Gli incendi degli ultimi giorni in Sicilia, in due mappe

Le immagini del Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi mostrano che le aree più bruciate sono a Palermo e dintorni

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Un incendio ad Altofonte, a sud-ovest di Palermo, lo scorso 26 luglio (Alberto Lobianco/ LaPresse)
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Nell’ultima settimana la situazione degli incendi boschivi nel Sud Italia è stata particolarmente grave, con cinque persone morte tra Sicilia, Calabria e Sardegna, e almeno duemila che hanno dovuto abbandonare le proprie case a causa delle fiamme. La regione più colpita tra tutte è la Sicilia, dove gli incendi sono stati centinaia da domenica scorsa e i vigili del fuoco hanno fatto più di 1.400 interventi, mentre adesso la situazione sta lentamente migliorando. Le aree bruciate negli ultimi sette giorni si possono vedere nelle mappe del Sistema europeo d’informazione sugli incendi boschivi (EFFIS).

Gli incendi più estesi e dannosi ci sono stati tra lunedì e martedì attorno a Palermo. Hanno bruciato edifici, mezzi di trasporto e vegetazione vicino al quartiere di Borgo Nuovo, ad Altofonte e a Monreale. Il vento di scirocco ha favorito la diffusione delle fiamme in buona parte delle aree montuose intorno alla città, dove l’aeroporto è rimasto chiuso fino a martedì mattina; sempre a Palermo ci sono stati numerosi blackout, in parte legati ai danni degli incendi e in parte ai carichi eccessivi sulla rete elettrica, dovuti soprattutto all’impiego dei sistemi di aria condizionata per via delle alte temperature.

Sulla collina di Bellolampo, a ovest della città, tra lunedì e martedì l’incendio ha coinvolto la discarica comunale. Secondo l’ARPA (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) siciliana nei giorni seguenti l’incendio ha provocato una elevata concentrazione di diossina nell’aria.

Ci sono stati incendi boschivi anche nelle altre province siciliane: Siracusa, Ragusa e in particolare a Catania, dove la situazione è particolarmente critica per continui blackout, per la mancanza d’acqua in alcuni quartieri e per la chiusura dell’aeroporto della città. In molti casi gli incendi sono arrivati ai bordi di strade ad alta percorrenza e autostrade.

Le operazioni di soccorso per spegnere l’incendio nelle aree boschive di Pedara, nella città metropolitana di Catania, il 26 luglio (ANSA/ Orietta Scardino)

Secondo le analisi di Legambiente elaborate a partire dai dati dell’EFFIS, dall’inizio dell’anno in tutta Italia sono bruciati più di 510 chilometri quadrati di vegetazione, 310 dei quali solo nel giro di tre giorni, dal 25 al 27 luglio. Sempre secondo Legambiente l’80 per cento delle aree distrutte dalle fiamme nel 2023 sarebbe in Sicilia, seguita da Calabria e Puglia, dove nel giro dell’ultima settimana i vigili del fuoco hanno compiuto in totale oltre 1.600 interventi. Per sabato in tutta la Sicilia continua a essere in vigore un livello di preallerta per il rischio di incendi, così come in buona parte della Puglia e in Sardegna.

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