Il film «che non volevano farvi vedere»

“Sound of Freedom” ammicca alle teorie cospirazioniste di una certa destra americana e ha trovato un modo per vendere milioni di biglietti

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Nel weekend del 4 luglio nei cinema statunitensi è uscito Sound of Freedom. È un film d’azione tratto da una storia vera, in cui un agente della CIA di nome Tim Ballard (che è anche il vero nome dell’agente dalla cui storia è tratta la trama) si batte per arrestare un gruppo di persone che operano nel traffico di minori a scopo sessuale e liberare alcuni bambini. Subito dopo la sua uscita il film è stato accostato a teorie cospirazioniste come quella del gruppo QAnon, molto diffusa negli Stati Uniti, e diversi politici della destra o estrema destra americana lo hanno promosso. L’ex presidente Donald Trump ha organizzato una proiezione nel suo golf club nel New Jersey definendolo «il film del momento in qualsiasi parte del mondo», nonostante sia uscito solo negli Stati Uniti. Lo speaker della Camera Kevin McCarthy ha organizzato una proiezione per i membri del congresso; l’imprenditore miliardario Elon Musk ha offerto gratis il supporto di Twitter (ora rinominato X) per promuovere il film attraverso un numero limitato di proiezioni in streaming e il senatore repubblicano Ted Cruz ne ha raccomandato la visione.

In cinque settimane di permanenza nelle sale Sound of Freedom ha incassato 155 milioni di dollari a fronte di un costo di produzione di circa 15 milioni. Per fare un paragone il caso più eclatante dell’anno scorso per il cinema americano, Everything Everywhere All at Once, che ha vinto l’Oscar come miglior film ed è considerato un successo, è costato 25 milioni di dollari e ne ha incassati 77 dai soli cinema americani: la metà. Considerati anche i molti altri paesi in cui è uscito l’incasso totale è stato di 144 milioni di dollari.

Una fetta difficile da stimare dell’incasso di Sound of Freedom però sembra essere arrivata attraverso un metodo poco convenzionale di vendita dei biglietti.

Sound of Freedom è in realtà un film del 2018, prodotto dalla 20th Century Fox. Sarebbe dovuto uscire allora ma poi l’azienda fu acquistata dalla Disney che decise di metterlo da parte e aspettare a distribuirlo (una decisione che ha coinvolto anche altri film della 20th Century Fox). L’anno scorso poi Sound of Freedom è stato venduto dalla Disney al distributore statunitense Angel Studios, un’azienda non tra le più grandi, nota più che altro per film e serie diretti ad un pubblico di fedeli cristiani. La loro produzione più nota è la serie tv The Chosen, su Gesù Cristo. Angel Studios, oltre a una distribuzione canonica, ha deciso di puntare a un pubblico di destra americana e di affiancare alla canonica vendita dei biglietti anche un sistema di acquisto per terzi con una app chiamata Pay It Forward. Dopo aver pagato si ottiene un codice che può essere dato a chiunque, e presentando questo codice alla cassa del cinema si riceve un biglietto. Per le sale si tratta di vendite regolari di biglietti, quindi gli unici dati su quanti ne siano stati acquistati in questa maniera vengono dalla stessa Angel Studios, che ha dichiarato che nel weekend di apertura il 20 per cento dell’incasso è arrivato da Pay It Forward. Non era la prima volta che veniva usata questa strategia, ma la prima su questa scala.

Lungo queste cinque settimane tuttavia diversi utenti e spettatori del film hanno fatto notare sui social media che spesso sale i cui posti risultavano tutti venduti non erano piene, anzi in certi casi erano vuote o semivuote. Queste accuse sono state smentite da AMC (la catena di sale cinematografiche più grande d’America) mentre un portavoce di Angel Studios ha parlato alla CNN spiegando che episodi simili sono possibili perché il sistema di acquisto per terzi è stato molto usato da gruppi organizzati, come ad esempio le parrocchie, che comprano biglietti in quantità e li distribuiscono ai propri fedeli, incoraggiandoli ad andare a vedere il film. È possibile che poi alcune di queste persone a cui vengono regalati i biglietti non vadano al cinema. Alla fine del film il suo protagonista Jim Caviezel, in una clip separata dalla trama, si rivolge direttamente al pubblico e lo invita ad acquistare biglietti per far vedere il film a chi non può permetterselo, sostenendo che sia anche questo un modo di combattere il traffico di minori.

La ragione per la quale il film è stato ben accolto da una parte della destra conservatrice americana è la sua storia peculiare e il modo in cui Angel Studios ha usato quella e la presenza di un attore politicamente molto connotato come Jim Caviezel (ci arriviamo) per rivolgersi a un target molto preciso e molto attivo, quello della destra cospirazionista. Nonostante il film non contenga riferimenti a cospirazioni, fin da prima della sua uscita Sound of Freedom era diventato noto online come “il film che non vogliono farvi vedere”, a causa della coincidenza tra il tema e la maniera in cui Disney l’aveva messo da parte. Esiste tutta una parte dell’opinione pubblica americana che sostiene che il traffico di bambini per scopi sessuali sia un problema diffuso e volutamente ignorato dalle élite e dal partito democratico.

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A questo si è aggiunto il fatto che Jim Caviezel, diventato famoso all’inizio degli anni 2000 per aver interpretato Gesù di Nazareth in La passione di Cristo di Mel Gibson, ha spesso promosso teorie come quella di QAnon (secondo la quale esiste un ordine mondiale colluso con una parte del governo americano che traffica in minori per scopi sessuali, in certi casi usando una pizzeria di Washington come copertura, e ha legami con cabale occulte e lobby ebraiche) o quella dell’adrenocromo, una sostanza reale a cui sono attribuite caratteristiche di fantasia, che sarebbe derivata dallo stimolo della paura nei bambini e che se somministrata agli adulti sarebbe in grado di mantenerli giovani.

Il film come detto non contiene nessun riferimento a teorie cospirazioniste, è stato girato nel 2018 quindi prima che molte di queste si diffondessero online, e Caviezel ha affermato che Sound of Freedom non ha niente a che vedere con QAnon. Semmai è stato promosso facendo leva sul pubblico che segue e crede a queste teorie. Lo stesso Caviezel durante la promozione del film ha spesso usato frasi tipiche di chi supporta QAnon come quando ha detto: «Una grossa tempesta è in arrivo», in una puntata del podcast di Steve Bannon. Secondo i principali osservatori il pubblico che effettivamente si è recato in sala a vedere il film sarebbe stato stimolato dall’idea che questa storia raccontasse un tipo di traffico di minori collegato a quelle teorie. Anche Tim Ballard, il vero ex agente della CIA che nel film è il personaggio principale, ha sostenuto che Sound of Freedom non abbia niente a che vedere con teorie cospirazioniste, ma in una puntata del podcast di Jordan Peterson ha sostenuto che la raccolta di adrenocromo sia un fatto vero.

Nel film in realtà sono presenti più che altro elementi cristiani e tipici dell’etica cinematografica repubblicana. Il protagonista si imbarca prima in una operazione ufficiale della CIA per arrestare un gruppo di pedofili sul suolo americano, poi scopre il traffico di minori e decide di recarsi in Messico per liberare una coppia di fratelli motivando l’impresa con la frase: «I figli di Dio non sono in vendita». Mentre lavora a una grandissima operazione per liberare tra i 50 e i 60 bambini la CIA si tira indietro per mancanza di risultati e spese troppo ingenti (il protagonista si sta fingendo un miliardario in cerca di sesso pedofilo). Con l’aiuto di un uomo pentito e improvvisamente avvicinatosi alla religione che lavora in autonomia per liberare bambini, decide di fare giustizia da sé e utilizzare fondi propri per mettere in piedi un’operazione autonoma. Secondo un’inchiesta di Vice News il traffico di minori nel film viene rappresentato in modo molto esagerato e poco verosimile: «Non si tratta di totali falsità», viene spiegato nell’articolo, «ma assemblano fatti veri o più o meno veri in trame che sono completamente diverse da ciò che è successo effettivamente». La più romanzesca di queste concessioni del film vede il protagonista Tim Ballard sgominare da solo tutto il cartello pedofilo in un atto di eroismo e giustizia privata.

Quello che stupisce di Sound of Freedom è che, a differenza della maggior parte del cinema di propaganda cristiana o di estrema destra, è convenzionale ma molto ben realizzato. Come ha notato Owen Gleiberman, critico di Variety: «Viene venduto come un thriller conservatore, ma non è necessario aderire a quella mentalità per trovarlo accattivante».

Fino agli anni Ottanta il cinema che piaceva ai Repubblicani era molto forte a Hollywood: una delle più grandi star dei suoi anni, John Wayne, era un Repubblicano convinto e molti dei suoi film promuovono idee repubblicane, come anche quelli di Clint Eastwood. Oggi non è più così: gli autori che raccontano storie con un punto di vista che viene considerato repubblicano sono pochi e nei loro film questo punto di vista è raramente smaccato. Michael Bay e Peter Berg sono due tra questi e i loro film, rispettivamente 13 Hours e Lone Survivor, ne sono un esempio. A un livello qualitativo inferiore e senza la presenza di star, film di stampo militaresco come Act Of Valor o Code Name: Geronimo in questi ultimi dieci anni hanno raccontato eventi come la cattura di Osama bin Laden esaltando valori patriottici e ammortizzando gli aspetti più problematici. Nonostante questo esiste una fitta produzione di film, più che altro diretti a circuiti televisivi e a basso budget, che raccontano storie che possono avere un appeal su un pubblico conservatore, come esiste una rete molto sviluppata di “cinema cristiano” per canali televisivi con questa linea editoriale. Nessuno di questi film, nemmeno quelli di Peter Berg o Michael Bay, hanno realizzato incassi realmente significativi. Il caso di Sound of Freedom è stato notevole proprio per la maniera in cui sostiene di aver mobilitato e portato nei cinema un pubblico molto consistente per una storia cristiano-conservatrice, in cui si esalta l’individualismo, l’azione al di fuori delle regole per un ideale, la conversione, la chiamata divina e la giustizia privata.

Al momento il film non è uscito in nessun altro paese del mondo ed è probabile che nella maggior parte di questi non uscirà in sala ma sarà acquistato da piattaforme di streaming. Di certo la catena di cinema australiana Dendy, il cui co-proprietario è Mel Gibson, amico di Caviezel dai tempi di La passione di Cristo, proietterà il film e lo stesso Gibson è apparso su TikTok per promuoverlo.