L’ultimo leggendario concerto dei Beatles

Cinquant'anni fa a Londra, sul tetto della Apple Records: storia e video di uno dei momenti più famosi della storia della musica, a cui assistettero pochi fortunati a testa in su

(Evening Standard/Hulton Archive/Getty Images)
(Evening Standard/Hulton Archive/Getty Images)

Verso mezzogiorno del 30 gennaio 1969, in una fredda e nuvolosa giornata londinese, la band più famosa del mondo salì sul tetto di un palazzo al numero 3 di Savile Row, a poche centinaia di metri da Piccadilly Circus. John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr, insieme all’organista Billy Preston, suonarono con una strumentazione improvvisata sei canzoni, quasi tutte dal loro nuovo disco Let It Be, prima di dover interrompere su richiesta della polizia. I Beatles non facevano un concerto da quasi due anni e mezzo, e non ne avrebbero più fatti dopo quel giorno.

La fortuna è che quel concerto fu organizzato perché alla band servivano delle riprese per chiudere il film di Let It Be, e quindi quel concerto venne filmato con una troupe professionista che immortalò anche tutto quello che successe intorno, che è ancora oggi una delle cose che contribuiscono a rendere il concerto sul tetto degli Apple Studios uno dei momenti più importanti della musica degli anni Sessanta. Nelle strade intorno al palazzo si raccolsero centinaia di persone di tutte le età: giovani impiegati e impiegate in pausa pranzo, ragazze vestite con cappotti colorati evidentemente accorse per intravedere un Beatle dal vivo, uomini coi capelli grigi e la pipa in bocca, signore un po’ spaesate.

La troupe raccolse un po’ di commenti dei passanti: la maggior parte entusiasti, qualcuno meno. «Questo tipo di musica va bene per questo posto, ed è piuttosto piacevole. Ma credo sia un po’ un’imposizione scombussolare le attività di questa zona», disse per esempio un signore di mezza età, inconsapevole di essere parte di un ristretto club di fortunati che sarebbe stato invidiato da milioni di persone nei successivi decenni.

Non era un bel periodo per i Beatles: più o meno a partire dalle registrazioni per il White Album, nell’estate del 1968, i già deteriorati rapporti tra i membri della band si rovinarono ulteriormente. Una separazione era nell’aria, e fu anche per questo che Harrison coinvolse Billy Preston, un organista che aveva visto suonare con Ray Charles e che sperava potesse aiutare la band a essere più concentrata. Nel frattempo, la band e il regista Michael Lindsay-Hogg non riuscivano ad accordarsi su un posto per fare le ultime riprese per il film di Let It Be. Si pensò a un anfiteatro romano in Tunisia, alle piramidi di Giza o a una nave in crociera, ma alla fine si decise per il tetto della nuova sede degli Apple Studios. Non si sa a chi venne l’idea: Preston dice che fu di Lennon, Lindsay-Hogg dice che fu sua, altri dicono che fu di Starr. Sembra comunque che Harrison non fosse d’accordo. Il tutto fu organizzato in pochi giorni.

Quella mattina faceva freddo, e Lennon si fece prestare una pelliccia da Yoko Ono e Starr un impermeabile arancione dalla moglie. Le condizioni non erano il massimo: la nebbia impedì di fare delle riprese con un elicottero, e minacciava di piovere. Lennon si lamentava del freddo alle dita e i microfoni furono rivestiti all’ultimo con dei collant da donna per ridurre il rumore del vento. Qualche piano più in basso, Alan Parsons (l’Alan Parsons degli Alan Parsons Project, che fu anche un grande tecnico del suono) registrò il concerto.

I Beatles cominciarono con una prima versione di “Get Back”, che sarebbe stata pubblicata solo mesi dopo. Ma nel 1969 a Londra erano in pochi a non riconoscere la voce e il suono dei Beatles: nel giro di pochi minuti sotto il palazzo si radunarono decine di persone a guardare all’insù, e i tetti dei palazzi vicini si riempirono di persone che ebbero la fortuna di essere nell’ufficio giusto al momento giusto.

I Beatles registrarono tre versioni di “Get Back”, due di “Don’t Let Me Down” e “I’ve Got a Feeling”, una di “One After 909” e “Dig a Pony”, tutte inedite. Le ultime tre finirono nel disco di Let It Be proprio nella versione registrata quel giorno. Lennon non riusciva a ricordarsi le parole, e chiese dei foglietti che non bastarono: in “Don’t Let Me Down” se ne inventò qualcuna. Anche in “Get Back” il testo fu un po’ cambiato, perché nel frattempo sul tetto era arrivata la polizia: McCartney in una strofa commentò quello che stava succedendo intorno a lui, dicendo «Stai suonando di nuovo sui tetti, e sai che a mamma non piace, ti farà arrestare».

L’intervento della polizia non fu particolarmente irruento, e fu principalmente dovuto alle molte segnalazioni dei vicini e dai negozi disturbati dal rumore e dal traffico sotto il palazzo. Diedero dieci minuti di preavviso allo staff della band, in cui gli inquilini degli studi si sbarazzarono delle molte droghe che avevano con sé («c’era un gran coro di scarichi del water», ha ricordato un dipendente che era lì). Poi due poliziotti salirono sul tetto, chiedendo di abbassare il volume, e lasciarono che la band suonasse ancora un po’. In tutto il concerto durò 42 minuti, 21 dei quali finirono nel film Let It Be: posate le chitarre, Lennon disse al microfono: «Vorrei ringraziare a nome della band, e spero che abbiamo superato il provino».

I Beatles non furono la prima band famosa a suonare su un tetto: pochi mesi prima lo avevano fatto i Jefferson Airplane a New York. E soprattutto non furono gli ultimi: il concerto sul tetto degli Apple Studios infatti diventò presto leggendario, e da allora è stato citato innumerevoli volte. Come nel video di “Where the Streets Have No Name”, a sua volta molto famoso e girato su un tetto a Los Angeles. Ovviamente se ne appropriarono anche I Simpson, in una puntata della quinta stagione in cui Homer mette insieme un quartetto canoro con i suoi amici: sotto il bar di Boe, dove si tiene il loro concerto, passa una limousine con a bordo George Harrison, doppiato da George Harrison, che ricorda che «è già stato fatto».

Nel 2009, invece, Paul McCartney tenne un concerto su una balconata dell’Ed Sullivan Theater di Manhattan, dove stava registrando un episodio del Late Show with David Letterman.

Quello sul tetto fu l’ultimo concerto dei Beatles. I mesi successivi furono impegnati soprattutto dalle accese liti dei componenti della band sui manager a cui affidarsi, finché non decisero un po’ a sorpresa di registrare un ultimo disco nell’estate, Abbey Road. Il 20 agosto 1969 la band fu insieme in studio per l’ultima volta, prima che a settembre Lennon decidesse definitivamente di lasciare il gruppo. L’annuncio venne dato il 10 aprile dell’anno successivo.