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  • Martedì 19 settembre 2023

La riforma del voto in condotta a scuola

È prevista in un disegno di legge presentato dal governo, in cui viene dato maggiore peso al comportamento degli studenti nella valutazione complessiva

(ALESSANDRO DI MEO/ARCHIVIO - ANSA - KRZ)
(ALESSANDRO DI MEO/ARCHIVIO - ANSA - KRZ)
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Nel corso del Consiglio dei ministri che si è tenuto lunedì pomeriggio il governo ha approvato, tra le altre cose, un disegno di legge che introduce una serie di riforme del percorso scolastico. Il disegno di legge, che come tale dovrà essere approvato anche dal parlamento per entrare in vigore, prevede soprattutto un maggiore peso alla valutazione del comportamento degli studenti, il cosiddetto “voto in condotta”. È uno dei primi provvedimenti rilevanti in questo ambito, a parte il cosiddetto liceo del Made in Italy, ed è quindi utile a capire che concezione di scuola abbia questo governo.

Innanzitutto il disegno di legge reintroduce il voto in condotta alle scuole medie, dove era stato abolito nel 2017 dall’allora ministra Valeria Fedeli. Sarà espresso in decimi e nel caso in cui al termine dell’anno lo studente abbia ottenuto un voto in condotta inferiore a 6, il consiglio di classe potrà decidere per la bocciatura o per la non ammissione all’esame di stato che conclude il percorso di studi (l’esame di terza media in questo caso).

La stessa cosa avverrà anche nelle scuole superiori (licei, istituti professionali e tecnici). Qui però è anche previsto che nel caso di un voto in condotta pari a 6 decimi, alla fine dell’anno scolastico lo studente non venga promosso automaticamente al successivo: all’inizio del nuovo anno (a settembre, solitamente) dovrà infatti presentare un “elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale” che sarà valutato dal consiglio di classe per un’eventuale promozione o bocciatura. Nel caso in cui lo studente prenda 6 in condotta al quinto e ultimo anno di scuola, l’elaborato dovrà essere discusso nel corso dell’esame di Stato.

Tra le altre modifiche introdotte dal disegno di legge ce n’è una che riguarda la sospensione dalle attività scolastiche per motivi disciplinari. Lo studente che riceve fino a due giorni di sospensione dovrà svolgere “attività di approfondimento sulle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato il provvedimento disciplinare”, e nel caso di sospensioni più lunghe dovrà svolgere “attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate con le istituzioni”.

È stata inoltre istituita una riforma degli istituti tecnici e professionali a partire dall’anno scolastico 2024/2025: prevede una sperimentazione di percorsi di quattro anni, al posto degli attuali cinque, a cui si aggiungeranno altri due anni in cui gli studenti potranno decidere se frequentare corsi di formazione professionale alle ITS Academy, scuole di specializzazione tecnologica post-diploma.

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