• Moda
  • Lunedì 6 novembre 2023

Con il rosso tornerà anche il massimalismo nella moda?

È il colore del momento, e secondo alcuni esperti è un segnale di cambiamenti culturali più grandi in corso in questo periodo

di Arianna Cavallo

Una modella alla sfilata della collezione autunno-inverno 2023/24 di Act N°1, Milano, 24 febbraio 2023 
(John Phillips/Getty Images)
Una modella alla sfilata della collezione autunno-inverno 2023/24 di Act N°1, Milano, 24 febbraio 2023 (John Phillips/Getty Images)

A chi non segue la moda il fatto che il rosso sia il colore del momento, presente in molte delle ultime sfilate, nelle vetrine dei negozi di abbigliamento e indossato da personaggi famosi e influencer, potrebbe sembrare l’ennesima tendenza transitoria. Secondo alcuni esperti, il suo ritorno potrebbe avere un significato meno superficiale e indicare l’inizio di un cambiamento culturale più ampio nella moda: il ritorno del massimalismo – un gusto estetico caratterizzato dagli eccessi, dagli ornamenti, dalle stampe, dai colori accesi e a contrasto – dopo anni in cui ha dominato il minimalismo, cioè lo stile di abiti e accessori senza tempo, tinte neutre, tagli puliti, materiali di alta qualità e lavorazioni spesso artigianali.

È una tendenza che non vale solo per i vestiti ma che si è vista, per esempio, anche nell’arredamento, dove lo stile cosiddetto scandinavo – caratterizzato da colori chiari, linee semplici, assenza di decorazione e funzionalismo – sta lasciando il passo a un gusto più ornamentale.

A febbraio e a marzo 2023 il rosso si era visto nei vestiti e negli accessori di molte sfilate delle settimane della moda di New York, Londra, Milano e Parigi, le occasioni in cui le più importanti aziende di moda al mondo presentano le loro collezioni di abbigliamento ready-to-wear (cioè quello che si trova già confezionato in taglie nei negozi e solitamente destinato alla vita di ogni giorno) per la stagione successiva, in questo caso l’autunno-inverno 2023/2024, cioè i vestiti che si possono comprare adesso.

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Anna Wintour, direttrice di Vogue America, con un cappotto rosso alla sfilata di Collina Strada, New York, 10 febbraio 2023 (Michael Loccisano/Getty Images)

Alcune aziende avevano fatto sfilare delle modelle interamente vestite di rosso, come per esempio le italiane Ferragamo, Fendi, Dolce & Gabbana, Blumarine, la francese Hermès e la britannica Burberry, altre lo avevano scelto tra i colori predominanti, come Bottega Veneta (azienda italiana che appartiene al gruppo del lusso francese Kering), la britannica Stella McCartney, la francese Balenciaga (controllata da Kering) e la spagnola Loewe (appartenente al gruppo del lusso francese LVMH).

ferragamo

Una modella alla sfilata autunno-inverno 2023/24 di Ferragamo, Milano, 25 febbraio 2023 (John Phillips/Getty Images)

Il marchio di moda italiano Prada, considerato da anni tra i più rilevanti e influenti, aveva presentato una collezione dai colori neutri – beige, grigio, bianco, blu – tra cui spiccavano delle scarpe col tacco rosse e un completo con giacca e gonna rosse che nei mesi successivi è stato indossato da molti personaggi famosi. Alla fine della sfilata la direttrice creativa Miuccia Prada, che dall’aprile 2020 disegna le collezioni insieme al co-direttore creativo Raf Simons, si era presentata a ricevere l’applauso del pubblico indossando un maglione rosso e dei pantaloni color vinaccia, attirando ulteriore attenzione su quei colori.

 

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Il colore rosso si è visto anche nei dettagli, per esempio sui calzini (per questo ora molti appassionati di moda li stanno indossando rossi anziché neri o bianchi) e sulle calze. Il sito The Cut ha scritto, per esempio, di aver notato «la stessa cosa in tante sfilate diverse: le calze rosse. C’erano da Hermès, Theory, Burberry» e anche da Gucci (azienda italiana di proprietà del gruppo del lusso francese Kering), dalla danese Saks Potts e dalla francese Isabel Marant.

 

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Già a febbraio il sito di moda Harper’s Bazaar aveva scritto che «il rosso è il nuovo rosa» riferendosi al successo del colore rosa nell’anno precedente, sia perché era stato scelto dal marchio di moda Valentino (fino a quel momento associato soprattutto al rosso) sia per l’onnipresenza del Barbiecore, la tendenza legata al film su Barbie diretto dalla regista statunitense Greta Gerwig.

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Nei mesi successivi, gli esperti di moda hanno presentato il rosso come colore dell’autunno: a luglio Vogue, la più autorevole pubblicazione di moda al mondo, aveva pubblicato un articolo intitolato: «Addio beige: il rosso ritornerà alla grande quest’autunno», spiegando che «in un momento in cui è facile sentirsi scombussolati, non sorprende che sia di tendenza un colore che contemporaneamente rappresenta la vita e il pericolo».

L’interesse per il rosso è stato confermato nelle sfilate di settembre, quando le aziende di moda hanno presentato le collezioni per la primavera/estate del 2024. È stato per esempio riproposto da Ferragamo, Valentino e dal marchio svizzero Bally, il cui direttore creativo Simone Bellotti ha presentato la sua prima collezione, definita da molti un esempio di eleganza borghese e contemporanea: i colori predominanti erano il grigio, l’azzurro, il beige e il blu notte, ravvivati però da borsette, maglioni, cappellini, pantaloncini e abiti rossi.

 

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Sempre a settembre Sabato De Sarno – il nuovo direttore creativo di Gucci dopo che Alessandro Michele aveva lasciato l’azienda nel novembre del 2022 – ha presentato la sua prima e attesa collezione introducendo una nuova sfumatura di rosso, il “Gucci Ancora”, che ha anche fatto da sfondo alla campagna pubblicitaria. Vogue lo ha definito una tinta con una «certa sottile modernità e freschezza», «familiare nella sua sofisticatezza retro» e con una «chiara, matura ed elegante italianità».

 

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Anche sui social network il rosso è considerato il colore di questo autunno: su TikTok la maggior parte dei video recenti con l’hashtag #coloroftheseason (colore della stagione) indica il rosso ciliegia mentre l’hashtag #redoutfit (outfit rosso) ha 183,3 milioni di visualizzazioni (per fare un confronto: #pinkoutfit, cioè outfit rosa, il colore legato al Barbiecore, ha raccolto 482,9 milioni di visualizzazioni in più di un anno).

Il successo del rosso potrebbe essere l’ennesima tendenza transitoria della moda ma secondo alcuni esperti, invece, indicherebbe un cambiamento nello spirito dei tempi. Nel dicembre del 2022, per esempio, la nota azienda Pantone aveva scelto come colore del 2023 proprio una tinta di rosso, il Viva Magenta: «una sfumatura di rosso cremisi con un equilibrio tra caldo e freddo», «un colore ibrido» e «non convenzionale per tempi non convenzionali». Secondo Pantone, il Viva Magenta «esprime un nuovo segnale di forza», «è coraggioso e senza paura», «si rivela come pura gioia, incoraggiando la sperimentazione e l’espressione personale, senza restrizioni».

È di questo avviso, per esempio, Leandra Medine Cohen, una delle prime e più importanti fashion blogger statunitensi, diventata un punto di riferimento nel mondo della moda. A inizio ottobre aveva infatti scritto nella sua seguita newsletter che «il colore rosso continuerà la sua campagna per restare la “Miglior scelta di colore del momento”. Il fatto che il rosso sia così richiesto nella moda rappresenta l’inizio della lenta morte del minimalismo. Principalmente perché si era entrati in quella tendenza iniziando a togliere stampe e colori per scegliere vestiti che, probabilmente, ricordano quelli che stiamo indossando adesso ma con toni più neutri; per questo la via d’uscita più facile potrebbe essere aggiungere un po’ di colore».

 

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Un segnale interessante è che alcune aziende lontane dagli eccessi – come le già citate Bally e la nuova Gucci di De Sarno – abbiano introdotto questo colore, allontanandosi dal minimalismo più rigoroso.

Nella moda ci sono sempre stati periodi di alternanza tra minimalismo e massimalismo. Negli anni Ottanta, per esempio, il massimalismo fu dominante, con eccessi nelle forme degli abiti (per esempio le spalle larghe), nelle stampe, negli accessori (spille e bigiotteria appariscente) e anche nel trucco e nelle acconciature (la permanente e i capelli cotonati). Questa esuberanza venne ripulita nei primi anni Novanta da stilisti minimalisti come Donna Karan, Calvin Klein, Helmut Lang e Miuccia Prada. Alla fine degli anni Novanta e poi durante gli anni Zero ritornarono i colori brillanti e si affermò la logomania, ovvero l’onnipresenza dei loghi delle aziende sui propri prodotti.

Le cose cambiarono drasticamente con la recessione seguita alla crisi economica del 2008, quando molte persone in tutto il mondo persero il lavoro e la possibilità di spendere in vestiti diminuì. Anche per il diffondersi della sensibilità ambientalista si fece strada l’idea che fosse meglio comprare pochi capi che però durassero nel tempo, quindi meno legati alle tendenze del momento. L’estetica – sobria, raffinata, considerata espressione del buon gusto – venne dettata da marchi che rispondevano a questa filosofia, primo tra tutti l’azienda di moda francese Céline, guidata dalla direttrice creativa britannica Phoebe Philo (che da poco ha presentato il suo omonimo marchio dopo 6 anni di assenza dal mondo della moda).

– Leggi anche: I commenti alla nuova collezione di Phoebe Philo

Fu in quegli anni che si diffuse anche il cosiddetto stile normcore, cioè l’idea di vestirsi normali, con jeans né troppo larghi né troppo stretti, magliette di un solo colore senza loghi e sneakers dalle dimensioni contenute.

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Le cose non sono molto cambiate da allora, se si esclude il successo dell’estetica di Alessandro Michele, che fu direttore creativo di Gucci dal 2015 al 2022: eccentrica, fatta di sovrabbondanza e accostamenti imprevedibile di stampe, colori, tessuti e forme in contrasto tra loro, ma che trovavano nell’insieme un proprio equilibrio. Molti, comunque, consideravano le sue collezioni un’accozzaglia dal gusto kitsch.

– Leggi anche: La strategia che ha portato Gucci al successo

La pandemia da coronavirus ha riproposto i meccanismi della crisi del 2008, spingendo più persone a preferire capi classici e duraturi nel tempo, con colori neutri, ottima qualità, tagli sartoriali e realizzati da aziende con un’attenzione alla sostenibilità ambientale. Tra i marchi di lusso che rispondono a questi criteri ci sono per esempio Jil Sander, The Row, Khaite, Totême, spesso considerati eredi dello stile di Philo da Céline. Questo gusto è rappresentato bene dal cosiddetto quiet luxury (lusso discreto) o stealth wealth (ricchezza nascosta), reso famoso dalla serie tv Succession: uno stile discreto, tradizionale, senza loghi, proprio di chi è talmente ricco da non aver bisogno di ostentazioni. Un berretto da baseball indossato da Kendall Roy, un personaggio della serie tv, riassume bene il concetto: è un normalissimo cappellino blu ma è realizzato dall’azienda italiana Loro Piana e costa 600 euro.

 

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– Leggi anche: Cos’è il quiet luxury, un nuovo modo di vestirsi da ricchi

Adesso le cose potrebbero cambiare, forse in reazione ai tempi difficili in corso o all’onnipresenza del quiet luxury. Secondo Vanessa Friedman, l’autorevole critica di moda del New York Times, la settimana della moda di Parigi di settembre 2023, in cui sono state presentate le collezioni per la primavera estate 2024, ha visto «la rivincita del massimalismo» nei tentativi di marchi come Marni, Balmain, Schiaparelli e Rick Owens di sovvertire il gusto del lusso discreto e raffinato proponendo degli abiti che diano «gioia».

Anche sui social network stanno emergendo influencer che suggeriscono come vestirsi abbinando in modo personale tessuti, colori e accessori, spesso acquistati alle bancarelle dell’usato o sui rivenditori online di abiti vintage e di seconda mano. Tra le più note ci sono Sara Camposarcone, che ha 1,6 milioni di follower su TikTok, e Anna Golka-Yepez, che ha 130 mila follower su TikTok e 55mila su Instagram. In un’intervista al sito di moda WWD, Golka-Yepez ha definito il suo stile «massimalista. È molto eclettico e metto solo quello che mi fa stare al meglio. Prima volevo riuscire a infilarmi nell’idea di come volevo essere percepita, ma poi ho capito che avrei indossato quello che mi rendeva felice»; aggiunge che «molte persone mi dicono che ho dato loro il coraggio di mettere quello che vogliono e che le rende felici piuttosto che preoccuparsi di quello che la società pensa che dovremmo indossare».

 

@saracampz

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♬ original sound – Sara Camposarcone

 

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