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  • Giovedì 1 giugno 2023

La Chiesa spagnola ha ammesso più di 900 casi di pedofilia

In un documento riferito agli ultimi 78 anni: i casi reali però potrebbero essere molti di più

(David Ramos/Getty Images)
(David Ramos/Getty Images)
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La Chiesa spagnola ha presentato il suo primo documento sugli abusi sessuali subiti da minori e compiuti da rappresentanti del clero: nel rapporto, intitolato Per fare luce, sono state raccolte le testimonianze di 927 persone. I racconti delle vittime vanno dal 1945 alla fine del 2022. Durante una conferenza stampa José Gabriel Vera Beorlegui, responsabile della comunicazione della Conferenza episcopale spagnola (Cee), ha detto che le 927 vittime hanno accusato 728 membri della Chiesa, «in maggioranza sacerdoti».

Nel rapporto c’è scritto che gli abusi sono stati commessi al 99 per cento da uomini. La maggior parte di loro (cioè 378, pari al 52 per cento) sono sacerdoti. Ci sono poi 208 religiosi o religiose, 92 laici e 23 casi in cui il denunciante o la denunciante non conosceva il ruolo dell’aggressore. Tra i sacerdoti che sono stati accusati, il 63,5 per cento è morto. Tra le vittime, l’82,6 per cento sono maschi e il 17,4 per cento sono femmine.

Per quanto riguarda la data in cui sono stati commessi gli abusi il documento dice che oltre l’80 per cento è avvenuto prima del 1990. Si spiega poi che il 47 per cento si è verificato in ambito scolastico (scuole, istituti, aule, cortili, spogliatoi, palestre); il 15 per cento in ambito parrocchiale (parrocchia o chiesa); il 15 per cento in seminari o convitti e il 7 per cento nelle aree dedicate al tempo libero, durante escursioni, campeggi o pellegrinaggi. Il resto è distribuito in luoghi come case famiglia, case religiose o in automobile.

I dati presenti nel documento si riferiscono solo alle segnalazioni ricevute dagli uffici di protezione dei minori delle diocesi e delle congregazioni a partire dal 2019, quando cioè sono stati aperti. Il quotidiano spagnolo El País, che ha avviato un’indagine sulla pedofilia nella Chiesa spagnola nel 2018 e che ha creato un database aggiornato con tutti i casi noti, ha quindi spiegato che il calcolo della Cee non include il numero di tutti i casi di cui la Chiesa è effettivamente a conoscenza. I dati non includono nemmeno i casi che sono stati segnalati alla Chiesa attraverso altri canali, come i 503 che proprio El País aveva indicato tra il 2021 e il 2022. Di questi, la Cee ha fatto sapere che solo 191 sono «allo studio» dei loro uffici.

La Cee più di un anno fa aveva anche commissionato un’indagine indipendente a uno studio legale spagnolo: non è ancora stata consegnata, ma è stato già anticipato che i casi di pedofilia raccolti sono più di 4 mila.

– Leggi anche: Che cause ha la pedofilia nella Chiesa

Durante la conferenza stampa non è stato chiarito quanti risarcimenti la Chiesa spagnola ha riconosciuto a queste vittime né cosa intenda fare con le denunce ricevute. Un’altra questione che non è stata affrontata sono le accuse contro i vescovi che hanno coperto, messo a tacere o insabbiato i casi di pedofilia nelle loro diocesi. I conteggi di El País dicono che sono più di 40: alcuni sono ancora vivi e occupano posizioni importanti all’interno della stessa Cee.

A fine aprile El País aveva pubblicato il diario del gesuita Alfonso Pedrajas, missionario spagnolo in Bolivia morto nel 2009, che aveva ammesso di aver abusato di almeno 85 minorenni. Dopo l’articolo la Compagnia di Gesù, l’ordine religioso a cui appartiene anche papa Francesco, aveva fatto sapere di aver sanzionato otto ex superiori di padre Pedrajas e di aver sospeso da tutte le attività quelli ancora in servizio.

– Leggi anche: Il gesuita spagnolo che abusò di 85 minori, e ne scrisse sul suo diario