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  • Domenica 30 luglio 2023

Le boe al confine tra Texas e Messico per fermare i migranti

Le ha installate nel Rio Grande il governo texano, ma sono contestate dagli attivisti e dal presidente Biden

(AP Photo/Eric Gay)
(AP Photo/Eric Gay)
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Da qualche settimana in un tratto del Rio Grande, il fiume che divide il Messico dallo stato del Texas, c’è una lunga fila di boe alte circa un metro e mezzo e ancorate al fondo del fiume con reti e filo spinato. È una barriera galleggiante voluta dal governatore Repubblicano del Texas, Greg Abbott, per limitare gli ingressi delle persone migranti nel suo stato. Lunedì però il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha intentato una causa contro il Texas sostenendo che la barriera violi una legge federale sui confini. È la prima volta che il governo degli Stati Uniti contrasta direttamente le misure anti-immigrazione di Abbott.

La costruzione della barriera era cominciata all’inizio di luglio all’altezza della città texana di Eagle Pass, in un punto del fiume in cui l’acqua è più bassa e quindi è più facile guadare: è un punto molto utilizzato da persone migranti che portano con sé bambini o che non sanno nuotare. Al momento la barriera è lunga 300 metri, nonostante il Rio Grande si estenda per tutto il confine fra il Messico e il Texas (l’intero confine è lungo quasi 2mila chilometri).

La barriera è composta da boe ancorate l’una all’altra, troppo grandi per essere scavalcate, e legate sul fondo da una rete e da filo spinato che impediscono alle persone di passare nuotandoci sotto. È costata circa un milione di dollari e potrà essere allungata potenzialmente per chilometri o spostata in altre parti del fiume, se verrà ritenuto necessario. Diverse parti del Rio Grande, dove le persone sono solite guadare, erano recintate già da tempo con del filo spinato e pattugliate dal dipartimento di pubblica sicurezza del Texas, i cui agenti si alternano per intercettare e identificare le persone che provano ad attraversare senza essere viste.

La barriera è molto criticata da diverse organizzazioni che si occupano della sicurezza e dei diritti delle persone migranti poiché non blocca davvero il passaggio, ma lo rende solo più pericoloso e difficile, peraltro in una zona molto trafficata, dove da ottobre 2022 sono passati circa 270mila migranti.

Da quando è stata installata, diverse persone si sono ferite provando a scavalcare le boe. La maggior parte ha semplicemente camminato fino alla fine della barriera, che è pattugliata. Altre persone hanno deciso di provare a guadare il fiume in punti meno controllati ma più pericolosi: secondo Justine Ochoa, un’attivista dell’organizzazione Texas Nicaraguan Community che aiuta a rimpatriare i corpi dei cittadini nicaraguensi annegati nel Rio Grande, la barriera potrebbe avere un ruolo decisivo in questa scelta.

Di una barriera del genere si era iniziato a parlare già nel 2020 durante gli ultimi mesi dell’amministrazione Trump, ma l’idea non era mai stata messa in pratica anche a causa di dubbi che riguardavano il suo impatto ambientale. La sua presenza potrebbe infatti modificare il deflusso del fiume: tronchi e altri detriti potrebbero facilmente rimanere impigliati nelle reti e fra le boe, creando vari problemi. Dopo il completamento della barriera, il proprietario di un’azienda locale che organizza traversate in kayak ha fatto causa al Texas, sostenendo che le boe danneggerebbero la sua attività e distruggerebbero gli ecosistemi locali.

Attraverso il dipartimento di giustizia, lunedì anche l’amministrazione Biden ha intentato una causa contro il Texas. Trattandosi di un confine non solo statale (fra Messico e Texas), ma anche nazionale (fra Stati Uniti e Messico), il dipartimento sostiene che la barriera violi la legge federale contenuta nel Rivers and Harbors Act, che proibisce il posizionamento di strutture nei corsi d’acqua senza l’approvazione federale. Secondo l’ufficio del procuratore generale, la barriera ha inoltre «provocato proteste diplomatiche da parte del Messico e rischia di danneggiare la politica estera degli Stati Uniti». A fronte di queste rimostranze, il governatore Abbott si è rifiutato di rimuovere le boe pubblicando una lettera ufficiale che si concludeva con la frase «ci vediamo in tribunale, signor Presidente [riferendosi a Biden]».

Greg Abbott è stato rieletto per il terzo mandato da governatore del Texas nel 2022 ed è una figura di riferimento nel Partito Repubblicano per il contrasto all’immigrazione illegale. Al centro del suo programma, in contrasto con l’agenda del governo federale Democratico, c’è l’Operazione Lone Star (OLS), un’operazione militare avviata nel 2021 dal dipartimento di pubblica sicurezza e il dipartimento militare del Texas lungo il confine con il Messico.

L’operazione, che finora è costata circa 4 miliardi di dollari e ha comportato il più grande dispiegamento di forze texane dai tempi della Guerra civile, ha come obiettivo il contrasto all’immigrazione clandestina e al commercio illegale di droga e armi ed è nota per includere pratiche di contenimento molto aggressive, che sono state giudicate «inumane» anche da alcuni militari che le attuano.

In un’email inviata da un agente del dipartimento di pubblica sicurezza ai suoi superiori, trapelata la settimana scorsa e pubblicata su diversi giornali statali e nazionali, si legge che ai militari viene a volte ordinato di respingere fisicamente le persone migranti oltre il fiume, anche se minorenni e anche quando sono già entrati in territorio americano (una cosa che non si può fare per il diritto internazionale). Il filo spinato che è stato posizionato sott’acqua, inoltre, ferisce continuamente le persone che tentato di superarlo e gli annegamenti sono frequenti. In più, ai militari è vietato dare ai migranti dell’acqua. Migliaia di persone sono trattenute in una trentina di strutture per la detenzione e la registrazione dei migranti, dove le condizioni di vita e sicurezza sono precarie, con conseguenze disastrose.

Lo scontro fra il governo centrale Democratico e i governatori Repubblicani, tra cui soprattutto Abbott, si è inasprito ulteriormente lo scorso maggio, quando il numero di migranti che avevano tentato di attraversare il confine tra il Messico e gli Stati Uniti era cresciuto in modo notevole. L’aumento era stato causato in particolare dalla decisione di Biden di smettere di applicare il “Title 42”,  la regola introdotta da Trump all’inizio della pandemia che prevedeva che le autorità di confine potessero espellere le persone migranti arrivate illegalmente nel paese con una procedura molto rapida. Con l’aumento dei flussi, diversi governatori Repubblicani, e Abbott fu il primo, avevano iniziato a inviare pullman con qualche decina di migranti in aree governate da Democratici senza alcun preavviso né permesso. Più di una volta, Abbott aveva dato l’ordine di far scendere queste persone davanti alla casa della vice-presidente Kamala Harris.

La parte più progressista dei Democratici non critica però solo i governatori Repubblicani, ma anche lo stesso governo di Biden, che ha proposto una legge che vieta l’ingresso negli Stati Uniti ai richiedenti asilo che non abbiano prima cercato accoglienza in almeno uno dei paesi attraversati per raggiungere gli Stati Uniti.

Il governo ha descritto la misura come un modo per incoraggiare i migranti a intraprendere rotte legali e sicure. Ma diverse organizzazioni per i diritti dei migranti ritengono che la norma porterà soprattutto a nuovi e massicci respingimenti di persone al confine con gli Stati Uniti, con un aumento dei rischi per la vita degli stessi migranti e della possibilità di separazioni di nuclei familiari. Proprio con queste motivazioni, un giudice federale ha bloccato la norma all’inizio di questa settimana, un giorno dopo la causa intentata dal dipartimento di giustizia contro il Texas per la barriera galleggiante sul Rio Grande.