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  • Lunedì 12 giugno 2023

La Russia sta cercando di prendere il controllo del gruppo Wagner 

Che ha un grosso ruolo in Ucraina ma il cui capo, Yevgeny Prigozhin, si è scontrato diverse volte con il governo russo e non è facilmente gestibile

Maschere con i volti del presidente russo Vladimir Putin, del capo del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin e del presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov (AP Photo/Dmitri Lovetsky)
Maschere con i volti del presidente russo Vladimir Putin, del capo del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin e del presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov (AP Photo/Dmitri Lovetsky)

Sabato il vice ministro della Difesa russo Nikolai Pankov ha annunciato che entro il 1° luglio le «formazioni volontarie» che combattono in Ucraina (circa 40 in totale) dovranno firmare dei contratti direttamente con il ministero della Difesa, ed entrare dunque in un processo di regolamentazione e ufficializzazione. Benché l’annuncio riguardi tutte le forze volontarie, si ritiene che sia indirizzato soprattutto al gruppo di mercenari russi Wagner. Negli ultimi mesi il loro capo Yevgeny Prigozhin si è scontrato più volte con il governo russo, accusandolo di non fare abbastanza per sostenere il gruppo.

In Ucraina combattono decine di migliaia di membri del gruppo Wagner, considerato una parte fondamentale dello sforzo bellico russo. Pankov ha detto che l’obiettivo dell’integrazione delle forze volontarie nell’esercito russo è «aumentare la loro efficacia» e dar loro «il necessario status giuridico» per combattere al meglio, oltre a creare «approcci comuni» negli sforzi della Russia per conquistare l’Ucraina.

Nei fatti, l’annuncio di Pankov è stato letto come un tentativo di assumere più direttamente e saldamente il controllo del gruppo Wagner per non dipendere troppo da Prigozhin, che nelle ultime settimane ha attaccato duramente il governo russo e minacciato in almeno un’occasione di ritirare i propri soldati (salvo poi ricredersi: Prigozhin è diventato noto in questi mesi per fare spesso esternazioni sulla guerra a cui poi non dà seguito).

– Leggi anche: Mercenari o contractor?

Prigozhin ha subito risposto all’annuncio del governo russo con una dichiarazione su Telegram in cui ha detto che «Wagner non firmerà alcun contratto con Shoigu», cioè col ministro della Difesa russo Sergei Shoigu. Prigozhin ha aggiunto che il gruppo Wagner è già ben integrato nell’esercito regolare russo e che un’eventuale fusione tra le due forze comprometterebbe seriamente l’efficacia del gruppo, perché, ha detto, «Shoigu non è in grado di gestire adeguatamente le formazioni militari».

Prigozhin ha successivamente ribadito la fedeltà del gruppo Wagner alla Russia e al presidente russo Vladimir Putin, ma nei fatti la sua dichiarazione si è aggiunta ad altri e precedenti attacchi da lui rivolti al governo russo negli ultimi mesi.

Uno dei più duri era stato a inizio maggio, quando Prigozhin aveva minacciato il ritiro dei soldati russi da Bakhmut, la piccola città ucraina del Donbass che russi e ucraini si contendono da mesi. Con un video pubblicato su Telegram, Prigozhin si era rivolto direttamente a Shoigu e a Valeri Gerasimov, comandante delle operazioni russe in Ucraina, accusando la Russia di inadempienza e di aver deliberatamente lasciato i suoi mercenari senza le armi sufficienti a difendersi.

Nel video si vedeva Prigozhin in un campo, davanti a quelli che aveva sostenuto fossero decine di cadaveri di mercenari uccisi a Bakhmut. Urlando contro la telecamera, e rivolgendosi a Shoigu e a Gerasimov, Prigozhin diceva: «Questi sono i ragazzi che sono morti oggi. Il sangue è ancora fresco». Prigozhin aveva poi indicato i cadaveri intorno a lui e aveva detto: «Sono venuti qui come volontari e stanno morendo in modo da potervi far ingrassare nei vostri uffici. […] Shoigu! Gerasimov! Dove cazzo sono le munizioni?».

In un’altra occasione Prigozhin aveva accusato membri dell’esercito russo di sabotare le operazioni militari del gruppo Wagner a Bakhmut, piazzando esplosivi sulle strade che percorrevano e sparando contro i loro veicoli. Giorni fa, sulla base di accuse simili, il gruppo aveva imprigionato un funzionario dell’esercito russo, Roman Venevitin, che una volta rilasciato aveva accusato il gruppo di rubare armi ai soldati russi e di costringere alcuni di loro ad arruolarsi nel gruppo.

Diversi analisti ritengono che Prigozhin – da anni molto vicino a Putin, di cui è stato soprannominato a lungo “lo chef” in quanto proprietario della società di catering che si occupava di organizzare tutti gli eventi di stato a cui partecipava il presidente – abbia grosse ambizioni politiche. Gli scontri col governo russo, e i tentativi della Russia di assumere il controllo del gruppo Wagner, potrebbero essere letti di conseguenza.

Yevgeny Prigozhin e Vladimir Putin nel 2011 (AP Photo/Pool, File)