Per Netflix il divieto di condividere le password sta funzionando

Nell'ultimo trimestre sono stati attivati sei milioni di nuovi abbonamenti, ben al di sopra delle previsioni

(Venti Views, Unsplash)
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Tra aprile e giugno Netflix ha guadagnato 5,9 milioni di nuovi abbonamenti, secondo la società soprattutto grazie alla recente introduzione del divieto per gli utenti di condividere la password del proprio abbonamento con altre persone. L’aumento degli iscritti è stato superiore alle previsioni degli analisti, che avevano ipotizzato un’aggiunta di un paio di milioni di nuovi abbonamenti entro la fine del trimestre. Per Netflix è uno dei risultati più importanti degli ultimi anni, dopo che nel 2021 aveva registrato la cancellazione di circa un milione di iscrizioni.

La società ha inoltre rivisto la propria offerta, iniziando a eliminare in alcuni paesi l’opzione “Base”: la propria forma di abbonamento più economica senza pubblicità.

Nel trimestre finito a giugno, Netflix ha prodotto ricavi per 8,2 miliardi di dollari, il 3 per cento in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa, mancando di poco le previsioni degli analisti che avevano stimato ricavi per 8,3 miliardi di dollari. Le previsioni mancate sono state uno dei fattori della perdita dell’8 per cento circa in borsa delle azioni di Netflix tra mercoledì e giovedì.

Nonostante i minori ricavi, Netflix continua a essere l’unica grande società di streaming a produrre utili, a differenza di Disney+ e delle altre principali piattaforme per l’intrattenimento che faticano ancora a essere in attivo. Nell’ultimo trimestre Netflix ha prodotto un utile netto di circa 1,5 miliardi di dollari, con un aumento del 3 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In totale ha attualmente 238,4 milioni di abbonamenti attivi.

La società prevede di spendere meno del previsto quest’anno, a causa di una ridotta produzione di nuovi film e serie tv dovuta allo sciopero degli sceneggiatori e degli attori negli Stati Uniti, che si prevede avrà un forte impatto sull’industria del cinema e della televisione per diversi mesi. Le piattaforme di streaming sono una delle principali cause dello sciopero, con autori e attori che le accusano di produrre grandi profitti in tutto il mondo, ma di non offrire contratti adeguati soprattutto per quanto riguarda i ricavi derivanti dai diritti sulla riproduzione negli anni di film e serie televisive.

Netflix aveva annunciato la revisione della propria politica sulle password lo scorso febbraio, dopo che per anni aveva di fatto consentito ai propri utenti di condividere il loro abbonamento con altre persone e senza porre particolari limitazioni. Questo approccio aveva permesso alla società di far conoscere le proprie produzioni e di crescere rapidamente, in una fase di avvio in cui gli investitori erano più interessati all’espansione a livello globale di Netflix che ai suoi ricavi. Nelle ultime fasi della pandemia le cose erano cambiate, con una maggiore attenzione da parte di analisti e investitori sui conti delle grande piattaforme di streaming. Netflix stessa era interessata a consolidare i ricavi e aveva quindi adottato le nuove regole con il divieto di condivisione della password.

L’aumento di 5,9 milioni di iscritti sembra confermare l’utilità della decisione, ma vari esperti hanno segnalato che i benefici saranno probabilmente nel breve periodo e che Netflix dovrà concentrarsi su iniziative per fare in modo che i nuovi abbonamenti non vengano cancellati dopo qualche mese. La minore offerta di nuovi titoli potrebbe influire negativamente portando a una riduzione degli abbonati.

Sempre per migliorare i propri conti, Netflix sta intanto proseguendo nella dismissione della formula “Base” del proprio abbonamento, che prevede di guardare serie tv e film da un unico dispositivo. Il piano è stato rimosso in Canada e da poco non è più disponibile nel Regno Unito e negli Stati Uniti, dove costava 9,99 dollari al mese. La modifica non riguarda le persone già abbonate, ma solamente gli utenti che decidono di attivare un nuovo abbonamento o di riattivare quello che avevano un tempo. Con l’eliminazione dell’opzione “Base”, l’opzione di abbonamento più economica rimane quella “Standard con pubblicità” da 6,99 dollari. In Italia al momento il piano “Base” continua a essere disponibile a 7,99 euro al mese.