Uscirà una nuova canzone dei Beatles

Paul McCartney ha detto che dopo anni di tentativi ha trovato il modo di sfruttare una vecchia registrazione di John Lennon

Beatles installazione Liverpool
(Christopher Furlong/ Getty Images)
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Con 12 album in studio, decine di singoli e centinaia di milioni di dischi venduti in tutto il mondo, i Beatles furono la band di maggior successo commerciale nella storia. Adesso Paul McCartney, che nei Beatles scriveva, cantava e suonava basso e pianoforte, ha detto di aver usato un software di intelligenza artificiale per realizzare una canzone che ha definito «la registrazione finale dei Beatles». Nell’intervista data a un programma sulla Radio 4 di BBC, McCartney ha spiegato che è stato possibile estrarre da una registrazione di scarsa qualità la voce di John Lennon, che morì nel 1980, e inserirla in una nuova registrazione fatta in studio.

McCartney non ha specificato quale sia la canzone in questione, ma secondo la BBC probabilmente è “Now and Then”, un brano composto da Lennon nel 1978, di cui in passato si era già parlato come di una possibile “reunion song” dei Beatles. Concorda anche Kenneth Womack, professore di musica pop alla Monmouth University, autore di diversi libri sui Beatles. “Now and Then” è una delle canzoni che comparivano su una cassetta destinata a McCartney, che la vedova di Lennon, Yoko Ono, gli aveva dato dopo la morte del marito. Era stata composta da Lennon nel suo appartamento di New York poco prima che morisse e non fu mai pubblicata ufficialmente, dice Womack, anche se online se ne trovano alcune versioni.

Nella cassetta, Lennon cantava e suonava il piano nel suo appartamento di New York. Due canzoni, “Free As A Bird” e “Real Love”, furono riarrangiate e registrate da McCartney e gli altri due membri ancora in vita dei Beatles, George Harrison e Ringo Starr, e pubblicate come singoli della band nel 1995 e nel 1996. Ma i tre non riuscirono a completare in modo soddisfacente “Now and Then”, anche perché secondo Harrison la qualità della registrazione della voce di Lennon sulla cassetta era troppo scarsa, e c’era peraltro un ronzio di sottofondo.

Nel 2009 però saltò fuori una nuova versione della canzone, senza il ronzio, in un bootleg, cioè un disco non ufficiale pubblicato dai fan. Non si sa da dove arrivasse la registrazione (qualcuno ipotizzò fosse stata portata via dalla casa di Lennon dopo la sua morte), che però era molto migliore di quella su cui avevano lavorato in origine i Beatles. Erano anni che McCartney voleva registrare la canzone, e di recente ha capito di poterlo fare con alcuni nuovi software audio.

In particolare, per il suo documentario The Beatles: Get Back, sugli ultimi giorni in studio dei Beatles, il regista Peter Jackson ha usato dei programmi per isolare le voci dei Beatles in alcune registrazioni con molti rumori di fondo, in modo da renderle più chiare e comprensibili. Separare le tracce audio, ripulirle dai rumori di fondo, intervenire con filtri ed effetti per modificarle, è in realtà una pratica vecchissima e comune in qualsiasi processo di registrazione di un disco, ma dal racconto di McCartney si capisce che è stato grazie ai software usati in particolare per il documentario che è stato possibile lavorare efficacemente sulla registrazione di “Now and Then”.

«Siamo riusciti a prendere la voce di John e a renderla pulita grazie all’intelligenza artificiale e poi abbiamo mixato la canzone come si farebbe normalmente», ha raccontato McCartney a Radio 4: «L’abbiamo appena completata e sarà pubblicata quest’anno» ha detto. Quello a cui fa riferimento McCartney – che le si attribuisca o meno la definizione di “intelligenza artificiale” – è in sostanza un programma in grado di risolvere un problema ad alto grado di difficoltà, migliorando in autonomia con l’acquisizione di dati sulla base dei quali può sviluppare algoritmi e soluzioni di vario tipo: in questo caso, per «estrarre» la voce di Lennon e separarla dagli strumenti e dagli altri rumori, in modo da poterla mixare su un disco.

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McCartney aveva già fatto ricorso a questi software l’anno scorso durante il suo concerto al festival di Glastonbury, in Inghilterra, quando usò degli inserti video e audio presi dall’ultima esibizione della band dal vivo (quella sul tetto dell’edificio della loro etichetta discografica nel 1969) per simulare un duetto con Lennon su “I’ve Got a Feeling”.

«È un po’ inquietante ma anche entusiasmante, perché è il futuro», ha detto McCartney a proposito dell’uso di questi software nella musica. «È una cosa che al momento ci stiamo tutti attrezzando a capire e gestire», continua: «dovremo solo capire dove andrà a parare».

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Anche se i software di “intelligenza artificiale” non sono una novità, nella musica hanno cominciato a essere usati e a creare al tempo stesso qualche preoccupazione solo di recente. Pochi mesi fa per esempio c’era stato un caso attorno a “Heart On My Sleeve”, una canzone che sembrava essere cantata dai famosissimi cantanti e produttori canadesi Drake e The Weeknd, ma in realtà era stata creata con l’intelligenza artificiale. “Heart On My Sleeve” era stata condivisa sui social network, diventando subito virale, ma nel giro di un paio di giorni era stata rimossa da tutte le principali piattaforme musicali: secondo la casa discografica Universal, che pubblica i dischi di entrambi gli artisti con l’etichetta Republic Records, si trattava di una violazione del copyright.

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