzato in Nuova Zelanda dall’associazione ambientalista Forest & Bird per nominare l’“uccello dell’anno”, rinominato per quest’anno “uccello del secolo” per il centenario della fondazione dell’associazione, è stata molto diversa dal solito. Hanno partecipato al voto moltissime persone più del solito e ha ricevuto le attenzioni di curiosi da diversi paesi del mondo dopo che John Oliver, noto comico televisivo inglese che lavora negli Stati Uniti, l’ha trasformata in una gag del suo apprezzato programma in onda su HBO Last Week Tonight with John Oliver.

Oliver infatti ha portato avanti un’insistente campagna per convincere il suo pubblico a votare il pūteketeke, una sottospecie dello svasso maggiore (Podiceps cristatus), classificato localmente come “minacciato”, e che ha colpito il conduttore, che ha dichiarato «sono strani uccelli che vomitano e con un mullet colorato: come si fa a non amarli». Dopo che Oliver ha parlato del concorso nella trasmissione in diverse puntate, costruendoci sopra vari spezzoni e battute, il pūteketeke – il nome è māori, una lingua polinesiana parlata dalla popolazione aborigena neozelandese – ha vinto con più di 22 volte i voti del secondo classificato. Nelle edizioni precedenti della competizione erano stati registrati circa 50mila voti all’anno: quest’anno il pūteketeke ne ha raccolti da solo quasi 300mila.

Oliver aveva dedicato moltissimi sforzi alla promozione del pūteketeke, allestendo cartelloni in molte città del mondo e indossando un vistoso costume da pūteketeke, in un intervista con Jimmy Fallon, un altro famoso comico statunitense. Ha spiegato che il fatto che al concorso per eleggere l’uccello del secolo in Nuova Zelanda potesse partecipare chiunque gli è sembrata «una falla nel sistema che qualcuno avrebbe potuto sfruttare. Siamo stati felici di essere quel qualcuno». L’amministratrice delegata di Forest & Bird, Nicola Toki, sembra comunque avere apprezzato l’attenzione ottenuta dalla sua organizzazione, e ha commentato: «il pūteketeke ha iniziato da outsider, ma si è trovato in testa alla classifica grazie al suo aspetto particolare, al suo adorabile modo di prendersi cura dei pulcini e alla sua tendenza a vomitare».

Il concorso serve a sensibilizzare la popolazione sullo stato di conservazione delle specie di uccelli: secondo Forest & Bird l’80 per cento delle specie di uccelli nativi della Nuova Zelanda è a rischio di estinzione, e fra queste c’è il pūteketeke. In Nuova Zelanda ne rimangono meno di mille individui. Fra Ottocento e Novecento lo svasso maggiore, di cui il pūteketeke è una sottospecie, si era quasi estinto perché il suo collare piumato veniva usato come ornamento per i vestiti femminili. Un’altra caratteristica apprezzata di questi uccelli è la loro buffa danza di accoppiamento, chiamata anche “ballo del pinguino”: gli uccelli si scontrano petto a petto sull’acqua, mentre scuotono il capo e sbattono con i piedi sull’acqua. A interessare Oliver, poi, è stata l’abitudine del pūteketeke di ingerire le proprie piume per indursi il vomito ed espellere in questo modo i parassiti.

I partecipanti sono stati così tanti che l’organizzazione del concorso ha dovuto posticipare di due giorni l’annuncio della specie vincitrice per gestire la mole di voti. Il pūteketeke ha battuto perfino il kiwi, animale simbolo della Nuova Zelanda, i cui abitanti negli altri paesi di lingua inglese sono comunemente soprannominati kiwis.

Secondo Oliver, che è nato a Londra e interpreta da anni il ruolo di osservatore europeo degli Stati Uniti sulla tv americana, «è questa l’essenza della democrazia: l’America che interferisce nelle elezioni straniere». Il suo programma, a metà fra un monologo comico e un programma di approfondimento, occasionalmente si dedica a iniziative un po’ bizzarre. Anni fa per esempio aveva promosso la pubblicazione di un libro in favore dei diritti omosessuali che era la parodia di uno scritto dalla famiglia dell’ex vice presidente statunitense Mike Pence.

I cartelloni per il pūteketeke, fatti appendere da Oliver fra gli altri posti a Mumbai, a Londra e sugli Champs-Élysées di Parigi, lo nominavano «Lord of the Wings», cioè signore delle ali, un gioco di parole con Lord of the Rings, titolo originale del Signore degli Anelli, i cui film sono stati girati proprio in Nuova Zelanda.

Un cartellone della campagna a Wellington, in Nuova Zelanda (AP Photo/Nick Perry)

Non è comunque la prima volta che l’elezione dell’uccello dell’anno suscita delle discussioni: l’anno scorso il kākāpō, il “pappagallo più grasso del mondo”, era stato bandito dalla competizione perché l’aveva vinta già due volte negli anni precedenti. Nel 2021 invece a vincere era stato una specie di pipistrello, quindi non un uccello, ma un mammifero. Quest’anno alcuni degli oppositori del pūteketeke sono perfino ricorsi ai brogli elettorali: un sostenitore del pinguino saltarocce orientale, un uccello definito da Oliver «un pinguino hipster», ha espresso da solo 40mila voti, che non sono stati presi in considerazione.

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