Il grosso rischio per gli incendi in Sardegna era stato previsto

Per il vento di maestrale, che si sapeva li avrebbe alimentati: molto probabilmente sono stati innescati da azioni umane

Il fumo dell'incendio di Siniscola, in provincia di Nuoro, 6 agosto 2023 (ANSA)
Il fumo dell'incendio di Siniscola, in provincia di Nuoro, 6 agosto 2023 (ANSA)
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Dei più di 50 incendi di vegetazione che domenica 6 agosto hanno interessato la Sardegna, 24 erano ancora in corso in serata, principalmente nel sud dell’isola, nonostante l’intervento dei Vigili del fuoco e della Protezione civile. Il forte vento di maestrale infatti ha favorito la propagazione delle fiamme, molto probabilmente innescate da azioni umane dolose o colpose, e reso più difficile il loro spegnimento. Si sapeva che sarebbe andata così: il bollettino di previsione del pericolo di incendio per la giornata aveva segnalato una «pericolosità estrema», il livello più alto di allerta, in quasi tutta la regione.

La Protezione civile della Sardegna parla di «pericolosità estrema» quando sono previste condizioni meteorologiche per cui, «ad innesco avvenuto», un incendio «si propaga rapidamente raggiungendo grandi dimensioni nonostante il concorso della forza aerea statale alla flotta aerea regionale», salvo interventi molto tempestivi.

Gli incendi si sono sviluppati principalmente nel sud della Sardegna e una delle località più interessate è stata Quartu Sant’Elena, un comune della città metropolitana di Cagliari che è il terzo per numero di abitanti della regione. Un campeggio è stato evacuato dopo che uno degli incendi nella città aveva causato l’esplosione di alcune bombole di gas, una pineta è stata completamente bruciata e il lungomare Poetto è stato chiuso al traffico delle auto. Un vigile del fuoco è stato ferito.

Un’altra zona molto danneggiata dagli incendi è la campagna di Muravera, un comune circa 40 chilometri a nord-est di Cagliari, dove le fiamme hanno iniziato a propagarsi tra sabato e domenica e hanno distrutto le strutture e le coltivazioni di varie aziende agricole. In questo caso si parla già esplicitamente di incendio doloso: la Nuova Sardegna scrive che il fuoco sarebbe stato appiccato all’arrivo del forte vento di maestrale dopo il tramonto di sabato e sottolinea che nelle ore notturne i mezzi aerei antincendio non possono intervenire. Tra le altre cose sono stati distrutti gli impianti di irrigazione e provviste di foraggio per il bestiame, ma né persone né animali sono stati intossicati o ustionati. È già stata aperta un’indagine per stabilire la responsabilità dell’incendio.

Anche nel nord della regione ci sono stati degli incendi. Il più grave è stato quello di La Caletta, una frazione di Siniscola, che si trova circa 40 chilometri a nord-est di Nuoro, per cui circa 600 persone sono state evacuate dalle proprie case. Le fiamme si sono diffuse nel pomeriggio di domenica, hanno causato l’esplosione di alcune bombole di gas per cui un uomo è stato ferito gravemente e distrutto l’impianto locale di potabilizzazione. A causa dell’incendio sono stati chiusi dei tratti delle strade statali 125 e 131/DCN, quest’ultima tra Siniscola e Olbia. Anche a San Giovanni Suergiu, nel sud dell’isola, gli incendi hanno causato disagi e danni.

Il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas ha parlato di «scempio criminale» in riferimento alle cause degli incendi e ha chiesto al Corpo forestale regionale di «intensificare le indagini» in merito.

In Italia la quasi totalità degli incendi ha cause umane, intenzionali o meno. Quelli originati da cause naturali, come fulmini e fenomeni di autocombustione, sono rarissimi, mentre molto più spesso sono dovuti ad azioni involontarie: possono partire dalle scintille causate dai freni di un treno, ad esempio, o dal surriscaldamento della marmitta di un’automobile a contatto con l’erba secca, o ancora da un rogo per bruciare delle sterpaglie in campagna. Si stima però che nella maggior parte dei casi le cause degli incendi siano dolose, anche se è difficile trovare i responsabili.

In tutto ciò in gran parte d’Italia, Sardegna compresa, è aumentata la frequenza di condizioni meteorologiche che favoriscono gli incendi. L’aumento delle temperature causato dal riscaldamento globale dovuto alle emissioni di gas serra umane ed eventi estremi come le siccità rendono gli incendi più difficili da spegnere, perché aumentano l’infiammabilità della vegetazione che è più secca. Per questo, una volta iniziati, gli incendi si diffondono su superfici più ampie.