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  • Venerdì 14 luglio 2023

Le copie filogovernative di Wikipedia in Russia

L'ultima si chiama Ruviki ed è stata inaugurata lo scorso giugno: il fondatore è l'ex presidente di Wikimedia Russia

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A fine giugno è andata online la versione non definitiva di Ruviki, un’alternativa all’edizione in lingua russa della celebre enciclopedia online Wikipedia. Ruviki, i cui contenuti sembrano adeguarsi alla censura statale russa voluta dal presidente Vladimir Putin, è un progetto particolare: è stata fondata da Vladimir V. Medeyko, l’ex direttore di Wikimedia Russia, la sezione russa della Wikimedia Foundation, che ospita i server di Wikipedia. Medeyko è stato a lungo una figura rispettata tra i contributor di Wikipedia in Russia, cioè tra le persone che scrivono le voci dell’enciclopedia, e il suo abbandono della piattaforma, con motivazioni non ancora del tutto chiare, ha lasciato spiazzati molti ex colleghi.

Medeyko aveva iniziato a lavorare per la versione in lingua russa di Wikipedia nel 2003, due anni dopo la sua apertura. All’epoca era un sito con poche migliaia di pagine, mentre oggi conta quasi 2 milioni di articoli ed è la settima edizione più visitata al mondo, con circa 95 milioni di utenti al mese. Ad aprile del 2023 era l’ottavo sito più visitato in tutta la Russia.

Sebbene non sia nata come portale di informazione (non è un quotidiano online), con il tempo, e specialmente dall’invasione russa dell’Ucraina, la versione russa di Wikipedia ha assunto una funzione simile. A fine giugno, quando il gruppo Wagner aveva iniziato la sua rivolta marciando verso Mosca, la pagina Wikipedia intitolata “L’ammutinamento del gruppo Wagner”, che veniva costantemente aggiornata dagli amministratori del sito, aveva registrato 270mila visualizzazioni in poche ore. Gli altri media attivi nel paese, compreso l’aggregatore di notizie Google News, erano stati bloccati dal governo, che voleva controllare le informazioni sulla rivolta in corso.

Negli ultimi anni il governo russo ha cercato di ostacolare le attività di Wikipedia, accusando il sito di non rispettare le leggi che regolano il settore dei media. Questo, ha detto la Wikimedia Foundation, si è tradotto in multe per più di 200 milioni di dollari da marzo del 2022 a giugno del 2023. In parallelo, esponenti del governo e agenzie statali russe hanno ventilato la possibilità di chiudere definitivamente il sito, sebbene il ministro per gli Affari digitali, Maksut Shadaev, abbia detto che «per ora non ci sono piani in tal senso» (l’unico blocco, temporaneo, venne imposto nel 2015).

Alla luce del ruolo che Wikipedia si è ritagliata nel tempo in Russia, diventando uno dei pochi siti quasi mai colpiti dalla censura governativa, la decisione di Medeyko di aprire Ruviki è apparsa sorprendente a molti.

In un articolo pubblicato alla fine di maggio sul sito Habr, che ospita blogger che si occupano di tecnologia, Medeyko ha spiegato le ragioni delle proprie dimissioni. Ha detto che Wikipedia è ormai un’organizzazione chiusa in se stessa e difficile da cambiare, nonostante innumerevoli tentativi di riforma negli ultimi dieci anni. Ha inoltre scritto che i meccanismi che garantivano «l’affidabilità e la neutralità» dei contenuti hanno subìto «pressioni senza precedenti» a seguito degli «eventi in Ucraina» (Medeyko non parla di invasione, cosa che non fa nemmeno il governo russo, e non specifica da dove arrivino le pressioni). Tutto questo secondo Medeyko ha fatto sì che Wikipedia sviluppasse una reputazione «ambigua» in Russia, che rende difficile coinvolgere nuovi collaboratori. Le motivazioni offerte da Medeyko sono sembrate poco solide e pretestuose a vari ex colleghi.

Secondo Medeyko, Ruviki dovrebbe in teoria risolvere tutti questi problemi. Il sito per ora è piuttosto scarno, e Medeyko sembra intenzionato ad arginare i futuri interventi di quelli che lui chiama «volontari» (nella versione beta di Ruviki non possono creare o modificare contenuti) bilanciandoli con il lavoro di editor professionisti. Varie pagine su argomenti sensibili per il governo russo sono accuratamente editate in un modo che sembra compatibile con la propaganda di stato russa: tra gli altri, l’articolo di Ruviki sul gruppo Wagner non menziona la rivolta dello scorso luglio.

La facilità con cui è possibile creare copie di Wikipedia senza particolari difficoltà, soprattutto da un punto di vista di proprietà intellettuale, ha a che fare con la licenza libera usata dalla piattaforma, che permette di creare dei cosiddetti “fork”. Un fork è la copia di uno o più articoli (in teoria anche di ogni singolo contenuto disponibile su Wikipedia), successivamente modificati o arricchiti: ad esempio AppPedia è un fork di Wikipedia interamente dedicato al mondo delle app e dei software. Per questo motivo su Ruviki sono già disponibili, pochissime settimane dopo il lancio, all’incirca 1,9 milioni di articoli: quasi tutti “forkati” dalla versione russa di Wikipedia (che ne conta 2 milioni).

Ruviki non è il primo fork filogovernativo dell’edizione russa di Wikipedia. Ad agosto del 2022 venne infatti lanciata Runiversalis, un’enciclopedia online che si definisce «alimentata dal buon senso e dai valori tradizionali, [e] condita con accento russo». Non è chiaro in che misura il progetto abbia avuto successo in Russia né perché dopo solo un anno sia stata inaugurata Ruviki. Runiversalis era stata presentata da Anton Gorelkin, un importante membro della Duma (la camera bassa del parlamento russo), come un progetto esplicitamente sostenuto dal governo: nelle sue parole «qualunque tentativo di dare agli articoli un’inclinazione eurocentrica, liberale, e di sinistra» sarebbe stato soppresso. Ruviki sembra invece adottare una strategia più sfumata: Medeyko ha fin da subito negato qualunque legame con il governo russo, parlando genericamente di «investitori che credono nel progetto».

I piani per la creazione di un’alternativa a Wikipedia in Russia, almeno in parte controllata dal governo, sono stati annunciati a più riprese a partire dal 2010. Quasi tutti comportavano la digitalizzazione della Grande enciclopedia russa – un’enciclopedia in 36 volumi, erede della più celebre Grande enciclopedia sovietica, e sulla cui qualità sono stati espressi dei dubbi. Nel 2014 e poi di nuovo nel 2019 il presidente Vladimir Putin si espresse più volte in favore di un’operazione del genere. Oggi gli unici paesi dove Wikipedia è completamente inaccessibile sono il Myanmar e la Cina: in quest’ultimo è disponibile Baidu Baike, un’enciclopedia collaborativa pesantemente censurata.