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  • Martedì 30 maggio 2023

La Juventus è stata multata di 718mila euro per la cosiddetta “manovra stipendi”

La sanzione è arrivata tramite patteggiamento, sarà definitiva e il club non proseguirà con altri ricorsi

(Tano Pecoraro/LaPresse)
(Tano Pecoraro/LaPresse)
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Il Tribunale federale nazionale ha accettato l’offerta di patteggiamento della Juventus per quanto riguarda il processo sulla cosiddetta “manovra stipendi”. L’udienza prevista il 15 giugno, dopo il deferimento dello scorso 19 maggio, è stata quindi anticipata ad oggi: il club è stato multato di 718mila euro e non verrà penalizzato di altri punti in classifica, oltre ai 10 già tolti per il caso delle plusvalenze.

Con il patteggiamento la Juventus ha anticipato i tempi del processo e ottenuto una pena ridotta di un terzo, ma non potrà rivolgersi agli altri gradi della giustizia sportiva. Le sanzioni sono quindi definitive, anche quelle ai suoi ex dirigenti coinvolti (multe dai 10 ai 47mila euro), ma non per l’ex presidente Andrea Agnelli, che non ha patteggiato e il 15 giugno andrà a processo.

Il club ha deciso inoltre di non fare ricorso contro la penalizzazione di 10 punti in classifica ricevuta per il caso delle plusvalenze, in modo da chiudere tutti i suoi contenziosi con la giustizia sportiva entro il termine della stagione in corso. Queste intenzioni erano state anticipate prima dell’ultima partita da Francesco Calvo, il nuovo direttore dell’area sportiva della Juventus, che aveva detto: «Siamo stati puniti ingiustamente. Non c’è proporzione nella pena, abbiamo iniziato il processo indagati per un articolo e ci siamo ritrovati condannati per un altro, ma ormai è acqua passata. Dobbiamo concentrarci sul campo».

Il secondo “filone” di indagini, nato dagli elementi emersi dalle inchieste parallele della giustizia ordinaria sui bilanci del club, riguardava le due cosiddette “manovre stipendi” e i rapporti intrattenuti nel corso degli anni con alcuni agenti sportivi. Il club era stato rinviato a giudizio il 19 maggio insieme a sette suoi ex dirigenti per aver violato i principi di lealtà e correttezza (contenuti nell’articolo 4.1 della giustizia sportiva della FIGC). Le indagini sulla prima manovra stipendi riguardavano gli accordi raggiunti nella stagione 2019/20 con 21 giocatori e l’ex allenatore Maurizio Sarri per la rinuncia a quattro mensilità: secondo l’accusa il club non avrebbe poi comunicato correttamente che tre di queste mensilità sarebbero state recuperate nei bilanci successivi.

Modalità analoghe si sarebbero ripetute nella stagione successiva, con 17 giocatori che avrebbero ricevuto le mensilità precedentemente trattenute attraverso accordi di natura privata. Infine, la Juventus era accusata di aver pagato certi agenti sportivi per operazioni di mercato mai avvenute tra il 2015 e il 2022, e di aver collaborato con alcuni di loro senza un regolare mandato, come invece previsto dalle norme internazionali.

– Leggi anche: Come funziona la giustizia sportiva in Italia