L’annoso problema del traffico sulle autostrade in Liguria

Domenica ci sono state code lunghe fino a 25 chilometri, ma è una questione che torna ogni estate a causa del poco spazio e dei cantieri

(ANSA/luca zennaro)
(ANSA/luca zennaro)
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Lo scorso fine settimana sulle autostrade della Liguria c’è stato un traffico molto intenso, con code che domenica hanno raggiunto i 25 chilometri: al traffico hanno certamente contribuito i tre giorni di ponte per la festa della Repubblica del 2 giugno, che hanno spinto molte più persone del solito a mettersi in viaggio verso le località della riviera ligure. Ma al di là di quest’ultimo episodio, il traffico sulle autostrade liguri è un problema che va avanti da diversi anni e che si ripresenta regolarmente nei fine settimana estivi.

Ci sono diversi fattori concomitanti che contribuiscono a creare ingorghi di molti chilometri sulle autostrade della regione: innanzitutto la conformazione stessa della Liguria e il modo in cui sono fatte le autostrade che ci passano. La Liguria è una regione stretta e lunga, in cui il 65 per cento del territorio è montuoso e il 35 per cento collinare.

In Liguria passano sei autostrade che si estendono per 375 chilometri complessivi: la A10 che unisce Ventimiglia, al limite occidentale della regione, con il capoluogo Genova; la A12 che porta da Genova a Rosignano, in Toscana; la A7 che collega Milano e Genova; la A26 tra Genova e Gravellona Toce, nel nord del Piemonte; la A6 tra Savona e Torino; e la A15 tra Parma e La Spezia. Non tutte sono gestite da Autostrade per l’Italia ma ampi tratti sono di competenza di altre società, come Autostrada dei Fiori S.p.A. e SALT–Società Autostrada Ligure Toscana.

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Lo spazio tra il mare e i ripidi pendii dell’entroterra è limitato e occupato già dalla strada statale Aurelia, che costeggia il mar Ligure e poi il Tirreno arrivando fino a Roma. Le autostrade liguri sono quindi caratterizzate da viadotti che passano sopra ai fiumi, da frequenti curve che seguono il frastagliato profilo della costa e soprattutto da tantissime gallerie che entrano ed escono dalle montagne.

Ma oltre alla morfologia della regione c’è anche un’altra questione che a sua volta si trascina da tempo: i cantieri. La loro presenza è dovuta principalmente alla manutenzione richiesta da un sistema autostradale molto articolato come quello ligure, ma negli ultimi anni si sono accumulate altre ragioni che hanno contribuito al loro aumento. Una è che dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, nell’agosto del 2018, Autostrade per l’Italia era stata accusata da politici e media di negligenze nella manutenzione delle autostrade: da allora si sono intensificati i controlli su tutta la rete stradale della regione.

Le code dell’ultimo fine settimana si sono concentrate sull’A10 Genova-Ventimiglia, sulla riviera di ponente. Mentre sulle altre autostrade della regione i cantieri erano stati sospesi in vista del ponte di venerdì 2 giugno, su questo tratto non è stato così. Il presidente della Regione, Giovanni Toti, ha incolpato la concessionaria dell’A10, Autostrada dei Fiori S.p.A., accusandola di aver sottovalutato il traffico previsto per il fine settimana.

La società ha risposto a Toti con un comunicato in cui ha detto che la programmazione dei cantieri viene condivisa periodicamente con la Regione e con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e che l’ultima riunione programmatica era stata fatta il 17 maggio. Secondo la società in quella riunione erano state fatte valutazioni sulla base di dati storici e algoritmi predittivi, vanificate però «da una intensità di traffico che ha superato ampiamente le attese facendo registrare su alcuni tratti valori che rappresentano un record storico».

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