Perché l’apertura degli Stati Uniti sugli F-16 all’Ucraina è importante

Joe Biden ha detto che non si opporrà ai paesi che vogliono inviare i caccia, mettendo a disposizione anche personale per l'addestramento

Soldati americani vicino a un F-16 nelle Filippine (Ezra Acayan/Getty Images)
Soldati americani vicino a un F-16 nelle Filippine (Ezra Acayan/Getty Images)
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Al G7 di Hiroshima, in Giappone, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto che non si opporrà agli alleati occidentali che vorranno inviare i jet militari di fabbricazione americana F-16 all’Ucraina. Ha anche aggiunto di essere disponibile a mandare personale per addestrare l’esercito ucraino a pilotarli. La notizia è stata anticipata sui media americani venerdì sera e poi confermata dal consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, l’ha accolta con entusiasmo: sabato mattina è atterrato proprio a Hiroshima per partecipare al G7, il gruppo informale di alcuni dei più importanti paesi democratici e industrializzati del mondo.

Zelensky chiedeva l’invio di caccia da combattimento da oltre un anno, fino a oggi senza successo. In seguito all’invasione della Russia in Ucraina i paesi occidentali hanno sostenuto lo sforzo bellico ucraino con l’invio di armi, munizioni e sistemi di difesa, ma sono stati generalmente più restii a mandare mezzi più consistenti e offensivi, come carri armati e caccia. Lo scorso gennaio però le pressioni di Zelensky avevano raggiunto un primo risultato, quando Germania e Stati Uniti avevano acconsentito a mandare 45 carri armati da combattimento all’Ucraina. Adesso l’apertura di Biden è avvenuta anche in ragione della volontà di alcuni alleati, come Regno Unito e Paesi Bassi, che di recente avevano formato una “coalizione internazionale” per fornire gli F-16 all’esercito ucraino.

Il problema era che per rivendere mezzi militari statunitensi ad altri paesi è necessario il consenso degli Stati Uniti stessi, e finora Biden era sembrato abbastanza categorico nell’escludere l’ipotesi di inviare caccia all’Ucraina.

Il fatto che Biden abbia cambiato idea è importante perché potenzialmente gli F-16 possono incidere in maniera determinante sull’andamento della guerra. Finora l’aviazione ucraina aveva avuto a disposizione solo vecchi caccia di provenienza sovietica, come i Mig-29 e i Su-27. Grazie a loro, ma soprattutto grazie a un efficiente sistema di difesa antiaerea da terra, l’Ucraina era riuscita a evitare che la Russia ottenesse il controllo dello spazio aereo sopra il suo territorio, una questione cruciale dal punto di vista militare: non a caso Zelensky nelle prime fasi della guerra chiedeva che la NATO imponesse una no fly zone sull’Ucraina o in alternativa, appunto, una fornitura di aerei militari.

Non si sa quanti aerei sovietici siano rimasti all’esercito ucraino, ma probabilmente in più di un anno di guerra qualcuno è stato abbattuto e soprattutto si sono ridotti i mezzi antiaerei a disposizione, come gli S-300 e i razzi MANPADs, che possono essere portati a spalla da un solo soldato. Alla luce di tutto questo, ottenere una fornitura di nuovi aerei era considerato vitale da Zelensky, a questo servivano e servono i continui interventi, in video o di persona, fuori dal suo paese.

Gli F-16 sono utilizzati dal 1976 e sono jet da combattimento ancora validi e sofisticati, anche se gli Stati Uniti li stanno per sostituire con i più nuovi e performanti F-35. In ogni caso gli F-16 sono ancora assai diffusi, in dotazione a 25 aviazioni militari in Europa e nel mondo: ce ne sono insomma in grandi quantità. Sono chiamati anche “Fighting Falcon” e sono prodotti da Lockheed.

L’Ucraina aveva chiesto ripetutamente e con insistenza questo specifico mezzo innanzitutto proprio per la sua diffusione, e poi perché è considerato versatile, leggero ed efficace soprattutto se paragonato al costo relativamente contenuto a seconda del modello (da una decina fino a sessanta milioni di euro). È anche vero che, essendo così sofisticati, gli F-16 necessitano di un addestramento di mesi, perché i vecchi aerei sovietici a cui sono abituati gli ucraini sono diversissimi dagli F-16, con molte meno funzionalità.

Uno dei motivi per cui gli Stati Uniti erano riluttanti a inviare gli F-16 è anche uno dei motivi che li rende così importanti: con caccia più potenti l’Ucraina potrebbe attaccare i russi sul loro territorio con maggiore continuità, aumentanto le possibilità di provocazione nei confronti della Russia. È un timore condiviso anche da vari governi europei, specialmente quello tedesco, a sua volta scettico sull’ipotesi di fornire gli F-16 all’Ucraina. Probabilmente per questo le eventuali forniture potrebbero avvenire con regole precise di utilizzo, come sta già avvenendo con altre armi a lungo raggio fornite, che non possono essere utilizzate per attaccare obiettivi in territorio russo.