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  • Martedì 3 ottobre 2023

I moltissimi arresti in Turchia dopo l’attentato di domenica ad Ankara

La polizia turca ha fermato quasi un migliaio di persone, alcune con l'accusa di far parte del PKK, gruppo che ha rivendicato l'attacco

Il ministro dell'Interno turco, Ali Yerlikaya (AP Photo/Ali Unal)
Il ministro dell'Interno turco, Ali Yerlikaya (AP Photo/Ali Unal)
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Martedì la polizia turca ha fermato quasi mille persone in alcune operazioni in diverse province del paese, tra cui decine accusate di avere legami o di far parte delle «strutture di intelligence» del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), organizzazione considerata terroristica dal governo turco. Le operazioni sono legate all’attentato di domenica ad Ankara, in cui erano morti due attentatori ed erano stati feriti due poliziotti: l’attacco era stato rivendicato proprio dal PKK. Le altre persone fermate sono accusate di possesso illegale e traffico di armi.

L’attentato era stato compiuto domenica mattina, poche ore prima che il parlamento turco tornasse a riunirsi dopo la pausa estiva. Due uomini avevano tentato di fare irruzione nel palazzo del ministero dell’Interno ad Ankara, usando un’auto rubata. Uno dei due aveva cercato di colpire le guardie armate fuori dall’edificio con una piccola carica esplosiva e con armi da fuoco, mentre l’altro aveva tentato di entrare: il primo si era poi fatto esplodere, il secondo era stato ucciso.

Quello di domenica è stato il primo attentato compiuto ad Ankara dal 2016. Alcune ore dopo aveva rivendicato l’attacco il PKK, gruppo che dal 1984 si oppone al governo con l’obiettivo di creare uno stato curdo. In risposta, la Turchia aveva bombardato venti posizioni militari curde nel nord dell’Iraq.

Fra le persone arrestate c’è anche Aysenur Arslan, una conduttrice televisiva di 73 anni che da tempo è molto critica verso il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan, al potere dal 2003. Durante un programma trasmesso lunedì, Arslan aveva messo in dubbio la ricostruzione delle autorità turche sull’attentato di domenica: per questo era stata accusata di “propaganda terroristica” e di aver celebrato attività criminali.

– Leggi anche: La Turchia ha risposto con raid aerei a un attentato suicida ad Ankara

I moltissimi fermi compiuti dalla polizia domenica non sono una novità per la Turchia, paese che negli ultimi anni Erdogan ha trasformato in senso sempre più autoritario, limitando la libertà di stampa, licenziando decine di migliaia di funzionari pubblici e colpendo critici e dissidenti. Già in passato il governo turco aveva fatto ricorso allo strumento degli arresti di massa: era successo per esempio dopo il tentato colpo di stato del 2016, uno dei momenti più difficili degli anni da presidente di Erdogan.