Il tribunale di Roma ha condannato il ministero dell’Interno a risarcire un richiedente asilo respinto dall’Italia alla Slovenia con una «riammissione»

Fermo immagine tratto da un video che ritrae alcuni migranti attraversare a piedi i boschi al confine tra Slovenia e Croazia (ANSA/ UFFICIO STAMPA POLIZIA)
Fermo immagine tratto da un video che ritrae alcuni migranti attraversare a piedi i boschi al confine tra Slovenia e Croazia (ANSA/ UFFICIO STAMPA POLIZIA)

Il tribunale di Roma ha condannato il ministero dell’Interno a risarcire con 18.200 euro un uomo pakistano, noto come A., che a metà ottobre del 2020 era stato espulso oltre i confini italiani nonostante avesse chiesto asilo, una richiesta formale di protezione internazionale. La decisione del tribunale è dello scorso 9 maggio ma è stata resa nota oggi dall’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (ASGI).

A. aveva raggiunto i confini italiani arrivando dalla Slovenia, attraverso la cosiddetta “rotta balcanica”: il Regolamento di Dublino, la principale norma europea in tema di immigrazione e accoglienza, prevede che chi richiede asilo non possa venire espulso fuori dai confini nazionali fino a quando la sua richiesta non sia stata esaminata. Nonostante questo A. era stato fermato a Trieste e respinto prima in Slovenia e poi in Croazia e in Bosnia-Erzegovina, attraverso una “riammissione” informale, una procedura di respingimento stabilita con un accordo tra Italia e Slovenia del 1996, spesso utilizzata nei confronti di richiedenti asilo e ampiamente contestata da diversi giuristi che si occupano di immigrazione.

Secondo la giudice del tribunale di Roma Damiana Colla, la “riammissione” di A. avrebbe violato il diritto d’asilo e causato all’uomo una serie di danni: Colla ha infatti stabilito un nesso causale tra il respingimento di A. in Slovenia e una serie di «trattamenti inumani» da lui subiti successivamente. La sentenza del tribunale di Roma non è la prima di questo tipo: a gennaio del 2021 c’era stata una sentenza simile, sempre per un cittadino pakistano che aveva richiesto asilo dopo aver raggiunto l’Italia attraverso la rotta balcanica e che era stato respinto in Slovenia e poi a catena in altri paesi limitrofi, sempre attraverso una procedura di “riammissione”.

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