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  • Martedì 6 giugno 2023

La spia più compromettente della storia dell’FBI

È morto Robert Hanssen, che per anni durante la Guerra Fredda passò informazioni all'Unione Sovietica e fu scoperto soltanto nel 2001

(Photo courtesy of FBI/ Newsmakers via Getty Images)
(Photo courtesy of FBI/ Newsmakers via Getty Images)

È morto a 79 anni Robert Hanssen, ex agente dell’FBI che fu a lungo una spia sovietica nel periodo della Guerra Fredda. Il caso che lo riguarda è considerato uno dei più grandi disastri della storia dell’intelligence statunitense e un grande motivo di imbarazzo per l’FBI, che ancora oggi definisce Hanssen «la spia più compromettente nella storia dell’agenzia». È stato trovato morto per cause ancora da accertare nel carcere di Florence, in Colorado, dove stava scontando l’ergastolo.

Hanssen cominciò a lavorare come agente dell’FBI nel 1976 e negli anni successivi ricoprì ruoli sempre più importanti, che gli garantivano l’accesso a informazioni riservate. Diventò una spia sovietica tre anni dopo, quando lavorava a New York: per i successivi vent’anni, con qualche periodo di pausa, continuò a passare all’Unione Sovietica e poi al governo russo informazioni sulle operazioni di intelligence degli Stati Uniti in cambio di quasi 1 milione e mezzo di dollari in contanti, diamanti e altri depositi bancari.

Tra le altre cose rivelò ai russi che il governo degli Stati Uniti aveva fatto scavare un tunnel sotto all’ambasciata sovietica a Washington per poter intercettare le comunicazioni all’interno dell’edificio con più facilità; riferì anche di tre agenti del KGB che spiavano per conto degli Stati Uniti.

Che Hanssen fosse una spia si scoprì solo all’inizio del 2001, nell’ambito delle indagini seguite all’arresto di Aldrich Ames, un ex agente della CIA che si era scoperto fosse a sua volta una spia sovietica. Venne arrestato il febbraio successivo in un parco vicino a casa sua, poco fuori Washington, dove viveva con la famiglia. Disse di essere stato spinto a fare la spia per motivi economici, ma secondo alcune testimonianze c’entrerebbe anche il fatto che non si sentisse abbastanza apprezzato nel suo ufficio. Hanssen peraltro era cattolico praticante, era iscritto al gruppo dell’Opus Dei e dichiarava posizioni da convinto anti comunista.

Dopo l’arresto fu riconosciuto colpevole di 15 capi d’accusa per spionaggio e complotto e condannato all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale. Dal luglio del 2002 si trovava nel carcere di massima sicurezza di Florence, considerato il più sicuro del sistema federale degli Stati Uniti.

La sua storia ha ispirato numerosi libri e film, tra cui Breach – L’infiltrato, in cui il suo ruolo è interpretato dall’attore statunitense Chris Cooper.

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