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  • Lunedì 19 giugno 2023

È iniziato l’ennesimo processo contro Alexei Navalny

Il principale oppositore di Vladimir Putin è accusato assai vagamente di «estremismo» e rischia altri trent'anni di carcere

(AP Photo/Alexander Zemlianichenko)
(AP Photo/Alexander Zemlianichenko)
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Lunedì nell’aula di uno sperduto carcere russo di massima sicurezza è iniziato l’ennesimo processo contro Alexei Navalny, considerato il principale oppositore politico del presidente russo Vladimir Putin. Navalny è in carcere dal 2021 per accuse che la stragrande maggioranza dei commentatori e degli esperti di libertà di espressione ritiene risibili, esattamente come quelle che vengono contestate nel processo iniziato lunedì.

Navalny è comparso davanti a un giudice per difendersi da alcuni capi di accusa formalizzati due anni fa, piuttosto vaghi, che includono l’accusa di «estremismo» e di promozione del nazismo. Se condannato, rischia di ottenere una pena fino a 30 anni di carcere: dal 2021 sta già scontando due condanne da circa 12 anni in totale.

Nessuno si aspetta che Navalny ottenga un giusto processo. Nella Russia di Putin gli oppositori politici vengono sistematicamente condannati con accuse ben poco solide, in processi che secondo le principali organizzazioni internazionali che si occupano di diritti umani sono poco più che una farsa.

Anche la prima udienza del processo iniziato oggi ha seguito questa tendenza. Nessun giornalista è stato ammesso nell’aula, allestita nella prigione di massima sicurezza in cui si trova Navalny, a Melekhovo, circa 250 chilometri a est di Mosca. Il processo si poteva seguire soltanto da un’altra stanza della prigione, con un collegamento streaming. Nei primi minuti l’audio e il video del collegamento streaming erano pessimi. Poco dopo lo streaming è stato disattivato: una volta finita l’udienza, il tribunale ha fatto sapere che il giudice aveva deciso di sospendere la diretta, citando ragioni di sicurezza.

Mediazona, uno dei pochi media indipendenti rimasti in Russia, ha scritto che per due ore i giornalisti che hanno provato a seguire il processo sono rimasti a fissare uno schermo vuoto, in attesa che la diretta ricominciasse. Poi sono stati fatti uscire dal personale della prigione.

Non è chiaro come si sia conclusa l’udienza. Associated Press, senza spiegare esattamente come ha ottenuto queste informazioni, ha scritto che durante l’udienza Navalny ha preso la parola per respingere le accuse di estremismo, definendole «assurde», e più in generale sostenendo che l’intero caso nei suoi confronti aveva basi molto fragili. Sui suoi canali ufficiali né Navalny né i suoi collaboratori hanno ancora commentato quello che è accaduto durante l’udienza.

Nella prigione di Melekhovo Navalny vive in condizioni giudicate incompatibili con i diritti dei detenuti garantiti in Occidente. È rinchiuso in una cella da due metri per tre, non può ricevere visite né comunicare facilmente con l’esterno. Qualche tempo fa Associated Press ha scritto che le guardie carcerarie spesso gli fanno ascoltare canzoni patriottiche e discorsi di Putin.

Navalny continua comunque a godere di un certo seguito, in Russia, nonostante la forte repressione. A inizio giugno 109 persone sono state arrestate in 23 città russe per aver manifestato in sostegno di Navalny in occasione del suo 47esimo compleanno.